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Copia esattamente conforme
Anime e Anime
Venezia, Istituto s. Gerolamo Artigianelli
per Artigianelli -, il IV Agosto 1924
Caro D. Adaglio,
Grazia, conforto e pace da Nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso!
Ho ricevuto la tua lettera il 24 luglio, (quella che porta la data dell'11 Luglio ),
mentre avevo comunicato a Villa Soranzo gli Esercizi Spir.li, che finirono in questi giorni.
Ho sentito viva pena di quanto mi hai scritto,
e penso saranno i miei peccati a condurre a tale punto le cose.
Prego la misericordia del Signore di perdonarmi e anche la tua carità mi voglia aiutare.
Non potei risponderti subito perché ero occupatissimo
nel prepararmi a fare le istruzioni, e, sopra tutto, perché desideravo pregarci prima
e rifletterci, senza umana premura.
La lettera che ho scritto a Sua Eccell. Rev.ma il Patriarca Mgr Barlassina,
mi pareva quanto di meglio, coram Deo, potessi e dovessi scrivere; -
né oggi saprei scriverla diversamente, - benché assai mi spiaccia
che essa non sia stata trovata soddisfacente.-
In me c'era e c'è sempre ogni migliore disposizione di secondare,
per quanto m'è possibile, i desideri di codesto Rev.mo Mgr Patriarca.
E invero con quella lettera io ho formalmente e pienamente accettato
quanto Sua Eccellenza stessa mi aveva scritto e proposto.
Anche per la condizione posta da me, e fin ab initio accettata da Lui,
che noi dovessimo avere un piede fermo in Palestina,
ho pure accolta la soluzione dal Patriarca propostami,
di acquistare cioè quella consaputa sua casa.
Ho domandato solo che il Direttore dell'Orfanotrofio di Rafat possa venire in Italia
non una volta ogni dieci anni, ma , almeno, ogni cinque anni, - e ciò mi pare di necessità,
pel buon andamento della Casa od Orfanotrofio stesso,
poiché, a voce, si sistemano molte cose e più facilmente.
Quella mia lettera al Patriarca fu lungamente pensata davanti al Tabernacolo,
e deposta, poi, ai piedi della Madonna. Mi pare averla scritta con sincerità di spirito
e da sacerdote di Dio.
Cosa vuoi? Sarà certo mia ignoranza, ma sento che, anche oggi
e pure se fossi in punto di morte la scriverei tale e quale.
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Quanto a provvedimenti o disposizioni
è evidente che io non ne potevo e non ne potrei subito prendere
se, prima, non si fa una Convenzione che vincoli ambo le parti.
Se i provvedimenti cui accenni, significano, come mi par ovvio, invio di personale,
capirai, caro mio D. Adaglio, che, fino a che non c'è nulla di nero sul bianco
e di seriamente concluso, non m'è possibile più lanciare del personale.
Ciò fu detto, e fu poi scritto anche da D. Sterpi: non c'è che da rileggere le nostre lettere.
Tu stesso in tue lettere di altra volta, hai lamentato
che non si fossero fatti patti chiari e scritti.
Si faccia dunque lo scritto promessomi fin ab initio, e manderò il personale che occorre.
La Convenzione come vincola me e i miei successori, cioè la Congregazione,
così vincoli anche i possibili Successori del Patriarca.
Egli mi disse che questo intendeva fare; e, certo, lo ricorderà.
Non è affatto mancanza di fiducia verso la Sua Persona,
ma è cosa tanto logica, e che ormai si rende necessaria.
Io vi ho mandati sulla parola del Patriarca,
però si è sempre detto che avremmo concretata e fissata la situazione,
e ciò per un dato periodo di anni,
con una Convenzione da sottoporsi pure a Propaganda Fide,
perché avesse valore pei possibili Successori dell'attuale Patriarca.
E anche a Roma mi hanno poi detto così.
Io ho accettato tutti i patti propostimi, ma essi non hanno forza fino ad oggi.
Era dunque evidente che il primo provvedimento
fosse di addivenire alla promessa Convenzione.
E questa mi aspettavo che il Patriarca mi mandasse,
se mantiene quanto mi ha promesso e scritto, come non ne devo dubitare.
