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[Tortona,] 7 Nov.bre 1933
Caro Don Adaglio,
rispondo brevemente, ma subito alla tua gradita, dalla Colonia.
Sì, son cose che non vanno, che fanno dispiacere e danno una pena che fa tanto male, quanto più si tratta che la pena viene dagli intimi.
Ma non darci peso eccessivo, tu conosci le persone, e sai anche che il loro pensiero era, certo, ben lontano dal voler offendere: hanno fatto male, malissimo, ma non è da supporre ci fosse l'animus adversus eos qui in vinea Domini laboraverunt.
Tu, del resto, hai già coperto con un manto di carità fraterna la deficienza di giustizia
che fu in loro, ed è proprio il caso di dire: carità vince ingiustizia!
Non perdiamo tempo! Vengo ora dall'assistere quel lattivendolo di 45 anni,
padre di 6 figli, che ha la casa e tutta la sua azienda aderente al nostro edificio nuovo
di S. Bernardino.
Dio mio, come si fa presto a morire! e un uomo così robusto! Non perdiamo tempo,
ma tutto diamolo al Signore, a lavorare per i beni eterni, per le anime:
cerchiamo di perdonarci, di perdonarci sempre, più di 77 volte sette: aiutiamoci, illuminiamoci, edifichiamoci a vicenda, fraternamente - Domani, o chissà oggi?
saremo morti!
È
vero, caro Don Adaglio, la vita di Comunità ha le sue spine, e
non per nulla
San Giov. Berchmans disse: Mea maxima poenitentia vita communis - ed erano i Gesuiti,
e dei primi tempi! - Anche noi, anche noi come S. Giov. Bergmans
come tutti i Servi di Gesù Cristo.
Non lasciamoci sorprendere da nubi, piccole o grandi, che attraversassero
il nostro animo: alziamo il nostro sguardo al Signore, mio carissimo Don Adaglio:
teniamo sempre lo sguardo ed il cuore nel Santissimo Crocifisso. Lui ci dice tutto,
Lui ci insegna tutto, con Lui si vive e si tollera tutto, e si perdona e si ama
e si è lieti di patire e di morire. Confortati, caro Don Adaglio, in Nostro Signore:
nel Signore che vede tutto, che non dimentica, come noi uomini troppo dimentichiamo:
il Signore che pagherà tutto di una mercede ben diversa dagli uomini:
il Signore che ci pagherà non solo di quello che abbiamo fatto per Lui, ma, di più,
di
quello che per Lui e per la
Congregazione la Chiesa e per la Congregazione si
è sofferto e si soffre nell'amor suo e della S. Chiesa.
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Confortami in Domino! e con animo grande grande grande! che abbracci tutto, andiamo avanti nella via che Gesù ha fatto prima di noi, su le orme sue,
confondendo le nostre pene (che sono mai a paragone?) con le pene sue, le nostre lagrime, le lagrime del cuore amareggiato, con le lacrime di Gesù!
Caro Don Adaglio, ti do una lieta, santa notizia: - disponiamo l'animo a soffrire
con Gesù Cr. Crocifisso e soffriamo in santa letizia: s'avvicina un'ora che dovremo patire molto; - ma se staremo nel Cuore del Signore, che faranno? Non altro che farci amare
di più il Signore e la Sua Santa Chiesa!
E prega per me, come per te e per tutti io prego!
Quanto al progetto, tu sai quanto premesse presentarlo, e non hai l'idea il pericolo
che ancora corriamo. Quanti cambiamenti di guardia! Genova, Bologna, Pavia, Milano, etc.! E che guardie si cambiano! Apprendiamo che Balbo va in Libia.
Dunque se anche il progetto non ti va, sai che poi si può modificare, ma urge che passi.
A furia di cambiare si finiva che ancora, forse, non si sarebbe presentato
( - e chi propose di cambiare - Serafini e l'Immobiliare - ci vennero tra i piedi dopo).
- Datti attorno! datti attorno! E la Madonna ci aiuti!
Ti conforto e benedico in G. Cr.
Tuo aff.mo
D. Orione d. D. Pr.
Il 4 si è aperta la Casa di Milano, e una Casa nel Nord America a Indianapolis.