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[Al Molto Rev.do Signore
Signor Don Giuseppe Adaglio
presso Sua Eccellenza Rev.ma Mg.r Barlassina
Patriarca Latino di Gerusalemme
(Giaffa di Palestina) - Palestina]
Anime e Anime!
Tortona, il X Giugno 1925
Caro Don Adaglio,
La grazia e la pace di Gesù Cristo siano sempre con noi.
Ho ricevuto la tua che mi hai scritto già da Salt. Mi ha confortato la notizia
che hai trovato una buona Signora che ha per te cure e cuore di madre. Dio La ricompensi!
Quanto al mio desiderio su di te è questo: io desidero e voglio che tu,
appena potrai viaggiare, venga a ristabilirti qui da noi in Italia,
nell'aria dove sei nato e cresciuto.
Dove
Qui ti manderò ai monti o al mare, come i medici diranno che ti può
far meglio, e la Divina Provvidenza nulla ti lascierà
mancare di quanto può giovarti
per riprendere la perduta salute.
Questo l'ho già detto anche qualche giorno fa a tuo fratello il primo.
Noi siamo anche pronti a mandare uno a prenderti per accompagnarti nel viaggio:
non hai che da dirmelo.
Tu vedi di rimetterti tanto da poter fare il viaggio senza pericolo: senti bene i medici, e poi non badare, ché Nostro Signore provvede sempre quando si tratta di necessità
e di casi come il tuo caso.
Qui noi abbiamo fatto speciali preghiere per te, e continuiamo a pregare.
Coraggio, caro D. Adaglio!
Ecco, ora sai chiaro il mio desiderio. Certo io mi trovo assai pentito
di non averti fatto venire prima; ma, per la verità mi ero formato l'idea
che mi chiedessi di venire perché avevi dispiaceri dai due che erano con te,
e mai più sospettavo che tu avessi addosso tanto male. Anche quando il Patriarca
fu qui in Italia non mi disse che eri malato, anzi fui io a dirglielo,
perché già avevo ricevuto lettere da te, prima della sua partenza.
Ho sentito con vivo piacere che si è posta e benedetta dal Patriarca
la prima pietra dell'Orfanotrofio Agricolo di Rafat, e che fecero una bella festicciola.
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Ed ho pensato che mancava quegli che più aveva lavorato per vedere quel giorno.
Ma Iddio ti ricompenserà ben più largamente.
Fra Giuseppe mi scrive che va meglio, e anche Gismondi pare non insista
di tornare in Italia. Solo mi fa sentire d'essere un po' mortificato,
perché vede i suoi compagni di qui prendere gli Ordini, e lui no.
Gli ho risposto confortandolo; se D. Gemelli gli potrà, ora che c'è un po' più d'aiuto,
fare un po' di scuola, poi vedremo, di accordo con te, come fare.
La parte della tua lettera dove mi parli di Don Gatti, quello che visse e morì costà
in concetto di santo, la pubblicheremo su l'Opera della Div. Provv.za.
Ora l'ho data al Can.co Perduca da leggere ai Chierici del Seminario.
Essa qui ci ha fatto molto del bene. Bisognerebbe avere tutte le possibili notizie di lui,
e volentieri le pubblicherei in un opuscoletto;
sono biografie che fanno sempre un gran bene.
È morto il padre di Don Sterpi, che era già malato da tanto;
fece la morte dei Patriarchi; aveva 89 anni.
Il papà di D. Montagna è sempre lo stesso, metà morto.
D. Montagna è in Italia, e vi resterà finché piacerà al Signore che suo padre viva.
Abbiamo avuto per la SS. Trinità ordinati undici Chierici, tonsure e Minori
e un Suddiacono, certo Orlandi di Lungavilla.
A San Pietro avremo due Diaconi (Del Rosso e Di Pietro)
e facilmente due Suddiaconi e qualche Minorista.
A Bra abbiamo una ventina di Novizî la più parte già avanti di età,
e c'è del buono, con la grazia di Dio.
Il 20 corr. parte Don Bruno con altri tre per Rodi, un Chierico e due lavoratori.
Sto preparando il personale pel Monte delle Beatitudini presso Cafarnao,
una volta che possiamo combinare con Schiaparelli.
Don Gatti è a Rodi ad aspettarvi i partenti; poi andrà a Costantinopoli
a prendere gli orfani da condurre a Rodi, e in Agosto sarà, spero, di ritorno.
Aspettiamo ora tutti tue notizie. Noi preghiamo e stiamo aspettando,
affidati al Signore che sa quale è il tuo e il nostro meglio.
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Coraggio! caro Don Adaglio, siamo quaggiù per espiare, per farci dei meriti, uniformandoci specialmente nelle sofferenze, alla volontà di Dio, che sa il nostro meglio.
Cerchiamo il regno di Dio, e Iddio, che ci è Padre, penserà a noi.
Egli ci ama e ci ha dato e ci dà nella sua grazia una consolazione eterna!
Egli, il Signore ti conforti con le celesti speranze, e consoli il tuo cuore
e ti rinvigorisca nello spirito e nella salute come noi Lo preghiamo di cuore.
Ti benedico in Gesù Cristo e nella Santa Madonna.
Tuo aff.mo
Sac. Orione d. D. Provv.za
Tutti ti salutano fraternamente e pregano per te
P. S. Se non fossi più a Salt, ma a Gerusalemme,
fai ogni, mio ossequio a Sua Eccell. Mg.r Patriarca
e gli farai, anche per me, i più Santi Auguri.
[sulla busta]:
Si prega di farla recapitare dove il Don Adaglio si trova.