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[Al Molto Rev. Sig.r
Don Giuseppe Adaglio Ospedale Italiano Caifa (Palestina)]
Anime e Anime!
Tortona, il 28 Genn. 1930
Caro Don Adaglio,
Grazia e pace da N. Signore!
Spero che starai meglio, e tutti qui preghiamo per te, - come pure si prega a Voghera, a Villa Moffa, a Roma, a Venezia; - anche Suor Pazienza fa pregare le sue Suore.
Attendiamo tue notizie. Le notizie nostre non sono tanto buone, pur troppo!
Ma sia fatta la volontà di Dio!
Abbiamo il Don Tricerri nella Casa di Mursecco che dà giù, non è grave,
ma è grave l'età; ed egli poi si lascia un po' cadere, povero vecchio!
Oggi non c'è Don Sterpi a Tortona, ma appena tornato, e forse domani, andrò da lui.
Qui poi, - e questo ci tiene, direi più in apprensione, c'è il Can.co D. Perduca
malato dal 9 corr. e non si mette al meglio, finora. Fu visitato già da tre medici,
non sanno dirci che malattia ha; non può reggersi in piedi ed ha febbre alla sera,
- ha male alle gambe, che prima erano gonfie e coperte di grosse macchie rosse;
oggi vi sarà consulto.
Pensa in che ansietà è sua madre, che nello scorso mese andò in fin di vita
ed ha male di cuore. Pregate! Pregate!
Anche tua mamma, - te lo avranno scritto i tuoi, - non è stata bene; io non lo sapevo. Ebbe la polmonite ed ora, grazie a Dio, va meglio. Fu assistita da tua sorella,
che tornò da casa jer l'altro, - ed ora va e viene tutti i giovedì e le domeniche.
Antonio continua ad assisterla tutte le notti; va meglio, dico, ma le polmoniti
sono polmoniti, ed esigono poi molti riguardi e conforti.
A tua mamma non mancarono né gli uni, né gli altri, come mi disse tua sorella,
ma, se tu potessi venire presto, certo le farebbe piacere.
Però non ti avventurare al mare, se prima non ti sei rimesso; qui è una stagione bruttissima, da qualche settimana, - non è tanto il freddo, quanto la umidità che penetra
le ossa: abbiamo l'infermeria piena: Iddio ci salvi dalle disgrazie!
E Fra Giuseppe è lì con te? Spero di sì. Da tutte queste malattie impariamo,
o miei Cari, a patire volentieri e a ricevere dalle mani del Signore con grande tranquillità, con umiltà, con fede e fin con riconoscenza i mali che Iddio ci manda o permette
che abbiamo; - e, pensando ai patimenti sofferti da N. Signore Gesù Cristo, offriamo a Lui
le nostre sofferenze fisiche e morali. La Madonna SS. conforti te e Fra Giuseppe
di ogni più grande benedizione.
Aff.mo tuo
Sac. Luigi Orione