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[Al Molto Rev.do Don Giuseppe Adaglio

Direttore Istituto San Filippo

Via Alba, 5 Quartiere Appio  Roma  40]


 +          Anime e Anime !


 Caro Don Adaglio,


          Sera del I Maggio 1919



 Ricevo tua lettera del 29 e quella di Don Beltrami.

 Ti mando la risposta dell'Ingegnere, cui ho scritto scrivo oggi

che e tu andrai da lui a portargliela o glie la lascî.

 Tu trattalo bene e vedi di ottenere che facciano

subito il pavimento alle due stanze e il cesso,

ma se egli dice che non si può, bisogna e urge mettere i piedi in quella Casa lo stesso.

 Là andrà intanto a dormire Don Casa e un altro che determinerò;

ma è bene prendere quel poco che ci danno, basta metterci i piedi dentro.

 Questo onde tu sappia come regolarti.

 Tu poi mettiti nelle migliori relazioni sia col figlio di Sneider che col padre,

e va a vedere la fabbrica e interessati: conoscerai a suo tempo il perché.

 2/ Abbi pazienza con Don Pedrini, caro Don Adaglio,

e trattalo con buona cera e con ogni carità

 Tu sei un po' asciutto di carattere, e chi non ti conosce ti crede sostenuto; -

sei dolce di dentro, e sii dolce anche di fuori,

specialmente con chi ti fa esercitare la pazienza. Ne avrai merito pel Cielo.

Ti unisco due righe per Don Pedrini; fagli predicare il Mese di Maggio

 3/ Accetto subito le due figliuole che tu mi proponi

Portino quello che possono, io non cerco dote, ma buona volontà

di amare e servire Dio e il prossimo nella carità.

Mandale al più presto qui, e avvertimi: in Maggio ne devono entrare qui oltre una dozzina,

e anche la sorella e la cugina del Chierico Camillo Secco.

Vorrei che fossero qui per cominciare tutte insieme il probandato, nel Mese della Madonna.

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 4/ La Michel avrebbe trovata una Signora pronta a comprarle la casetta rossa

di fianco alla nostra Cappella, così invece di barattare col terreno

ci resterebbe anche il terreno. E sarebbe, certo, un bene, un gran bene,

perché questi nostri Istituti hanno sempre bisogno di spazio, di maggior spazio.

 La stessa vecchia Signora sarà a Roma a giorni con la Michel

per darle la soddisfazione di vedere la Casa.

Di questo ti avviso, e previenine le Suore

 Poi la stessa Signora potrà dare e darà il resto che c'è da pagare,

e potrà forse anche acquistare quella villetta di fronte oltre il cortile,

dove c'erano i malati e così allargare l'Istituto delle Suore -

 Trattala un po' bene, può darsi che ajuti, presto o tardi, anche noi.

Così mi disse la Michel. Essa non ha più nessuno.

 Come ti ha scritto Don Sterpi, urge conoscere se il proprietario della palazzina

è disposto a vendere, non a fare il baratto.

A principio erano pure disposti a vendere, mi pare. Scrivimelo subito, per piacere.

 Il Patriarca di Venezia ha scritto jeri una lettera tale,

che jeri sera gli ho dovuto mandare Don Sterpi.

 Si tratta di un Istituto di orfani (125 ora, ma saranno presto 200) tutti artigiani

che il Patriarca vuol strappare da mani laiche,

e che, passato questo momento, non ci si riuscirebbe più,

mentre ora noi potremmo avere molti vantaggi anche per l'avvenire della Congregazione

e vantaggi sotto più riguardi. Intanto tu prega e fa pregare

 Dice che non sa rassegnarsi a chiamare altri e a non averci a Venezia,

essendo Lui della Congregazione.

 È veramente un conforto per noi, e ringraziamone il Signore.

Si accontenta anche di un Sacerdote e di alcuni Chierici.

 Ha incardinato là il Ch.co Draghi e per Settembre ce lo darà Sacerdote,

ed è pronto a fare altro -

 Sento che D. Beltrami è a fare gli Esercizî Spirituali aspetto quindi a rispondergli

e ti unisco una lettera anche per lui: glie la darai dopo gli Esercizî.

 Ne abbiamo sei anche noi dai Missionarî di S. Vincenzo a Genova,

che fanno gli Esercizî, compreso Don Gandini.

 Per ora finirò.

 Aspetto risposta per la Casa da acquistarsi dalla Michel.

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 Prega e fa pregare molto in questi giorni.

 Mi sai poi dire cos'hai combinato con l'Ingegner Sneider.

 Saluto, ti conforto molto nel Signore e nella Madonna

e ti sono aff.mo


       Sac. Orione Luigi  della Div.na Provv.za


 La consegni chiusa la lettera a Don Pedrini.