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          [15 - V - 1918]

 Carissimo Don Risi,


 Non ho alcuna difficoltà alcuna di delegarti per trattare

quanto riguarda la così detta sistemazione della Colonia Agricola di Noto.

Io v Veramente avevo mandato a Noto Don Cribellati con una mia lettera per quel

pel Vescovo, ma si vede che questi venne intanto a Roma, e così l'altro non l'avrà trovato.

 La cosa sta in questi termini.

Il Vescovo di Noto chiede di vendere e di poter ritirare tutto il prezzo che si realizzerebbe

da quest'appezzamento di terreno quei terreni e Casa,

staccata staccati dal restante della Colonia, che è vicino sono vicini al Seminario. e

 Poi vorrebbe ancora che noi ancora ci obbligassimo:

1/ ad accogliere un dato numero di orfani di Noto che il designati dal Vescovo

2/ che si paghi un canone annuo da fissarsi convenirsi al Seminario

3/ che i Chierici abbiano diritto di venire lassù alla Colonia.

 I vantaggi nostri, secondo la sua proposta sarebbero due:

1/ egli cede cederebbe i diritti su quella Casa Casetta lasciata lassù dal Vescovo Blandini

2/ Il Vescovo non entra entrerebbe più nell a vedere nella amministrazione della Colonia

e ci lascia noi si resterebbe pienamente liberi.

Così, se io Questo è, se ho ben capito, sa il progetto del Vescovo.

Rispondo Mio punto di vista sarebbe:

Se è che si vuole davvero sul serio dare vita e sviluppo alla Colonia, a me mi parrebbe che

si dovrebbe pensare a tutt'altro che a venderne la parte migliore e più redditizia:

sarebbe è come voler pretendere di far vivere meglio un uomo levandogli un polmone.

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 Quindi, se si la Congregazione vuole conoscere quale è il mio pensiero,

mi dovrei sinceramente anche per questo e anche per altri motivi che toccano la coscienza,

dichiararmi contrario.

 Però, addiv siccome devo supporre che i bisogni della Diocesi inducano

Sua Eccellenza Rev.ma sia indotta alla vendita a propormi a proporre tale vendita

per i bisogni gravi della sua Diocesi, non mi rifiuto affatto ad accondiscendere che si venda

e che Egli ne ritiri pu il prezzo, pure facendo presente che per la Colonia

è il più grave sacrificio che le si può chiedere. desidero per altro che si conosca che non mi

mi trovo nella necessità preso di non poter A questo

Questo consenso però lo de lego sempreché alla condizione

noi restiamo liberi da ogni onere anche e qualunque altra obbligazione ed onere

e che nessuno abbia più nulla a vedere che non posso non intendo accettare

perché non mi è possibile accettare,

ma e La la Colonia resta resti libera e spotica alla Congregazione.

 Naturalmente non sarà mai che se il Vescovo raccomanderà degli orfani,

gli Gli si dica di no, come appena si possa accontentarLo:

come non sarà mai che Egli, i Suoi Sacerdoti e Chierici non siano accolti cordialmente

in Domino ogni qualvolta credess crederanno di venirci a trovare,

ma altri obblighi, non oltre quelli morali, e della car venerazione e carità in Cristo,

non posso accettarne.

 Come scrivevo a Mgr Vescovo, da Casale omnibus perpensis, mi pare che

Egli potrebbe accontentarsi di quei terreni e Casa che sono presso San Giovanni.

 Se noi accettassimo quanto egli Egli chiede ora propone

avremmo, in sostanza, gli stessi pesi di oggi prima anzi più di oggi. più gravi di prima.

 Farai poi presente a Sua Eccellenza Rev.ma

e, occorrendo, alla S. Congregazione degli Studî

che gli acquisti fatti da Mgr Blandini dal 1908 in poi, non furono fatto fatti con danaro suo,

né con danaro avuto dalla della Diocesi di Noto, ma con danaro dalla nostra piccola Congregaz in una sola volta gli ho fatto avere lire duemila avuto da me e pro da me procuratogli: procurato: in una sola volta L. 2000.

Ricordo che a me Anche quella Casetta fu pagata, in parte, con danaro nostro,

ed Egli promise sempre che sarebbe stata della Colonia, e ne ho vivi i testimonî.

  Io comprendo la posizione in cui deve avere trovata la Diocesi

essersi trovato Mgr Vizzini, ma oramai è anche bene e giusto che si Egli conosca

anche quello che la nostra Congregazione ha dato, con l'aiuto di Dio, ed ha fatto

per dare lo sviluppo di quella Casa.

 Che poi si sia rimasti male, non c'è da a meravigliarcene meravigliarsene:.

Non intendiamo allo stato siamo vedo che non dobbiamo, Non so chi ci consiglierebbe

se la situazione non è ben definita, portare capitali del a fare maggiori sacrificî. e

 Ma che cosa ha fatto a quella piccola Colonia la Congregazione?

Tu che vi sei stato a Noto, e lo sai.

 Quei monti erano un sasso. Vi diede il più grande esempio di lavoro e di sacrificio,

e vi lasciò la vita di fra Romualdo e il povero di Cesare del Vecchio.

t Tutti sanno lo spirito di lavoro e di sacrificio degli altri. come si visse sempre colassù,

felici di compiere compiervi la volontà del Signore,

e dando molto buon esempio di pietà e di laboriosità.

 Sono quasi 20 anni che ci si lavora;

tolti i vecchi carrubi, tutto il resto fu piantato e creato dai poveri nostri poveri fratelli.

