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       Anime! Anime!

       [Tortona], 8  Nov.bre / 1938 - XVIII


 Caro Don Cremaschi,


 la pace del Signore sia sempre con noi!

 Don Sterpi mi fa leggere la tua cartolina, a cui rispondo subito.

- Avrai ricevuto copia esatta della lettera che D. Pagella scrisse a me, giorni fa,

ora ti mando copia esatta d'una lettera, riservata, che ricevo da Don Bussolini.

Da queste lettere e anche da altre notizie che mi sono giunte dalle Moffa,

riporto la penosa impressione che la serietà di codesta Casa e lo spirito

di fraterna concordia siano molto compromessi, - con discapito grave del buon andamento

e della formazione religiosa dei Chierici e Novizî.

 Stando così le cose, e non essendo possibile né a Don Sterpi, né a me

di poter venire alla Moffa, in questi giorni, (come pure vorremo), non mi sentirei

di consigliarti di venire e di lasciare la Casa. - In mano di chi resterebbe?

e con una tensione di animi come appare!!!

 Se il tuo Arciprete avesse fatto qualche cosa per te, capirei di più,

ma egli andò a Codevilla che eravate già tutti partiti. - Mandagli un telegramma

di felicitazioni, assicurandogli che preghi Iddio di conservarlo lunghi e felici anni

- spiacente non poterti muovere.

 Ed ora vengo di nuovo a pregarti di prendere in mano tu il governo della Casa.

Caro Don Cremaschi, tu sai che, facilmente, i tuoi vice ti prendono la mano;

- così è capitato anche quando avevi Don Rebora; saltava agli occhi di tutti

che egli trascendeva, e anche quando si era in ricreazione, parlava sempre lui

e in un modo così da padrone e anche da poco educato, sopraffacendoti, davanti a tutti -

 Era cosa che faceva mala impressione su tutti, e che non servì affatto

ad educare quei Novizî. Ora ricorderai che qualche cosa ti ho detto,

e con voce forte e decisa, anche sul conto di D. Simioni.

La tua debolezza è difetto, non è virtù.

Lascia stare dall'occuparti di cose secondarie, di galline o di altro,

che ben altro deve fare un Maestro di Novizî e Superiore d'una Casa di tale importanza

come è la Moffa.

 Tutti ti stimiamo, tutti ti vogliamo molto bene, ma sappi che tutti i Sacerdoti,

che più ti hanno avvicinato in questi ultimi anni, notarono in te un senso di rilassamento

nel governo e nella formazione dei Chierici. Tu non te ne dai conto, ma, pur troppo, è così.

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 Ci fu chi disse che tu sei tanto serafico che non vedi più il male,

- altri mi ha detto che sei tre volte buono, il che vuol dire balordo,

sì che i Chierici fanno un po' quello che vogliono, e come sono, così restano

perché di vera formazione, alla Moffa, ce n'è poca; come vengono e così tornano,

se non peggiorati.

 È invalso di chiamare l'anno di Noviziato un anno di villeggiatura e di libertà

in cui si fa un po' quello che si vuole. È così!

 Tu puoi ben pensare che effetto fanno su di me, che sono già malato di cuore,

questi giudizî che ho sentito ripetermi da più persone, anche estranee alla Congregazione.

 E intanto i nostri Sacerdoti, come le persone estranee non è che ti vogliano male,

ma deplorano la tua debolezza, nel lasciare che altri faccia, che altri governi,

anche dove devi essere tu.

 Alla lettera che già ti ho scritto, non hai risposto, spero risponderai a questa,

riferendomi quale è la situazione.

 Hai parlato a D. Simioni e Don Pancheri? Hai sentito i contendenti?

 Che cosa fa Don Bussolini? niente? Non doveva sostituire il Chierico Aureli

Assistente, che andò a Roma?

 Saluto, conforto e benedico te e tutti in G. Cr. e Maria SS.

 Tuo aff.mo.


        Don Orione  della Div. Provv.