V003T146 V003P470
[Tortona], 1 Maggio 1933
Caro Don Cremaschi,
La grazia di N. Signore e la sua pace, siano sempre con noi!
Ti passo una lettera di Borri, che rimanderai per l'Archivio.
Certo non ti posso nascondere che il ripetersi dei casi di Religiosi
che, usciti da pochi mesi o da troppo poco tempo dal Noviziato,
- chiedono la dispensa dai voti, lascia pensare che non abbiano fatto bene il Noviziato,
che non siano stati conosciuti né formati come si deve.
Pur troppo non è la prima volta che mi vedo costretto a fare
questa dolorosa riflessione, e già ho dovuto con te manifestarla.
Ti prego e ti supplico, caro mio Don Cremaschi, di aprire più gli occhi
e di
affondare sondare gli
individui, di esser meno concessivo, meno tollerante,
meno madre pietosa; da te la Congregazione aspetta tutto, dopo Dio:
non si cerca che tu pianti dei filari, ma che tu formi dei Religiosi,
che la formazione non sia superficiale, non sia una vernice, ma sia una vera formazione,
profondamente pia, seria, sostanza e non apparenza.
Rimanda in famiglia il Ch.co Leopoldo Spinelli e quanti altri
non danno garanzia sicura di essere buoni religiosi. Quanto al Ch.co Spinelli,
parta in abito borghese, e desidero non si tardi oltre.
Ti mando anche una lettera del padre di Canistro;
che mi restituirai siccome egli si è ammalato lì, dimmi in che mese si ammalò
e a che gravi lavori era sottoposto, perché possa regolarmi nel rispondere.
Il Signore e la Madonna confortino te e tutti di ogni benedizione.
Aff.mo tuo
Sac. L. Orione D. P.