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[Al M. Rev.do Signore

Il Sign. Don Giuseppe Adaglio

Tenuta Parpaglia

(Torino) Candiolo]


      Anime e Anime!

      Tortona, il  12  Ottobre 1925


 Caro Don Adaglio,

 La grazia e la pace di Nostro Signore sia sempre con te! con me, con tutti!

 In questi giorni è tornato a Torino il Senatore Schiaparelli;

desidererei che tu lo vedessi. Egli in una sua lettera parla di te,

e mostrerebbe desiderio che andassi tu al Rafat.

 Almeno per un primo tempo sarei anch'io del suo parere e perché, sovra tutto,

ti possa curare, come egli pure dice, e anche per definire bene e fin da principio,

la nostra posizione colà. Non vorrei che si fosse dipendenti poi dalle Suore:

né loro dipendere da noi né noi da loro: libertà per tutti.

 Ti unisco copia della Convenzione inviata dallo stesso Schiaparelli.

Vedo che in essa nulla affatto si dice di retribuzione a noi.

Invece desidero su questo le cose ben chiare: i servi a cui non si da nulla

finiscono di pagarsi da sé, se pur non diventano ladri.

No. Se uno invecchia o per febbri o malattie si renderà incapace a più restare colà;

su le braccia di chi passa?

Su quelle della Congregazione, direttamente. Ed è giusto.

Ma se alla Congregazione non ha dato mai nulla?

Poi ogni membro valido della Congregazione dev'essere quasi un padre di famiglia,

deve cioè pensare come se avesse a provvedere a due o tre piccoli.

Sono figli della Congregazione, quelli che si vanno formando e crescendo per sostituirci,

e perché la Congregazione abbia il personale che le si richiede.

Resta assurdo pretendere che si mandi personale, se non ci si ajuta a formarcelo.

 Queste ovvie ragioni furono dette da Don Sterpi e da Don Gatti,

quando videro questa bozza di Convenzione.

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 Noi non vogliamo avvantaggiare d'un solo centesimo,

solo dobbiamo (di necessità) pensare a non togliere il pane già scarso a questi orfani

che abbiamo per dover provvedere a quelli che per vecchiaja, malattie o inabilità al lavoro

ci venissero da altre Case e dopo aver prestata l'opera loro per altre Istituzioni.

 Di più bisogna che pensiamo a formarci un personale che, e per qualità e per numero, risponda alle continue richieste ed esigenze che ci vengono proprio da quegli Enti

ai quali prestiamo la nostra mano d'opera.

Quindi ti do l'incarico di discutere col Senatore Schiaparelli quei punti della Convenzione che, a parere di te, che sei stato sul posto e conosci usi e cose,

ti paressero non sufficientemente rispondenti, non chiari o fin mancanti.

 Ecco, caro Don Adaglio, il motivo per cui ti ho fatto dire da tuo fratello

di trattenerti a Torino fino a che non abbia conferito col Senatore.

Egli si trova dalle 9 a mezzodì e dalle 3 alle 5

a Via Accademia delle Scienze Museo Antichità n. 4.

 Ti accludo sua lettera e bozza di Convenzione.

 Vedi che pure per Rodi desidero che, messo a posto Cafarnao come Convenzione,

si metta pure a posto Rodi.

 Per Rodi non ho potuto finora cambiare niente; a voce ti dirò di più.

 Da Rodi è giunto Don Gatti, il quale pure in questi giorni dovrà venire ad informare il Senatore. Ma è bene che tu vada per conto nostro, e ora limitiamoci a Cafarnao,

poi vedremo, dopo l'andata di Don Gatti di stabilire bene anche per Rodi

o a mezzo di Don Gatti o di me.

 Fra Giuseppe è a Cafarnao, io ne ho scritto al Senatore,

e anzi gli ho trascritta una lettera buona di Fra Giuseppe, inviandogli però anche l'originale stesso, perché amo che tutto si faccia con la massima dirittura sempre.

 Da Don Gemelli non so più nulla, - solo so che tutti affrettano il tuo ritorno.

 Ti mando la risposta di Cenci.

 A Rodi le cose si mettono, pare, molto bene, e già ne ho informato lo stesso Senatore.

 Ora poi ci andrà Don Gatti.

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 Al Senatore scrivo oggi una parola prevenendolo della tua visita;

tu prendi nota di ciò che egli ti dirà in merito alla parte della Convenzione

che Don Sterpi e altri avrebbe trovato mancante.

 È facile poi che tu stesso trova altre lacune che vorrai far rilevare

allo stesso Sig.r Senatore.

Egli come mi scrisse, dice di togliere e di aggiungere che sempre saranno andati d'accordo.  E va bene.

Anzi voleva che la avessi stesa io la Convenzione.

Confido quindi che non se l'avrà a male. Noi preghiamo.

 Amiamo le cose ben chiare, per noi come per tutti: "patti chiari, amicizia lunga".

 Egli vorrebbe anche si mandasse un motorista pel motoscafo, e dice (in altra lettera)

"dandogli una qualche paga". Il che mi fece pensare che per gli altri

non ci sarebbero che i viaggi.

 Ho sentito con vivo piacere che vai meglio, e Deo gratias!

 Dal Patriarca più nulla. Ti prego di fare ogni rispetto ai tuoi,

e ti conforto e benedico nel Signore e nella Madonna SS: Tuo aff.mo


        Sac. Orione  d. D. P.