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Anime e Anime!
[Tortona,] 28 sett.bre 1930 sera
Caro Don Adaglio,
La grazia di N. Signore e la sua pace siano sempre con noi!
Ho ricevuto la tua del 7 sett.bre, l'ultima avuta, dove mi dici della tua deposizione fatta al Patriarca. E tu avrai, in questo mese, avute due mie lettere; - sin dalla prima,
scritta il 28 Agosto, tra i lavori della vigilia della Guardia, ti comunicavo la deliberazione presa di ritirarci da Cafarnao. Poi te ne ho scritto anche altra dopo; - e ti ho detto di parlare a Sua Eccell. il Patriarca e vedere se era possibile non venir via dalla Terra Santa.
Ho atteso sino a qualche giorno fa, - poi, ho ritenuto venuto il momento di notificare all'Associazione il nostro ritiro.
Da Fra Giuseppe ebbi la lettera cui tu accenni nell'ultima tua, quella di Fra Giuseppe e del 4 Sett.bre, - non gli ho risposto subito poiché avevo già dato disposizioni a te.
Non è più il caso di fermarci a discutere sui lavori e sulla capacità della Casa del lago - né reputo conveniente rivolgermi all'Ing.r Barluzzi per pregarlo a notificarmi gli addebiti
a te fatti. Forse tu ignori che egli mi conosce, - se mai avrebbe potuto ben farmi sapere qualche cosa. Io non ho più potuto recarmi a Roma, dopo la Guardia; - ci furono poi subito
le feste di S. Alberto e altro lavoro, e tra la stanchezza e che non mi sono sentito bene,
non sono più andato Avevo il viaggio pagato anche per Lourdes, quale Direttore Sp.le
del Pellegrinaggio Genovese, e non ho potuto andare perché indisposto.
È un disturbo allo stomaco che va e viene, e adesso andrò a Roma per i raggi,
poiché qualche medico dice che potrebb'essere un ulcere o un tumore, e che, preso a tempo, si può guarire. Ritengo sia niente, forse cosa nervosa.
Non ho febbre, ed ho dei giorni che sto proprio bene, come prima, così oggi.
Vado a Roma stanotte, e questa è l'ultima lettera prima della partenza.
Al Conte Venerosi, notificando la decisione, ho dato assicurazione che avrebbe tosto avuto tutta la contabilità, - ti ho scritto da un mese che vi teneste pronti.
Il Venerosi aveva scritto lagnandosi che non gli era stata mandata;
ho risposto che Fra Giuseppe non si è sentito di sostituirsi al suo Superiore.
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A Fra Giuseppe ho scritto una parola oggi.
Pregate per me. Attendo notizie. Preghiamo e confidiamo nel Signore:
siamo i figli della Divina Provvidenza! A te raccomando molta calma e serenità.
Il Signore ti conforti di ogni grazia e benedizione.
Tuo aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Sac Luigi Orione d. D. Pr.