V004T027 V004P030
+ Messina, il 29 / VI - [1]911
Caro D. Adaglio,
La vostra lettera ha un senso di irritazione o di sconforto
che non mi pare secondo lo spirito di Dio.
Già in qualche altra vostra lettera, e specialmente in una inviata ad un altro (D. Sterpi)
c'era un inciso che non andava, e che egli sottosegnò e mandò qui, parlo di alcuni mesi fa.
Facciamo, caro Don Adaglio, più che possiamo per salvar anime
e fare così la volontà del Signore. Noi lavoriamo pel Signore.
Non vi avvilite mai alla vista dei vostri difetti o del bene che non si può fare,
ma la vostra confidenza sia sempre nuova e grandissima nel Signore.
Tutto riuscirà bene se sarete dolce ed umile, e se non farete novità
o passi senza dirmelo innanzi, e non vorrete far troppo.
Parecchie cose a quella Suora non avrei amato che le aveste dette
e
così alcune altre a Mg.r P.xxxxxx
vi avrei detto di soprassedere a dirle,
e di tacere e soffrire, e così a Mg.r F. -
Capisco che forse con me vi siete espresso in un modo un po' vivace,
e con loro forse e certamente non avrete fatto così, ma...
Vedete però che questa mia è una lettera non di rimprovero, no,
ma di metodo più che altro.
Io sono lietissimo e ammirato di quanto con l'aiuto di Dio avete fatto.
Vi benedico e conforto nel Signore, e vi prego di scrivermi, se già avete parlato,
dicendomene l'esito -
Pregate per me, e se andate in famiglia, salutatemi tutti i vostri
e condurrete poi con voi vostro fratello il piccolo -
Aff.mo in G. C. e Maria SS
Sac. Luigi Orione d D. P.