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[Raccomandata

Al Molto Rev.do Signore Sig.r Don Giuseppe Adaglio

Ospizio Associazione Missionarî Italia

Tiberiade per Cafarnao (Palestina)]

         Anime e Anime!

         Tortona, 15 Genn 1930


 Caro Don Adaglio,


 Grazia e pace da N. Signore!

 La tua lettera del 6 corr. indirizzatami a Roma, la ricevo qui, stasera, 15 Gennaio.

 A meno che il Conte sappia e sia consenziente di quanto si è deciso

tra te e Don Gemelli, circa il passaggio di Pio a Rodi, - non so come resteremo,

e certo si finirebbe di passare dalla parte del torto. Tuttavia non posso credere

che abbiate fatto questo, senza averlo consultato, e averne avuto il bene stare,

- verrebbe ad essere compromesso anche Gemelli.

 D'altronde se Pio partiva già il 10 Genn. da Cafarnao, io non avrei fatto più a tempo ad impedire questo passo, fosse stato anche sbagliato, perché mi hai scritto il 6 Genn.

 Il Conte mi scriveva anche lui, proprio il 6 Genn., dicendomi che aveva urgenza

di parlarmi per Cafarnao, e che andava a Roma, - di vederci colà oppure a Torino,

dopo alcuni giorni, al suo ritorno.

 Io ero appena tornato il 4 da Roma, per la morte del Tommaso Canepa di Genova, ebbi poi il funerale ed altri impegni.

 L'altro jeri ricevetti altra lettera dal Conte, da Torino, e per espresso.

Mi diceva che a Roma aveva avuto da Cafarnao nuove notizie, e che le cose costì precipitavano.

 Ho risposto che sarei andato e vi andrò posdomani 17, - perché stassera

telefono a D. Gemelli che mi telegrafi se l'andata a Rodi di Pio fu cosa combinata

col Conte, ed attenderei di avere risposta per regolarmi col Conte;

se tutto fosse stato fatto a sua insaputa mi avreste messo in una posizione non piacevole. Ma non sarà, spero.   Anime e Anime!

 Non so però capire come si sia deciso di trasferire Pio, mentre nulla avevo più

ricevuto, in proposito né da te né da Gemelli. E la decisione del Conte era ben diversa,

per quanto mi risulta, anche dopo la partenza di Fr. Giuseppe.

 Io e Fra Giuseppe fummo da lui, quando era già stato stabilito il ritorno di Renato, xxx (e Renato era anzi già partito) e fu deciso che anche Pio restasse.

E Fra Giuseppe portò a Cafarnao la decisione, che tutti e due dovevano restare.

 E anche dopo il Conte, che a me risulti, non cambiò decisione,

e i suoi sentimenti su più punti andavano anzi modificandosi,

sia quanto all'andamento della Colonia che quanto a te.

 Ho scritto poi e ho sempre detto di temporeggiare e di non aggravare da parte nostra, la nostra situazione. Ora che é mai intervenuto, che mandi Pio a Rodi?


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 Io lavoro da mesi a Torino e a Roma per modificare la nostra situazione,

poiché a certe tue lettere non si può rispondere con dei pezzi di carta,

ma lavorando qui a smussare angoli; - come mai questo colpo di testa

o del Conte o vostro?

 Quanto a Renato, dopo che l'Associazione lo ha un mese fa rinviato costà,

- e bene so quanto ho fatto per lui! - mi sembrerebbe poco onesto

che oggi passasse ad altri; e mi guarderò bene dal dargli simile consiglio.

In che situazione morale mi verrei a trovare, non solo col Conte,

ma con Salvago Raggi e con altri?

 Prima di farlo partire ho condotto le cose in modo da essere ben sicuro

che sarebbe stato tenuto, ed ora?

 Se egli voleva venir via da sotto all'Associazione doveva, da galantuomo,

dichiararlo quando era in Italia, - ma non fare così.

 E tu, caro mio Don Adaglio, che figura ci verrai a fare?

Non so, ma certo, non bella. Per chi ti conosce e sa la tua innata rettitudine, no;

ma, e per chi non ti conosce?

 Ho timore che lascerai l'impressione che tu, adoprandoti ad allontanare le braccia

di lavoro, fai un ripicco, - e presso l'Associazione, presso la Custodia

e le Suore diranno che sei stato il disfattista; e diranno e a Torino e a Roma

presso Salvago Raggi che da noi si agisce per passione, dopo la vertenza con le Monache.

 E l'impressione sarà tale, per chi non ti conosce.

 E pensare che sto da mesi adoprandomi per migliorare la situazione! Pazienza!

Ma poi tutto a tambur battente? E in una situazione già così delicata?

 Il 21 Dicembre giunge Fra Giuseppe, e certo avrà detto che tutti e due

erano confermati, - e il 10 Gennajo uno già parte, e Renato avrebbe già un altro contratto? Ma si può fare questo? Questo poi è voler liquidare, e i liquidatori saremmo noi?

Ma io non ho mai detto di liquidare, o non certo certo a questo modo.

 Già avevo scritto che si finirebbe di dire che gli incontentabili siamo noi...

via da Rafat, via da Cafarnao!

 Preghiamo e la Madonna voglia assisterci maternamente.

 Quanto alla proposta del Patriarca, Lo ringrazî, ma, al tempo stesso fai presente che, se avessi potuto accettarla, lo avrei fatto dalla prima ora.

 Che, se un argomento mancava, è ora proprio questa nuova situazione

che si viene creando a Cafarnao: per la nostra persona morale neanche per ombra

vorrei si potesse credere che si liquida Cafarnao per farci un altro nido,

e ciò mentre qui pendevano trattative tra l'Associazione e la Piccola Opera,

che miglioravano la situazione.

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 Scrivo questa lettera prima di recarmi a Torino, e la spedisco,

perché tu sappia che le riflessioni sono tutte mie.

 Prega per me, e Gesù e la Madonna benedetta confortino te e tutti.

 Aff.mo tuo


      Sac. Luigi Orione  della Div. Provv.za


P.S. Che se l'andata di Pio a Rodi fu combinata da Fra Giuseppe e Gemelli,

 mentre fr. Giuseppe era a Rodi, prima di tutto Fra Giuseppe non aveva dal Conte

 tale incarico, e aveva sostenuto col Conte che Pio era necessario a Cafarnao,

 - e poi perché non preavvertirmi, data la situazione nostra con l'Associazione?


P.S. Credo bene unirti copia esatta della 2da lettera

 avuta in questi giorni dal Conte, che mi fareste supporre

 che costì si faccia a sua insaputa.