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[Al M. Rev.do Sig.r Don Giuseppe Adaglio

Via Appia Nuova, 126  Roma]


 +        Tortona, 7 ott. bre [1920]

         mattino di giovedì


 Caro Don Adaglio,


 Ho ricevuto la tua lettera con la comunicazione del Superiore dei Cavanis,

che essi non possono più venire.

 Prendiamo tutto dalla mano di Dio, e cerchiamo fare da noi,

senza perderci di coraggio e di, sopra tutto, di confidenza nel Signore.

 Ho disposto che venga a Roma subito il Ch.co Jatì,

il quale ha il diploma di licenza liceale, e può fare scuola,

e poi manderò un altro il quale avrà il diploma da Maestro;

questi, a caso estremo, potrebbe essere anche Don Fiori,

dato che mi sia appena possibile trasferirlo di là.

 Tu lavora quanto più puoi a mettere a posto le Scuole e tutto,

e nel resto il Signore non ci abbandonerà.

 Non parlarne, in Casa, di Don Fiori, ho aspettato fino ad oggi Don Sterpi

per parlarne prima con lui, e poi anche so che qualcuno è un po' leggero,

e non voglio che si creino pettegolezzi avanti tempo, e che nuocciono sempre allo spirito.

 Arrivederci sabato o domenica mattina

 Aff.mo tuo in G. Cr. e Maria SS.


         Sac. Orione  d D. P.


 A Fiori penserei di affidare tutti i ragazzi

 Come a membro del Consiglio ti comunico (e la comunicherai solo a D. Risi)

copia di una lettera avuta da P. Guglielmo;

non voglio che se ne parli, né che D. Contardi sappia, per ora -

Verrò e sentirò. Intanto prega e fa pregare dai tuoi ragazzi.

 Finisco per spedire.

 Sto aspettando D. Sterpi per partire, ma, se anche non venisse,

sempre sabato o domenica, al più, sarò a Roma, a Dio piacendo.

 Aff.mo in G. Cr. e Maria SS.


       Sac. Orione L.  della D. P.


 Ripenso ora che sei tu che me l'hai mandata la lettera di P. Guglielmo,

e quindi non è più il caso di comunicartela.

 Ho appena finito che arriva Don Sterpi -