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[Raccomandata

Al M. Rev.do Don Giuseppe Adaglio

Stazione di Artuf per Rafat

(Giaffa di Palestina) in Palestina]


         [Tortona] 19 Marzo [19]23


 Caro Don Adaglio,


 Gli augurî santi, che a te e a fra Giuseppe ho fatto stamattina sull'Altare,

ti giungeranno in ritardo, ma spero non ti saranno meno graditi.

Il Signore tenga sempre aperta la Sua mano sopra di voi, e vi conforti

e conduca a grande vita di sacrificio e sempre a più grande amore di Dio, della Chiesa

e delle anime, specialmente degli orfani e dei poveri di Gesù Cristo.

 A proposito di poverelli qui Don Curetti mi ha fatto leggere la bella lettera

che tu gli hai scritto, e la proposta di aprire costà una Casa per i Ciechi.

 Tu già saprai che abbiamo anche qui e ch ciechi e cieche,

e quindi ti dico che sarei dispostissimo ad inviare in Palestina o Suore nostre o Religiosi, quando seriamente ci fosse dato di aprirvi un Ricovero od Ospizio per poveri ciechi.

 Però tu ben comprendi che bisognerebbe che fossimo in casa nostra,

e non si avesse a fare con qualche amministratore francese

che, dovendosi comprare un asino, ha fatto aspettare la bellezza di 6 mesi.

 Così non si va avanti e non si combinerà mai nulla.

Io Vedi che, finora, non ho ricevuto alcuna lettera né da te né dal Patriarca;

( né pure Don Sterpi ha ricevuto nulla ) in risposta alle proposte fatte al Patriarca,

e di cui tu ti fu mandata copia.

Io fui a Venezia che sono quattro giorni, e non era giunto nulla ancora.

 Domani vado a Roma, e vedrò se trovo tue lettere o di fra Giuseppe.

 Da Roma vado in Sicilia e Calabria, e mi vi fermerò almeno un 15 giorni,

e indi ripasserò da Roma.

 Noi dobbiamo mirare agli orfanelli e ai ciechi, ai vecchi cadenti etc.:

opere di carità ci vogliono: esse sono l'apologia migliore della Fede cattolica -

 Potremmo anche prendere dei piccoli ciechi e bambine cieche,

e servirci delle nostre Suore. Ma bisogna essere in Casa nostra

e avere terreno da coltivare per mantenerli.

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 Se si vuole mantenere cattolico un paese o renderlo cattolico,

la via più breve e più sicura è di prendere la cura degli orfani e della gioventù povera,

e creare opere opere opere di carità!

Vedi, caro Don Adaglio mio, che cosa si può fare, e suggeriscimilo.

 Bada che io tengo pronto quel personale che l'ho detto già per la Palestina,

ma siccome insistono e insistono dall'America, -

se poi vedo che non si prende dal Patriarca una deliberazione

o non ci si crea una situazione possibile, - io lo spedisco altrove -

dove, oltreché fare del bene in quei paesi, daranno anche un ajuto qui

perché possiamo moltiplicare i Chierici, e avere pronto poi un personale missionario.

 Certo che gli Istituti di carità fanno sempre un grande bene, e non suscitano gelosie. Vedi dunque di farmi sapere qualche cosa, e che ha deciso Sua Eccell. Rev.ma il Patriarca,

e se te ne ha parlato, - e se ritieni che - finalmente - si possa addivenire a qualche situazione

e soluzione possibile, pratica e tale da darci un piede fermo in Palestina,

e modo di lavorare per gli orfani o per i ciechi o per qualche altra istituzione di carità.

 Stare lì unicamente per fare gli amministratori del Patriarcato

o per impedire che gli arabi rubino etc. - non è il fine della nostra Congregazione.

 Bisogna che su ogni nostro passo si crei e fiorisca un'opera di fraternità,

di umanità, di carità purissima e santissima, degna di figli della Chiesa

nata e sgorgata dal Cuore di Gesù:

opere di cuore e di carità cristiana ci vogliono. E tutti vi crederanno!

La carità apre gli occhi alla Fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio.

 Gesù è venuto nella carità, - non colla eloquenza, non colla forza,

non colla potenza, non col genio, ma col cuore: con la carità.

 Scrivimi dunque qualche cosa, ma subito, prima che io ritorni in America.

 Conforto, benedico e abbraccio spiritualmente in Domino te e tutti -

 Il Signore sia con voi! La Madonna SS. vi assista tutti e ciascuno:

vi metto nelle sue mani di Madre celeste -

 Qui tutti bene, eccetto Garberoglio.

 Sabato ha ricevuto il Suddiaconato il Ch.co Bormini di Venezia -

 Tuo aff.mo in Xsto


        Sac. Orione  d D Pr