Questa, o caro mio Don Adaglio, era ed è la prima disposizione da prendersi,
e che io, per un elementare senso di delicatezza, non dovevo nell'altra mia suggerire;
che se oggi ne devo scrivere è perché mi ci trovo costretto dalla tua lettera
e dalle espressioni che usi.
Ma essa Convenzione non può ora partire da me,
a meno che Sua Eccellenza Rev.ma mi scriva di stenderla io.
Essa per altro è necessaria per darmi modo di inviarvi altro personale.
Vedi che non ho mandato in America, benché già da un anno ne abbia pronto il passaporto,
il nostro D. Gemelli e altri, per tenerli pronti per la Palestina.
D. Gemelli è dei migliori Sacerdoti nostri per pietà e per spirito grande di lavoro:
ha robustezza, conoscenza e attitudini per l'agricoltura.
Dio mi è testimonio di quanto dico e tutta la Congregazione lo sa
che fu trattenuto per averlo pronto per la Terra Santa.
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Ma, ripeto, se si vuole che noi restiamo e che mandiamo personale,
Sua Eccellenza Rev.ma Mgr Patriarca Barlassina non ha che da stendere la Convenzione,
secondo i patti fissati e accettati.
Con la Convenzione si avrà tutto: senza la Convenzione, caro Don Adaglio,
pure con mio vivo dispiacere, e non affatto per mancare di riguardo a Sua Eccell.
Rev.ma il Patriarca, non potrei mandare nessuno, e anzi dovrei ritirare chi c'è.
Ecco la ragione per cui ti ho pregato e supplicato in Gesù Cristo,
e ancora oggi ti prego e ti supplico di non partire,
se, prima, la posizione non sia, in un modo o in un altro, definita.
Vorrai comprendere, caro Don Adaglio, che, sotto ogni riguardo,
tu non puoi onestamente abbandonare codesti figliuoli e il tuo posto,
in un momento così grave e decisivo.
Ché, se si dovrà partire, è bene, e per ogni riguardo conveniente, che partiate tutti insieme.
Esponi pure a Sua Eccellenza il Patriarca il contenuto di questa mia
e pure la stessa lettera, e gli presenti i miei ossequi. Così egli deciderà in Domino.
Benedico di cuore e in Gesù Cristo Crocifisso a te, caro D. Adaglio,
e ai Confratelli, - e per voi prego ogni dì nella Messa, in modo particolare.
Qui abbiamo fatto gli Esercizi Spir.li,
ed eravamo in 23 Sacerdoti della Congregazione.
Ora vi sarà una seconda muta a Villa Soranzo, un'altra alla Moffa in questi giorni stessi,
e una, un po' più tardi a Reggio Cal.
Voi siete da tutti ricordati, e molto, molto più di quanto, forse, pensate.
Confido che la SS. Vergine Madre di Dio e nostra, vorrà recarvi,
anche con la presente, una qualche consolazione.
Abbraccio te e gli altri due in osculo sancto, e prego umilmente N. Signore
di confortarvi, e di farvi ben comprendere
che Gesù si ama e si serve in Croce e crocifissi, per l'amore Suo.
E vi benedico ancora tutti e ciascuno.
E pregate per me, che sono il v/ aff.mo in N. Signore Gesù Cr.
Sac. Orione Luigi della Div. Provv.za
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P. S. Don Sterpi, D. Risi, Don Pensa, Don Cremaschi, Don Perduca, Don Saroli,
Don Bartoli, Don Marabotto, Don Gemelli, Don Fiori, Don Bruno, Don Bariani,
Don Martinotti, Don Ferretti, Don Putortì, Don Piccardo, Don Bormini,
che sono ancora qui, ti salutano carissimamente, e salutano i due Confratelli.
A fare gli Esercizi eravamo 44, compresi alcuni Chierici più alti,
venuti da altre Case, e un po' di questi che poterono venire
IV Agosto
Anniversario elezione di Pio X
Anniversario della Morte di D. Gaspare Goggi
Iº Anniversario dell'atto di acquisto di questo Istituto S. Gerolamo Emiliani
per Artigianelli.- Deo gratias!