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 +        Anime e Anime !

         Roma, 3 Marzo 1914


 Carissimo Don Giulio [Cremaschi],

 e carissimi figli del Noviziato,


 Ho ricevuto le vostre lettere e le lettere di una parte di codesti

miei carissimi figli in Gesù C.

 Non posso, come pur sarebbe vivo mio desiderio, rispondere subito

tutti distintamente, comincierò poco alla volta, e spero poter presto

avere risposto a ciascuno.

 Intanto vi incarico di manifestare che ho gradito le loro lettere assai,

perché piene di figliale confidenza, e perché mostrano che essi amano di essere guidati,

e di piacere così al Signore e di farsi santi.

 Cari miei figli, premendomi di dirvi una parola almeno indistintamente, vi dirò

che io mi aspetto da voi altri tutto, che la bontà del Signore può volere da noi,

purché voi corrispondiate alle sue grazie e alla grazia inestimabile

della santa vocazione religiosa.

 Io aspetto da voi altri tutto, se sarete umili, e avrete sempre coi vostri Superiori

quella bella sincera e semplice confidenza e obbedienza che hanno i bambini

con la loro mamma.

 E se questa semplicità e umile apertura di cuore la avrete ogni giorno

e se la alimenterete con la preghiera umile e incessante, vi farete santi.

 E quanto grande deve essere, e cercherete sia la confidenza e umiltà vostra

verso Gesù Signor Nostro e coi Superiori, altrettanto sia grande, o miei cari figliuoli,

la diffidenza che ciascuno deve avere di stesso.

 Diffidate sempre e poi sempre de' vostri giudizi.

 Egli è facilissimo, confidando nei propri ragionamenti, declinare

e abbandonare la via sicura e santa della vera umiltà, della semplicità religiosa,

della obbedienza figliale e cieca, come era la fede di quel cieco del S. Evangelo

di cui si parlava nella Messa la domenica prima del Mercoledì delle Ceneri,

e al quale per la sua fede cieca, Gesù, Dio nostro, ha dato la vita.

 Cari i miei figli, sì, siate sempre candidi coi vostri Superiori.

 Non tutti lo siete ora candidi coi vostri Superiori, e questo porterà danno gravissimo

ad alcuno di voi, che finirà col lasciare la vocazione e la Congregazione e si darà al male.

 Purtroppo, si ruinerà chi non sarà candido con Dio e coi Superiori.

 E mi piange il cuore di dovervi scrivere questo; e non lo scrivo affatto

per contristarvi, ma perché voglio con tutta l'anima mia guarire qualcuno che è malato

su questo riguardo, e non lasciarlo perire.

Nessuno si turbi; chi sa di essere a posto e di avere fatto quello che poté

perché i Superiori potessero bene conoscerlo, e per dipendere da loro in tutto,

senza tenere nascosto nessun pensiero: stia lieto in Domino.

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 Ma chi comprende di non essere a posto, vinca stesso e le illusioni del demonio,

e preghi la SS. Madre nostra del Paradiso, e cominci sul serio a corrispondere

alle divine misericordie e alle insigni grazie che Iddio gli ha fatto.

Con la preghiera: con la umiltà: con il candore semplice e la confidenza piena di figli:

così e non altrimenti giungerete alla perfezione e alla vera santità, e saremo i figli veri

della Divina Provvidenza, e cresceremo cari a Dio, e faremo un bene immenso.

 Oh quanta larga messe di sante fatiche, di santo lavoro e di anime

ci prepara la bontà del Signore, o miei figli! Coraggio dunque!

 Vi sono Arcivescovi e Vescovi in Italia e fuori che domandano che la nostra piccola

e nascente Congregazione vada ad aprire Case e Collegi nelle loro Diocesi.

Dal Brasile mi scrisse un Arcivescovo che vuole che vada colà io con altri Missionarî.

 Un altro domanda che si apra un'altra Casa.

 I nostri primi Missionari scrivono che essi sono pochi, che non bastano,

e di mandarne altri, e che manderanno piuttosto i soldi per i viaggi.

 La prima Casa dei Missionarî fu inaugurata l'11 di febbraio, festa della Apparizione

della Immacolata a Lourdes, e si chiamerà anche quella: la Casa della Immacolata

come il nostro Noviziato.

 Ma Dondero è solo di Sacerdoti: ha urgente bisogno di averne

almeno un compagno Sacerdote, un altro nostro prete, e di quattro altri Missionarî!

Mi scrive che accetterebbe volentieri anche qualche Chierichetto,

basta avere un po' di aiuto.

 La missione promette dunque assai bene; ma ho bisogno di santi!

 Quante volte, nei passati giorni, io ho pensato a voi altri, o cari i miei figli!

 E vi ho fatti passare uno ad uno, per vedere chi poter mandare!

Almeno qualcuno di voi bisognerà che lo trovi e lo mandi prestissimo;

ma ho bisogno di santi!

 Poco mi importerebbe che siate piccoli: anzi così imparereste subito la lingua,

e tra due anni potreste fare scuola in portoghese; ma ho bisogno che chi va,

porti la santità. Chi si sente di voi?

 Dalla vostra virtù e santità dipende tutto l'avvenire della Congregazione

e la salvezza di tante e tante anime per le quali Gesù è morto!

 Nessuno deve restare indietro.

 È bello che da una Casa della Immacolata qualcuno passi subito all'altra Casa

della Immacolata, al di là dell'oceano, ove già Dondero mi scrive che va raccogliendo

tanti moretti. Sono figli di neri importati dall'Africa come schiavi nel Brasile,

ove la schiavitù è stata esercitata sino a poco tempo fa.

 Sì, potremo fare un grandissimo bene; ma ho bisogno di figli santi!

Ecco, o miei Cari, il tempo di mostrare il vostro vero amore di Dio: la vostra divozione

vera alla Madonna SS.: il vostro affetto sincero, tenero e da veri figli alla nostra amata

Congregazione che è, dopo la S. Chiesa di Roma, la vera nostra madre morale!

Ecco il modo come solo potrete mostrarmi il vostro affetto e seguirmi per la via

che la Divina Provvidenza ha aperto davanti ai nostri passi! Ho bisogno di santi figliuoli!

E, a farci santi, ci ajuterà la Madonna, se La pregheremo e saremo umili!


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 Coraggio, o carissimi miei figli!

 Ciascuno di voi si offra tutto al Signore per le mani della SS. Vergine,

e, pieno di umiltà, di fede e di fiducia in Dio, dica: nunc coepi in Nomine Christi Jesu!

 Cominciamo dunque ad amare e a servire il Signore. e Lo ama chi pratica l'umiltà:

poiché vale di più un grado di umiltà che cento di fervore.

 Nell'umiltà curate la pietà e anche il fervore.

 Vi benedico, caro Don Cremaschi, con tutti codesti carissimi figliuoli,

e vi metto tutti nelle mani della Madonna SS.

 S. Giuseppe vi manda lire 500: ringraziatelo e usatene con grande economia.

 Vostro aff.mo in Gesù Cristo


        Sac. Luigi Orione  della D. P.


 P. S. Il danaro lo mando a parte.

 Ricevo l'ultima vostra con acclusa la cartolina del Parroco di Sanfrè

e le tre belle lettere di Catasca e Di Bella e Gemelli. Anche ad esse risponderò.