V004T149           V004P176



Non avuto tempo a rileggerla


         [Tortona] 28 Gennajo [1]920

         Anime e Anime !


 Caro Don Adaglio,


 Ho ricevuto la tua lettera del 15 corr. solamente l'altra sera, perché ero fuori

di Tortona da una settimana, in Alessandria, dove assistetti la nostra Benefattrice Sig.ra

Zurletti, che morì lunedì scorso, - poi ci furono i funerali e dovetti trattenermi per mettere

in possesso delle sostanze gli Eredi, poiché mi aveva fatto suo esecutore testamentario.

Mi lasciò lire diecimila, che prenderò. Va bene che Panaro e Novembrini siano già a posto;

ma quanto ai libri comprati a Novembrini dal Patronato, essi furono passati ad altri orfani

del Patronato, a scanso di spese pel Patronato stesso, tanto più che la Contessa Spalletti

ha raccomandato di limitarmi nelle spese dei libri e di comprare libri già usati.

 A Roma non manca comodità di acquistare libri usati, anzi proprio a Via Colosseo,

in faccia alla porta del Patronato vi è un negozio di libri già usati, ma specialmente vicino

a Palazzo Madama (dalla parte che è quasi di fronte all'ingresso al palazzo del Senato).

 2/ Sta un po' attento che non ti cada qualche ragazzo quando giocano sul terrazzo,

perché mi parve che il parapetto sia piuttosto basso

 3/ Quanto al togliere alle Suore la camera dove io ero malato, se loro sono contente,

e si può realizzare altre 600 lire dai Loreti, fallo pure; ma la terrazza riservatela

per le suore, e così non affittare oltre il tempo per cui già è affittato il resto, -

perché ultimamente la Michel mi disse che, appena tornata dal Brasile,

intendeva subito provvedere ad aprire la casa di Via Alba, e forse ci verrebbe a stare Lei.

 4/ Per ora direi che le suore si mettessero non dove è l'Addolorata,

ma nella sala ove stava il palco: però fa tu quello che meglio credi.

 Mi è parso che la Michel volesse tenere unita e aperta anche quella parte di Chiesa

dove c'è l'addolorata per mettervi le Suore e le ricoverate,

onde tenerle separate dal pubblico con una grata in legno uso Monastero, -

e allora fare ora una tramezza in muratura sarebbe spesa inutile.

 5/ Ho visto in Alessandria la statua della Madonna della Salve, già pronta

e bellissima Bisognerà preparare una bella e devota Cappella,

che sia come un vero Santuarietto

 6/ Quanto al Maestro di Musica per la nuova Chiesa, per quanto la cosa mi piaccia,

sarei però del parere di non tirarci in casa degli estranei, se prima non li conosciamo bene.

 Tu lì stai già a disagio, anche perché hai alcuni che non sono dei nostri:

non vorrei quindi accrescerti le difficoltà interne. Sarei piuttosto del parere di fare studiare a qualche buon Chierico un po' di musica, e di aggiustarci piano piano così, che avere

in casa estranei il i quali tolgano alle nostre Case la loro tonalità religiosa.

 Vedi che dovremo già prendere Don Giovanni se volesse venire.

 Però io ragiono così, ma non vorrei scontentarti:

lo faccio unicamente per timore che, dopo, ti abbia a trovare malcontento.

            V004P177


E, se quell'individuo «cerca un posto fisso», vedi che noi dovremmo subito legarci con lui,

e non sarebbe poi facile liberarcene, neanche inviandolo qui a Tortona o in altre Case,

dal momento che egli «vuole venire a Roma». Ma, come dico, non vorrei scontentarti,

e se ritieni conveniente prenderlo, pri informati prima bene con Don Camillo Panizzardi,

se egli lo conosce, e poi fa quello che Iddio ti ispira, che io sarò sempre contento.

 7/ Circa il Vertova Umberto io ti manderò giù presto Don Sterpi, che ora

è a Sanremo per l'ordinazione di 4 Chierici e per visitare la situazione di quella Casa.

 Scrivimi se si può tardare un poco, perché ho compassione di Don Sterpi,

per la sua salute, ché non è un robustone. Egli non vuole lasciare andare me

perché si è fissato che non sto ancora bene; ma io ho veramente timore di lui.

Certo mi spiacerebbe se ci sfuggisse il terreno di Scotti.

 Quanto al muoverci, credi che Don Sterpi ed io ci diamo attorno più che si può;

io mi recai in Alessandria levandomi da letto e con febbre:

non potevo non andare e non sbrigare quanto riguardava il mio dovere di esecutore,

d'altronde già la Defunta mi aveva dato L. 30.000 a vitalizio,

e non avremo ora più L 1200 annue di interesse da pagarle, e ora mi lasciò altre L. 10.000.

 Giunto io, partì Don Sterpi per San Remo, dove era necessario e urgente

che io o lui andassimo, per più motivi che sarebbe lungo dirti.

 Quanto alla Parrocchia io ti prego in visceribus Christi di acquetarti al mio desiderio,

per non dirti la mia volontà, la più forte e dichiarata, e la più piena di affetto paterno

in Nostro Signore. Se tu non ti sentirai poi di restare parroco; io ti dico che

eternamente non ti ci lascierò; ma ora ho bisogno, per il bene della Congregazione,

che la Parrocchia sia assunta da te, almeno per tre o quattro anni,

intanto che tante cose andranno a posto e che potrò disporre o di Don Montagna

o di qualcun altro dei più anziani e sicuri per sostituirti in parte, ciò che oggi non potrei.

