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+ Anime e Anime!
[Tortona], XII Nov.bre 1922
Caro Don Cremaschi,
I Sono giunti qui jeri a tarda notte Sparpaglione e Arioli. Lo dico con dispiacere, oggi non ho avuto molto da confortarmi di essi. Te ne parlerò.
II Ho ricevuto la tua lettera, che si riferisce ai Chierici piccoli che sono a Venezia.
Vedi, caro D. Cremaschi, che non sei stato informato esattamente. Essi non furono castigati perché uno di loro cadde e gli altri risero, oh no! ma perché la sera facevano tale
baccano nella loro camera, andando a letto, che disturbavano eccessivamente gli orfani delle vicine camerate, e, certo, non davono buon esempio.
Avvertìti una, due, tre sere, continuavano peggio di prima.
Io andai ad una processione, dove erano tutti gli orfani ed anch'essi con gli orfani:
vi era pure il Patriarca.
Li avevo davanti: ti posso dire che il loro contegno non era affatto da chierici: nessuno degli orfani si voltava di qua e di là e a guardare indietro come alcuni di essi: qualcuno poi portava il berretto e le mani dietro la schiena, proprio da gente senza la più elementare educazione: lo fanno ciò i contadini, ma i meno civili, nei paesi delle montagne!
Venendo a casa dalla processione io non c'ero, ma il Ch.co Di Stefano che ora
s'è messo bene, grazie a Dio, mi raccontava poi che essi, in fila con gli altri orfani,
ma facendo una filetta a quattro a sé (si va per Venezia a quattro a quattro )
facevano tante sciocchezze e leggerezze, marcando il passo e altro, e a voce sì alta
che il Di Stefano aveva vergogna per essi.
E, siccome vestono come gli orfani, in nero, temeva che la cittadinanza dicesse poi che gli orfani erano educati male dai preti. Questo sentì bisogno il Di Stefano
di riferirmi, lui come lui, senza che io lo interrogassi, alcuni giorni dopo.
Io ho veduto nei cinque o sei giorni che fui là alcuni di essi diportarsi in modo
che veniva rosso per essi, e avrei desiderato che quei giovani non sapessero che essi
erano Chierici.
E` inutile, i nostri Chierici non sono sufficientemente formati né ad agire
per coscienza, né a disciplina e contegno religioso, né alle norme della pulizia e igiene,
né per quanto riguarda la educazione civile. La gioventù laica è più educata
dei nostri Chierici.
Vuoi un esempio di oggi? Ieri sera, sabato, giunsero a Tortona Sparpaglione e Aroli. Non vennero qui né al probandato, ma andarono al "Dante" direttamente.
Non so poi il perché, o, meglio, lo intuisco fin troppo. Ma là ebbero solo da cena
e non trovarono da dormire. Allora vennero qui alle 12.1/2 di notte,
(sino alle 12 io ero in piedi e così i Chierici a dare i voti perché era sabato) picchiarono,
fu loro aperto, e trovarono da dormire.
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Oggi
Al "Dante" seppero che oggi si faceva un po' di festa a S.
Carlo per D. Tornari,
ed essi si andarono a preparare là per mezzo giorno, senza che nessuno li avesse invitati.
A mezzo giorno suonato io arrivo là con Don Perduca, i giovani si mettono in fila,
e loro due, Sparpaglione e Arioli, restano là in cortile da sè, dove anche noi eravamo
ma un po' a parte, il Can.co Perduca, D. Tornari ed io.
Pensavo che D. Tornari li avesse invitati, e dico a Don Tornari: "li hai invitati qui
anche questi? "Mi risponde: No, credevo che li avesse mandati qui lei". "Io, no!"
Allora
pensa immagina come io
sono rimasto mortificato; li chiamo e dico loro: "Fate il
piacere, andate a dire alla Casa della Div. Provvidenza che io mi
fermo qui oggi,
e voi due fermatevi là al mio posto".
Qui,
in verità, non c'era bisogno perchè
di far sapere che io ero là, perché io avevo già detto che andavo
al Dante, anzi, prima di andarvi, ero entrato nel refettorio dei
Superiori a dare il buon appetito a tutti, perché era già passato
mezzodì, ed erano
già a tavola e a pranzo cominciato.
Oggi poi, senza dirmi nulla, sono andati da soli al gioco del foot-ball fuori,
ove c'erano uomini e donne, e a pagamento.
E
stasera se ne sono partiti per Venezia senza più
neanche più farsi vedere,
né salutare per termine di creanza, né vennero a chiedere se avessi avuto
qualche commissione per Venezia.
Ora dimmi: sono questi gli educatori? Sono questi i Religiosi?
Dove si andrà? - Io non so, o, meglio, troppo lo so.
Bisogna formare di più le coscienze a vivere e sentire con Gesù Cristo, ed educare di più!
Il Cardinale Newman lasciò scritto che il Clero tanto e tanto bene non riesce a farlo perché manca di educazione; ed aveva ragione.
Abbi pazienza, caro Don Cremaschi, se insisto su questo punto: formare i Chierici più che alle formule, alla vera e profonda e umile conoscenza di sé: formare di più
la coscienza e la vita religiosa ed educarli di più, di più.
Avverrà anche su questo quello che in parte avvenne già per le vocazioni,
che ogni volta che aprivo bocca a parlarne, mi si rideva in faccia, ma ora si incomincia, grazie al Cielo, a capire. E così mi auguro avvenga per una più formata coscienza religiosa dei nostri Chierici e per una formazione anche esterna più educata e più civile.
La pietà vera non esclude affatto affatto la educazione e l'urbanità dei modi.
Ci deve essere nei nostri una disciplina e un contegno religioso che, finora, non c'è.
Perdonami, ma penso che tu stesso, in fondo alla tua anima, sentirai tutta questa verità:
a noi mancano molte e molte cose, ma anche ci manca una maggiore formazione
di coscienza religiosa, specialmente nei Chierici, e manca quel senso di disciplina
e
quel contegno religioso, quell'educazione necessaria
che si vede, ad esempio, nei Chierici - borghesi del Seminario
di Treviso, che i quali
poi sono cresciuti pel Clero
secolare.
E di questo basta, ché quest'anno, su questo ne ho già detto forse troppo.
Ti prevengo che jeri ho accettato, quale Novizio, il Sac. Giuseppe Dutto, Vice Parroco al S. Cuore di Cuneo. Egli verrà alla Moffa, e tu accoglilo con ogni tua carità.
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Dagli l'insegnamento della Religione: dagli (se lo crederai) la Cappella e la pulizia
della Casa, cioè la vigilanza sulla pulizia delle persone come della Casa.
Desidero cominci il suo Noviziato regolare con la vigilia dell'Immacolata;
verrà entro un dieci o 12 giorni: ha già tutti i permessi dal Vescovo.
Porterà i suoi libri e quel po' di corredo che ha.
Il Can.co D. Ratti si trova ad Ovada ancora.
Riceverai
(spero) da San Remo (spero)
L. 2000, le quali sono per pagare Manello,
non per altro.
Saluto, conforto e benedico in N. Signore e nella SS. Vergine. Tuo aff.mo
Sac. Orione d. D. Pr.
Ora sono giunte un po' di Messe a D. Sterpi, non molte fatele mandare col relativo importo, ma siate precisi a distribuirle. - Coraggio!
P.
S Vedi che i nostri preti si lamentano che chiedono
applicazioni intenzioni
di Messe, e neanche si risponde. Tu forse non avrai tempo, ma incaricane qualcuno.
Bartoli ad es. si lamenta di questo.