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        Anime e Anime !

        Tortona, il 4 Agosto 1929

        Anniversario della Elezione di Pio X

        e della morte di Don G. Goggi


 Caro Don Zanocchi,


 La grazia e pace di N. Signore siano sempre con noi!

 Non ho avuto tempo di dar ai Missionarî che vennero alcuna lettera,

ma avrete ricevuto la lettera di 15 giorni fa, con cui annunciavo il loro arrivo.

 Oggi ho ricevuto la lettera che essi mi inviarono da Barcellona;

spero avranno fatto buon viaggio.

Vi mando quattro buoni soggetti: sappiate formarveli bene.

 Ricevo pure oggi le L.1000, e la vostra lettera del 14 luglio; - Deo gratias!

Vedete di ajutarci: non possiamo più tirare innanzi!

 Quanto a Don Casa, già vi ho scritto di mandarlo,

e ho scritto anche a lui, come sapete.

 Domani finiscono gli Esercizî qui al «Collegio Dante» di 40 Chierici,

e domani sera cominciano altri Esercizî a Sant'Oreste al Soratte presso Roma.

Pregate per noi!

 Io non posso più permettere che i nostri Sacerdoti si trovino isolati,

senza fare vita religiosa, come avviene di Don Contardi. Per quanto faccia del bene,

non si deve fare così.

E quindi desidero che egli rientri a far parte di una nostra Casa e si viva sottomesso

da Religioso, e faccia la vera vita religiosa con gli altri e come gli altri,

se no presto la Congregazione andrà in sfaccelo.

 Parlate in questo senso alla Sig.ra Anchorena: dobbiamo, prima di tutto,

non isvanire noi di spirito, né disperdere le nostre forze né perdere lo spirito religioso.

 E si accettino solo fondazioni da poter formare Casa Religiosa,

e vivere la vita di buoni e veri religiosi.

Dove ciò non è possibile, bisogna subito o al più presto ritirarci. Siamo dunque ben intesi.

 E poi dico a voi, riservatamente, che bisogna, possibilmente, essere in Case nostre,

cioè di nostra proprietà perché la Congregazione prenda consistenza e forza;

finché saremo e ci sentiremo in casa d'altri, dovremo sottostare sempre più a tante o meno

alle direttive di gente estranea che comanda, che ci sfrutta,

e che ci vuol governare e far camminare a modo suo loro, -

e che finirà di storpiare la vita nostra religiosa, sacrificandola alle loro esigenze,

e deviandoci dal nostro spirito.

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 Desidero essere ben capito; non a tutti si potrà dire questo, neanche ai nostri,

se non siete sicuro che tacciano, e che siano prudenti; ma Voi regolatevi in questo senso.

Non accettate quindi fondazioni di nuove Case, se non passano completamente a noi,

a meno non ci siano gravissime ragioni e di grande utilità, da compensare la non proprietà;

ma sempre ci dovrà essere il nucleo dei nostri, e mai uno solo o due soli.

 Sono pronto a mandare altro personale, ma voglio che in tutte le Case

sia instaurata la vera vita religiosa, e che siano fuori i forestieri,

cioè quelli che non si sentono di osservare i voti e la santa povertà

e l'orario e le pratiche nostre di pietà.

 E desidero si apra un vero Noviziato, in forma regolare secondo i Sacri Canoni,

come già abbiamo fatto noi a Villa Moffa.

 Vi manderò tutte le regole da tenersi, perché il Noviziato sia valido:

si comincia anche con uno o due.

 Mandatemi i Chierici da fare ordinare, se non potete farli ordinare lì, -

ed io vi manderò altri Chierici, i quali, dopo qualche un anno, potranno sapere lo spagnuolo

e fare da Maestri, e vi mando manderò personale già formato e sicuro.

Però bisogna che mi ajutiate!

Se non sono sicuro di trovare in America l'ajuto di almeno mezzo milione,

non potrei venire, perché lascio qui 300 e più tra probandi e Chierici, bisognosi di pane,

di vesti di libri, di tutto: più il Santuario della Guardia e il Noviziato da mantenere.

 Qui a Tortona vi vogliono L.1000 ogni tre giorni di solo pane, e L.1000 al giorno

tra tutto, cioè pel vitto, - e non bastano.

 Gli altri [sacerdoti di qui] non sono conosciuti popolarmente:

come posso venire via per sei o sette mesi e forse più, e lasciare qui tutto,

senza che vi sia chi mi possa sostituire? Agli altri [sacerdoti] non danno quasi nulla.

 L'altra volta fui via nove mesi, ma non c'era neanche un terzo degli impegni

che abbiamo oggi; oggi né qui, né a Voghera dei giovani nessuno dà un soldo:

sono nostri e crescono per la Congregazione: bisogna che ci pensi la Congregazione.

 A voi sembra molto quello che Don Contardi dà ai Maestri, cioè L.150 pesos mensili;

ma ora anche i nostri Maestri qui hanno L. 1000 e anche più al mese,

più l'alloggio e la pensione e regali.

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 Se io però mandassi Chierici per farne poi dei Maestri,

bisognerebbe che la retribuzione passasse qui, per mantenere questi Chierici e probandi.

 I due Chierici che ho mandato sono per iniziare la famiglia in Argentina e Uruguaj

il ramo dei fratelli Coadiutori, non già per farsi Sacerdoti: stiamo attenti!

 Vedete di completare la loro formazione religiosa, e che non si attacchino ai ragazzi.

 Sono stato contentissimo che abbiate stampate le Costituzioni: molto bene.

 Mi pare non aver altro -

 Ho chiamato qui Don Depaoli, perché veda ancora sua Madre - che è assai vecchia

e cadente; gli ho scritto che venga anche Don Camillo Secco,

ma che preferirei che lo passasse a voi in Argentina.

Sarebbe bene provarlo prima voi; poi vedremo, e, se proprio non facesse,

allora si rimandi qui in bel modo: dicono che nella sua ignoranza voglia fare di sua testa

ma in Brasile mi pare ci sia poco tatto col personale, poco affiatamento, poca unione.

 Scrivine subito subito a Don Depaoli, prima che me lo mandi qui.

 Vi ringrazio delle L.1000: Dio ve ne ricompensi!

 Scrivetemi qualche cosa per le nostre Suore: possono venire? A fare che?

Non vorrei mandarne meno di sei, perché se poi qualcuna si ammalasse o non facesse bene,

ci sia un numero sufficiente di altre.

Bisogna ben determinare che cosa vengono a fare, per sapere scegliere i soggetti adatti.

 Pregate per noi sempre!

 Confortatemi tutti, ma, specialmente, gli ultimi venuti:

vedete che prendano subito buona piega:

se troveranno buoni esempî e vita religiosa si metteranno bene anch'essi;

se no, era meglio fossero stati in Italia.

 Ecco perché tanto insisto sull'osservanza delle Regole.

 Mi raccomando dunque tanto, tanto, tanto: ci sia vita religiosa.

 Saluto e benedico voi e tutti! -

 Aff.mo in G Cr. e Maria SS.


       Sac. Luigi Orione  della Div. Provv.