 Quest'anno avremo sette od otto Sacerdoti Novelli, bravi figli e ti darò dell'aiuto.

 È vero che è un sacrificio che farai, ma fallo volentieri per la Congregazione.

 Tu vedi le cose dal tuo punto di vista, ma io conosco il personale più di te,

ed ho della situazione della Congregazione una cognizione più esatta:

ora mi metteresti nel più grave imbarazzo, epperò ti prego di non insistere

e di farlo per l'amore di Dio.

 Io poi intendo di provvedere a codesta Casa in modo, con l'aiuto del Signore,

che non nascano divisioni interne, come già c'erano tra Robert e Don Maurilio,

e come ci furono e gravi tra i Salesiani al Sacro Cuore,

dove il Procuratore Gen.le della Congregazione Monsignor Don Marengo,

che fu poi Vescovo di Massa - Carrara, ed ora è Delegato Apostolico in America

al posto del Card. Cagliero (anima dolcissima e santo di Vescovo)

fu obbligato pro bono pacis, a ritirarsi dal Sacro Cuore,

dove poi le divisioni continuarono tra il Parroco e il Direttore dell'Istituto,

tanto che ora ci si mise il Card. Cagliero. -

 Io ti darò dell'aiuto e ti darò personale il migliore che avrò e di tua scelta,

ma desidero che ci sia unità di governo unità di comando, e che non si sdoppi la Parrocchia

dall'Istituto, ma che il personale che sarà addetto alla Parrocchia e all'Istituto

sia tutto personale in sott'ordine.

            V004P178


Intenderei di metterti vicino Don Montagna o qualcun altro dei migliori di spirito

e più attaccati alla Congregazione, ma anche questi in sott'ordine

e che formino «un cuore ed un'anima sola in Gesù Cristo».

 Montagna, però, oggi come oggi, non te lo posso dare.

Ma, certo, vorrei che a Roma foste in due o tre fidatissimi e bene affiatati,

tanto più che vedo che Don Risi si tiene un po' troppo a sé,

ed è tutto assorbito nelle sue Cieche.

 Spero che Don Martinotti sia ritornato, e che sia giunto anche suo Zio.

 Spero che Sarola Saroli avrà fatto a tempo a partire, e che ora sarà contento anche lui.

 Sembra che si vada adagio, ma è perché o non c'è più la salute di prima,

o c'è tanto lavoro, che ci porta un po' di qui un po' di là; ma lavorare si lavora, grazie a Dio.

 Ti mando una lettera di Robert, cui ho risposto jeri sera.

 Questa lettera che ora ti scrivo comprendi che è riservata,

per qualche espressione che c'è, e per quanto riferisco sui Salesiani.

 Tu devi avere un posto, noto a te solo

dove tenere chiuse e nascoste le lettere di carattere riservato.

 C'è il Maestro Negro che fu viaticato qui stamattina. Pregate per lui

 Don Zanocchi è a casa perché a suo padre venne una paralisi,

e gli ha lasciato un braccio morto - Ritireremo suo padre con noi.

 Qui abbiamo molti malati, circa 20: un Chierico, certo Cecchini, di S. Oreste

alunno di 5 Gin.le, che ha circa 40 gradi di febbre. Cinque Suore malate, e due gravi.

Pregate un poco. Domani a S. Remo prenderanno l'ordinazione quattro Chierici:

Deo gratias! Penserò anche all'Assistente della Colonia, diteglielo pure.

Come va la Colonia? Io sono andato a Pisa ad assistere il Duca Salviati

che ricevette bene tutti i Sacramenti e poi stette meglio, ma venni a casa io che non potevo

più reggermi. Ora sono guarito, benché sento che proprio come prima, non lo sono ancora.

 Avremo presto un'ordinazione qui e poi in Calabria.

Pregate anche per questi Chierici.

 È ritornato l'altro jeri in Congregazione il Suddiacono Don Enrico Bariani.

Si ammalò al suo paese, fu portato all'ospedale di Voghera dove stette 49 giorni

e dove lo aspettava la misericordia di Dio per indicargli la via del ritorno.

Tornò vestito da borghese, reggendosi su due stampelle e con una gamba e piede ingessato.

Lo abbiamo qui a letto; pregate anche per lui che possa rimettersi bene a posto

nello spirito. Ho ricevuto buone notizie da Barcellona prima e poi da Gibilterra

dai nostri due Missionarî. Saranno giunti jeri a Rio Janeiro e domani saranno al Minas.

 Io non sono andato perché trovai la Zurletti in Alessandria già a letto

con un cancro al fegato, e il medico mi disse che presto sarebbe morta.

Essendo io suo esecutore testamentario e per tranquillità dell'inferma

ho sospeso la partenza - E andò bene così. Don Manca ti ajuta? Salutalo

 Mi saluti tutti: io prego per tutti; fate lo stesso voi per me.

 Ti benedico e ti conforto molto in Gesù Cristo e Maria SS. e sono il tuo


           D. Orione