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+ Anime e Anime!
Roma, il XV Febbr. 1923
Caro Don Cremaschi,
La pace del Signore sia con te e su codesta cara Casa.
Ieri ho ricevuto la lettera che ti accludo, scrittami da Carlucci.
Ho notato che la busta era scritta da Pagella, mi pare,
e quindi suppongo che tu l'abbia veduta o, certo, che ne saprai qualche cosa.
Chiamalo codesto caro figliuolo, e confortalo ad amare e servire Dio, e alla s. perseveranza.
Vedi un po' da che cosa dipende questa sua decisione così repentina e precipitosa. Digli che preghi, e che faccia una umile e buona confessione,
e sovra tutto si raccomandi alla Madonna SS.
Prevedo che questo passo lo porterebbe molto lontano
dal suo vero bene e dal Signore.
Non so chi l'abbia potuto consigliare così male;
amerei che prendesse consiglio non da altri che da te.
Come vedi, le ragioni che egli reca sono i soliti sofismi, che cadono
davanti ad un po' di umiltà, di buona volontà e di spirito;
non è la scienza che fa, ma l'amore di Dio, sopratutto. San Paolo dice:
Anche quando avessi tutto il sapere e parlassi le lingue tutte
"si charitatem autem non habuero, nihil sum".
Animalo all'orazione, alla umiltà, alla confidenza nel Superiore
e a perseverare nella via di Dio. Gli dirai che già avevo capito,
da quando fui ultimamente alla Moffa, che egli non era a posto,
ed ogni giorno andavo pregando per lui, e speravo che,
quando avessi potuto stare un po' assieme con lui, lo avrei aiutato a rimettersi
come ho fatto con altri, ajutandomi il Signore.
Egli dice che vuole ugualmente restare: può essere che sia uno sconforto
o avvilimento perché non riesce negli studî o non si vedrà ajutato come gli pare
di averne bisogno: senti un po'! Però ha bisogno evidentemente di essere più umile
e più aperto con te, e di coltivare di più la pietà.
Digli che non si lascî ingannare dal demonio, e che pensi bene
che non so dove andrà a finire, lasciando la vocazione, e non avrà più pace!
Che se vuole davvero amare il Signore si lascî condurre come un bambino,
e non si illuda di poter fare più bene mettendosi su una strada diversa. Che se tu vedessi
che egli potesse rifarsi nello spirito qualora per qualche tempo me lo prendessi vicino, scrivimelo che vedrò di farlo.
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Quando, invece, tu non ritenessi più di lui alcuna speranza,
allora digli che penso sia bene per lui, data anche quella istruzione che egli ha
e che potrà facilitargli l'arte, che vada a Tortona, e che si metta con impegno
alla Tipografia, ché, se ha intenzione di fermarsi ancora con noi,
sarà un mio braccio quale fratello coadiutore nell'arte tipografica.
In questo caso lo vesti senz'altro in borghese, e lo mandi a D. Bariani,
prevenendo magari il D. Bariani stesso.
Tu potrai leggergli in tutto o in parte questa mia lettera, come crederai,
e me lo conforti in ogni modo, e gli dici che in Gesù Crocifisso e nella Santa Madonna
io lo amo sempre con l'antico e paterno affetto, e lo benedico.
E così benedico a te e a tutti della Moffa, e alle vostre preghiere
molto caldamente mi raccomando, tuo aff.mo in G. Cr.
Sac. Luigi Orione della Div. Provv.za
P. S. Tanti saluti fraterni da tutti questi.
Le richieste viaggi furono spedite già da D. Fiori.
E i chierici Pagella e Piccinini come vanno?
Sono buoni figliuoli? e pregano?