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[Raccomandata

Al Molto Rev.do Signore

Sig.r Don Giuseppe Adaglio

Chiesa di Ognissanti Via Appia Nuova, 244

fuori porta S. Giovanni Roma]


      [Tortona,] 1 Genn. 1934


 Caro Don Adaglio,


 Sia lodato Gesù Cristo!

 Ecco, è la prima lettera del 934.

 Buon anno a te e a tutti: anno pieno di grazie da Dio, pieno di spirito e vita di carità, pieno di sante benedizioni!

 Ti accompagno quella specie di base della Convenzione per Rafat.

 Ho ridotto il personale al numero voluto dal Diritto Canonico,

- così non si potrà dirci di no, - e noi, per ora, ce la facciamo lo stesso.

 Ho aggiunto qualche cosa ed ho ritoccato qualche espressione.

 Quanto alle Suore, dobbiamo tener presente che sono anch'esse una Comunità:

hanno una Superiora: deve lasciarsi a questa una tal quale latitudine, né dobbiamo troppo

entrare nelle loro mansioni (cucina, guardaroba etc.); anche a Venezia e nelle altre Case

si lascia (e deve lasciarsi) una tal quale libertà; purché le cose vadano bene,

poi lasciamole fare, senza intrigarci troppo. Così come si fa con le famiglie bene avviate:

le donne fanno la loro parte, e gli uomini la loro.

 Il punto finale, che si riferisce alle Suore, e dove si parla del lavoro fatto da noi,

- è meglio, per tanti riguardi, lasciarlo; limitiamoci, per ora, a ciò che si chiede

nel paragrafo Regolamento, dove nella 2da parte, è detto:

«Nel regolamento siano delimitate chiaramente le mansioni etc.

Se poi nello svolgersi delle trattative o nello stendere il Regolamento,

si vedrà che alle Suore fosse dato un dominio fuor di luogo, allora vi sarà motivo di dire,

tutto o parte, quanto ora è nel paragrafo Suore.

Ma, entrare subito così, e in quella forma, già quasi a contendere con le Suore,

mentre non sappiamo ancora quali attribuzioni avranno, non farebbe, mi pare,

buona impressione.

 Capisco il fine per cui hai creduto di scrivere così su le Suore; - e, certo, lo spirito con cui hai scritto è ben altro dalla forma usata, che al Patriarca come alle Suore

non potrebbe certo suonare gradito, - sed de internis non judicat neque Ecclesia!

Anche dopo che ho smorzato qua e là, la vivacità della forma, qua e là

vedo che essa è sempre rimasta troppo forte e poco, niente opportuna, al momento,

se è che si vuol concludere.

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 In chi leggesse quella parte vien naturale l'impressione che c'è in noi una diffidenza preventiva verso le Suore, poca fiducia che siano affiatate con noi, poca buona disposizione nostra verso di esse, et a priori. Il che ci farebbe passare già dalla parte del torto,

pure a priori.

 Domani, poi capitasse poi un contrattempo, un urto, e subito si direbbe:

«già, sono venuti con dei preconcetti, con spirito di battaglia».

 Il mettere poi così subito e così in vista quel bene che, con l'aiuto di Dio, avete fatto, per più motivi mi pare che non vada, bene e potrebbe anche esser presa per una predica,

meglio per una lezione et quidem che si vuole dare a qualche altro, che non sono le Suore, al Patriarca! Ricordagli che...

Comunque, mando su foglio a parte, il punto a se che riguarda le Suore, benché ritenga che, per ora, debba soprassedersi; - potrà servirti, (caso mai), più in là.

 Di tutto mando due copie, perché una resti a te, - altra rimane a questo Archivio.

 Attendo di sapere se sei stato da Sneider che cosa si è concluso,

e che cosa si è anche concluso circa le sue competenze.

 Saluto, conforto e benedico te e tutti in Gesù Cr. e Maria SS.

 Tuo aff.mo


     Sac. Luigi Orione  d. D. Provv.