Noi E non abbiamo mai preso un centesimo da quella Casa;

i malati, gli stanchi li i mezzi rovinati in salute ce li siamo abbracciati

e li abbiamo ritirati sempre qui dopo o altrove dopo dopo

dopo che avevano si erano logorata la vita là.

 Ci abbiamo rimessi anche i viaggi.

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 Ora che le piante cominciano a rendere, e che, a guerra finita, si potrebbe

si potrà fare davvero qualche cosa, prego pregherai per me umilmente Mgr Vizzini

di degnarsi accogliere entrare addivenire con paterna carità ad una sistemazione

che ci permetta di poter vivere e di potere sviluppare l'Iistituzione.

E chiedo scusa di avere scritto così francamente, ma è con la verità.

 Ecco perché ho scritto scrissi da Casale alla Sacra Congregazione degli Studî

che io ritengo che Mgr Vescovo di Noto ignorasse una parte della situazione

e la ragione per cui Egli e che avevo inviato uno a renderlo edotto.

 Credo quindi che ora adesso che saprà questo, non troverà difficoltà di accettare

la mia proposta e di trovarla più equa che equa e che ragionevole.

 Ho poi scritto a Lui, e non ho risposto subito a Roma,

perché desiderava rispondere a Roma in modo da non dispiacere a Lui,

e anche non volevo dire quanto si riferisce alla s. m. di Mgr Blandini.

E nella mia E scrivo questa a te, che sei già più anziano degli anziani,

ma al Don Felice Cribellati, che inviai a Noto, non ho detto tutto quanto ho metto

ho messo qui.

Questa Di questa mia lettera ti servirai con prudenza;

sei per altro sei anche libero autorizzato di sottoporre i sottoporla nei suoi elementi

a Mgr Vizzini, e anche alla Sacra Congregazione, dovendo trattare la cosa

ove occorra occorresse, essendo tu incaricato di trattare la cosa.

 Prega sempre prima di andare dal Vescovo o alla Congregazione

e In in tutto andrai con molta devozione calma e devozione verso del Vescovo,

e pregherai prima di andare che a noi non non ci ha dato che prove di benevolenza,

e che se si è tenuto il reddito di quelle terre è perché trovò una situazione poco chiarita

credeva di fare bene.

Ed ora vengo a quanto Egli xx disse presente Mgr Rossini. x alla furberia di Noto

 A Lui ti prego di porgere ogni mio ossequio. Io ho un impegno

Ignoravo che eEgli venisse ora a Roma, ed ho ho preso un impegno a Vigevano,

e più ho qualche altra altro interesse che mi impedisce di venire ora adesso a Roma.

Spero, per latro, che tu possa condurre in porto questa sistemazione.

 Il Signore e la SS. Vergine ti benedica assistano e ti benedicano.

 Tuo aff.mo

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 P. S.  Quanto a quella frase detta a te da Mgr Vescovo di Noto,

la cosa non è af niente così.

Sono andato Non ho accettato di andare a Noto, se non con la più ampia benedizione

e approvazione del nostro Vescovo di qui.

P Il giorno poi che partii, essendo Mgr Vescovo a Stazzano,

andai a prendere ancora la benedizione colà, ed erano presenti non me Don Il

il Can.co Arcidiacono D. Angelo Bina, Don Felice Bajardi, Parroco ora a Semino,

Don Luigi Gatti di Rivanazzano, ora Cappellano a Voghera,

Don Giovanni Biscaldi, Arciprete attuale di Voghera, allora Segretario del Vescovo,

e parecchi altri Don Zelaschi, ora Parroco di Casatisma,

il Can.co della Cattedrale Don Grassi e altri.

Appena a A Noto presentai una lettera del Vescovo Bandi,

e la stessa sera scrissi qui al Vescovo.

Fu il Vescovo Bandi che mi mandò a Noto Don Giov. Battista Cristiani

e suo fratello Don Angelo.

Condussi a Tortona, d'accordo tra loro i due Vescovi, Blandini e Bandi,

parecchi Chierici di filosofia e di Teologia, tutti a nostre spese.

e Ti ricorderai: c'era il Can.co Buonfiglio, Don Rossitto, Don Patané, Don Blandini, etc.

e frequentarono le Scuole del di questo Seminario Vescovile -

 Appena qui giunto ebbi dal Vescovo un incarico delicatissimo.

Era allora vacante la sede di Vigevano.

Mgr Guidi, Uditore Santissimo, scrisse aveva scritto al nostro Vescovo,

chiedendo informazioni su la vita, dottrina, età di un Vicario Gen.le

d'una Diocesi del Piemonte, Ed era proposto appunto a Vescovo di Vigevano.

E t Tanto è vero che Mgr Bandi aveva ogni fiducia,

che incaricò me questo povero straccione delle neces opportune indagini e relazione che.

 Ora vedi come Mgr Vizzini sia stato male informato.

Questo avveniva proprio al mio ritorno da Noto nel Novembre

verso la fine di Ottobre del 1898.

Eletto Il dì 11 Gennaio del 1909 poi, onomastico di Mgr Bandi,

il Vescovo insieme con Mgr Berrutti, appena consacrato Vescovo,

vennero a passare il pomeriggio qui in Collegio, te lo ricorderai e fu allora che presero

vollero prendere quella quel gruppo fotografico che ricorderai. -

Tanto io eravamo lontano dal trovarci in urto con Mgr Bandi, di v. m.,

nel tempo che venni andai ad aprire la c Casa di Noto!

Questo favorirai leggere dire o leggere a Sua Eccellenza Rev.ma Mgr Vizzini,

perché puramente unicamente per la verità,

onde s capisca che comprenda ch'ei fu tratto in inganno.

Et Deo gratias.