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[Raccomandata

Al M. Rev.do Signore il Signor Sacerdote

Don Giuseppe Adaglio

Presso Sua Beatitudine il Patriarca Barlassina

Gerusalemme (Palestina)]


     [Roma, li] 2 Ottobre [19]30

     Sia lodato Gesù Cristo!


 Caro Don Adaglio,


 La Grazia di N. Signore sia sempre con noi !

 Ho ricevuto qui, jeri sera, la tua del 22 Settembre; tu ne avrai avuta ora una mia,

scritta pochi giorni fa da Tortona.

 Ti rispondo subito, benché breve.

 Comunicherò all'Associazione la parte di tua lettera che riguarda la contabilità,

e la impossibilità in che dici trovarti, non essendo a Cafarnao.

 Da parte mia nessuna difficoltà che tu vi ritorni, sì e come lo desideri, - solo che,

data la situazione molto delicata e lo stato degli animi, mi è dovere raccomandare a te

come a Fra Giuseppe la più grande prudenza. E la prudenza qui consiste nel considerare

le cose sotto tutti i lati, e non solo sotto il tuo lato. - E, per arrivare a questo, bisogna,

caro Don Adaglio, dar peso anche alle altrui osservazioni ed opposizioni,

fossero anche di quelli che reputi o sono tuoi avversarî.

 Nel trattare col Sacerdote Polacco e con quelle Suore di Cafarnao

ti prego dunque di usare somma pazienza, carità e delicatezza.

 L'8 Agosto Sua Eccell. l'On.le Salvago Raggi, Presidente dell'Associazione,

mi scriveva dicendosi spiacente, ma nella necessità, di dovermi invitare a toglierti

da Cafarnao, appunto pei tuoi modi poco calmi.

 Sarà un residuo della tua malattia; ma, quando io leggo le lettere che tu scrivi a me, come posso dare torto a chi scrive così? - È veramente un dolore!

 Ora non vorrei che ritornando tu a Cafarnao, sia pure provvisoriamente,

si ripetessero incidenti disgustosi; - e, d'altronde, anche non voglio che tu vada colà,

e ti trovassi a disagio.

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Onde intendo scrivere all'Associazione per mettere le cose ben in chiaro

ed essere assicurato che tu puoi andare e trovarti a tuo posto.

 Circa un acquisto di terreno in Palestina come già altra volta ho scritto od ho detto,

non ci è proprio possibile, - noi versiamo in gravissime angustie; vuol dire che,

se la Divina Provvidenza lo vorrà, manderà il denaro, e ben volentieri farò.

 Se Sua Beatitudine il Patriarca non ha posti accettabili, pazienza!

benediciamone ugualmente il Signore, e partiamo lieti in Domino.

 Il resto della tua lettera non è nella forma più serena, - non dico di più.

Anche la relazione anche sento che non va: è l'impressione che essa mi lascia

nel suo complesso.

E, dacché mi chiedi il mio giudizio, te lo dico chiaro: io non lo farei;

- i figli della Divina Provvidenza devono essere altro spirito,

uno spirito poi di perfetta letizia, quando è loro dato di soffrire qualche cosa per la giustizia e insieme con N. Signore Gesù Cristo Crocifisso.

È ciò, del resto, che ti vado scrivendo da più tempo.

 Tuttavia, poiché dici che sono ingannato, che non conosco la situazione etc.

- senti bene Sua Beatitudine il Patriarca, e, se Egli, che è sul posto e ha piena conoscenza

di tutto, ti dirà che la devi fare, fa pure.

 La Croce di N. Signore Gesù Cristo, caro Don Adaglio, sia il nostro tesoro,

la nostra luce, la nostra scienza e il nostro tutto.

 Prega per me, come io non ti dimentico.

 Tuo aff.mo in G. Cr. e nella Santa Madonna


       Sac. Luigi Orione  della Div. Provv.za