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[Al Rev.do Signore

Sig.r Don Giuseppe Adaglio

Stazione di Artuf per Rafat

Giaffa di Palestina - Palestina]


 +      Anime e Anime!

       Venezia, [Manin] 5  Marzo 1925


 Caro Don Adaglio,


 La grazia di N. Signore sia sempre con te!

 Ho ricevuto solo jeri la tua lettera del 25 febbr., inviatami a Roma.

 Mi venne inviata qui, ma di qui ero già partito per andare a Tortona, poi a Torino

e due volte a Genova.

 Evidentemente tu mi scrivi così perché non hai ricevuto una mia lettera

che ti ho scritto da Roma, dopo aver trattato a lungo con Sua Eccell. il Patriarca.

La lettera ti era stata spedita prima che il Patriarca lasciasse Roma,

- quindi suppongo che avresti dovuto riceverla o prima che egli giungesse

o contemporaneamente, almeno. Pazienza!

 Da Tortona ti scrissi pure alcuni giorni fa una lettera, dopo avere visto

i tuoi molto allarmati circa la tua salute .

 Avevo visto anche il Senatore Schiaparelli e quindi ti comunicavo pure la decisione sulla venuta costì di Don Vittorio Gatti.

 E ciò prima che mi giungesse il permesso di Propaganda Fide, che trovai qui, di

dove mi fu spedito da Don Risi, avendo la Congregazione indirizzato ad Ognissanti.

La determinazione da me presa che Don Gatti venisse fu non solo perché vedesse

la posizione di Cafarnao, ma sopra tutto, perché venisse a dare conforto a voi.

 Egli ti sentirà su tutto, e sul posto vedrà meglio ogni cosa. Le condizioni sulla salute tua e di fra Giuseppe (ho letto ora una lettera da lui scritta da Cafarnao a Don Sterpi)

mi stanno molto a cuore .

 Vediamo come si può fare sia per la vostra salute che per la sistemazione del Rafat .

 Così vedrete che condizioni si possono fare per Cafarnao all'Associazione

pei Missionari Italiani: io ho continuate le pratiche basandomi su quanto tu mi avevi scritto, dopo la tua visita a Cafarnao .

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 Per il tempo che Sua Eccell. il Patriarca fu a Roma, io Lo vidi la prima volta

di sfuggita, è vero; e non potevo trattenermi perché chiamato d'urgenza presso un malato grave a San Severino (il Conte Servanzi che morì) prima dovevo recarmi nelle Marche.

 Andai più volte a cercare il Patriarca sia a Roma dagli Assunzionisti

- dove aveva preso terra - che a Torino dai Fratelli delle Scuole Cristiane

al Collegio S. Giuseppe .

 Egli aveva da girare per i fatti suoi ed io avevo i nostri .

 A spasso, caro Don Adaglio, non si va, e in avvenire mi giudicherai meno severamente quando tu o altri metterete le mani nell'Archivio della Congregazione,

e vedrete il perché di certi silenzi e altro .

 Ho trattato col Patriarca a lungo, fin che ce ne fu bisogno, e ho ceduto su quanto Lui ha insistito che cedessi .

 Vuol dire che, se poi non si potrà andare avanti, con ogni semplicità, lealtà e dirittura morale gli dirò: Veda, Eccellenza, in pratica questo non si può fare .

 E devo ritenere che Egli, dove vedrà la ragionevolezza ci starà. Ripeto ciò che altra volta ti ho scritto: per la Terra Santa andremo ben volentieri sino ai più grandi sacrifici .

 Più di così non so cosa dire ne che potrei fare .

 Si sono fatti patti a voce finora, e ti avevo scritto da Roma per sentirti circa quanto Egli mi disse essere disposto a dare ogni anno, cioè L. 260 oro annue per i viaggi

di chi deve ritornare o per non venire più in Palestina o per rifarsi ogni periodo di tempo

(che non fu più stabilito) per rifarsi nello spirito o rivedere le famiglie.

 Nella mia lettera da Roma chiedevo il tuo parere in proposito .

 Ora ad es. ci sono tre che dovrebbero venire. È vero che sto facendo pratiche

col Senatore Schiaparelli per avere il viaggio di questi tre (escluso il vitto) gratuito in 3a Classe, ma non so se lo potrò ottenere .

 Di più: il Patriarca voleva che li mandassi subito, entro Marzo; ma entro questo tempo sia per le pratiche burocratiche dei passaporti che per i passaggi - vedo difficile riuscirci ad ottenere .

 Pare che di viaggi possano disporne solo su dati piroscafi, e in numero limitato,

e non in tutti i mesi.

 Ancora jeri  ho scritto al Senatore Schiaparelli, e fui anche a Torino

Venerdì passato da Lui.

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 Poi ti ho scritto da Tortona.

 Ti mando copia della concessione ottenuta da Propaganda che vorrai comunicare

al Patriarca. Ne ho inviato copia al Senatore Schiaparelli e a Don Gatti a Rodi,

per Loro cognizione e norma. Ciò che però fa molta pena a me come a tutti di qui

sono le cattive condizioni di salute tua e di fra Giuseppe.

 Io prego di cuore per la vostra guarigione, e mi conforto che presto verrà Don Gatti,

e ciò spero vi sarà di sollievo e vi rianimerà.

 Vedi che nella lettera da Roma c'era anche qualche riga sia per Fra Giuseppe

che per Gismondi. Lo dirai loro, se non fosse poi giunta.

 Assicurali che sempre vi ho presenti e che soffro del vostro soffrire,

e prego N. Signore di assistervi e darvi pazienza e grazia di valervi delle vostre pene

per crescere nel suo santo amore e divino servizio .

 Certo mi dà gran dolore a sentire sempre da te che non c'è unione.

Se avete tutti l'amore di Dio e desiderio di servirLo, come non ci può essere unione?

 Lo spirito del Signore, l'amore del Signore è spirito ed è amore di unione

e di carità reciproca.

 La nostra forza sta nella carità, che è Dio, e nell'unione, che il cui vincolo

è Gesù Cristo .

 Abbiate spirito di compatimento reciproco, perché tutti abbiamo i nostri difetti,

e fate atti di umiltà gli uni con gli altri .

 Il Patriarca mi ha parlato molto bene di voi, - et Deo gratias!

 Nei servi di Dio non deve mai entrare alcun scoraggiamento

e neppure alcuna tristezza.

 Siamo figli di Dio, e dobbiamo avere una illimitata fiducia in Lui: siamo soldati

di Cristo, anzi suoi Capitani e sue Guardie giurate, e perciò non dobbiamo temere,

ma crescere sempre il coraggio e la lena nella confidenza in Dio che ci è Padre,

e in Gesù Cristo di cui siamo membri e nello Spirito Santo

per cui viviamo nella Santa Chiesa di Cristo.

 Non temere, caro Don Adaglio, e non temete voi del Rafat: amate il Signore

e amatevi nel Signore tra di voi e nel suo amore compatitevi e ajutatevi, e poi non temete .

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 Il Signore sta sempre vicino a quelli che l'amano e si affaticano per suo amore.

 Tu caro mio Don Adaglio, hai una tal quale inclinazione a lasciarti cadere d'animo.

Age contra: devi reagire contro lo scoraggiamento. Dammi ascolto. Domanda sempre a Dio la confidenza in Lui e il santo coraggio.

 Conforto e benedico a te e ai tuoi fratelli.

 In G: Cr: e Maria SS.  Tuo


         Sac. Orione d. D. Provv.

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