V006T040 V006P041
+ G. P. A. M.
[Maggio 1912?]
Carissimo D. Risi,
Ho ricevuto tutte le tue lettere e le lettere di D. Piana -
Ora ti parlo di quanto riguarda questo nostro buon fratello -
Egli vuole che io metta fra Vincenzo e un altro frate, che faccia da cuoco, alla Colonia:
al momento non posso.
Bisogna essere al mio posto per capire certe cose che diversamente non si possono capire,
perché non si sanno i bisogni particolari delle Case e delle Anime dei varî fratelli.
Ti assicuro che se appena appena mi fosse possibile
farei tutto ciò che D. Piana mi impone quasi di fare.
Capisco che egli vede il bene delle anime di quei figli e parla con santissime intenzioni, - ma diglielo che è con dolore che ora, subito non posso accontentarlo, -
perché io non vedo solo e non devo solo vedere i bisogni di quei figli lì, ma di tutta l'Opera.
Responsabile di coteste anime sono sempre io davanti a Dio prima di lui,
dico a lui di quietarsi alle disposizioni che nel Signore darò e di non moversi dal suo posto;
se è tempo di guerra, tanto più egli deve stare al suo posto, e non fuggire; -
che se poi egli non vuole persuadersi allora gli dirai che passi a S. Remo; -
ma è un passo falso che egli fa, e di cui avrà a piangere lungamente,
passato questo momento di eccitazione.
Non si deve pretendere dal Superiore
che faccia sempre - a colpi di pistola - o telegraficamente la volontà dei subalterni, -
[incompleta]