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[Al Rev.do  Sig.r Don Roberto Risi

Parroco alla Chiesa di Ognissanti Via Appia Nuova, 126 Roma (40)]


 +      Anime e Anime!

       Tortona, il 5 Marzo 1926


 Carissimo Don Risi,


 La grazia di N. Signore Gesù Cristo sia sempre con noi!

 Non ho potuto rispondere prima alla tua gradita lettera degli ultimi di febbraio.

 I/ Se Don Pietro Parodi sta meglio e mangia, mandalo pure alla Colonia,

come dici che ha suggerito anche il medico.

 Anche il povero Don Ferretti ne resterà sollevato, e la Colonia avrà le sue funzioni, senza dover sempre mandare su uno ad ogni domenica. Bisogna animarlo D. Parodi.

 II Potresti, magari, cominciare a mandarlo su per questa domenica, se si sente;

a meno che non ci sia da andare da quelle Suore, alle quali converrà per un po' che vada qualcun altro, sino a che il Don Pietro non si svegli un poco e mostri premura

e più impegno nelle cose della vita sacerdotale attiva.

 Intenditi un po' con Don Ferretti.

 III Quanto alla cura del pneuma toracico da farsi a Don Pelizza, se il Dottore dice

di farla e che egli (il malato) è già in istato di forze da poterla tentare, ed è contento di farla, io ne sono contento, e la famiglia anche. Qualunque spesa ci fosse,

la famiglia è pronta a farla.

 Ne ho scritto a D. Ferretti, ed egli te ne parlerà, perché forse converrà trasferirlo

ad Ognissanti affinché sia più in comodità. Non aspettate che venga io,

perché, se si deve fare subito, e si può, meglio cominciarla.

 Io spero di venire presto lo stesso, ma fate, fate, fate.

 Ero a Venezia quando morì il Cardinale Cagliero: ho telegrafato subito.

Dovevo di notte assistere Don Piccardo, da sabato notte a martedì, sempre.

 IV Quanto a A Don Fiori gli scriverò nel senso che tu mi dici.

Vedi però che il Ravazzoli non credo che sia più venuto, né forse verrà,

così mi aveva scritto.

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Egli ha trovato la famiglia con molti debiti, e ha bisogno di guadagnare.

- Meglio, piuttosto che perdere quel buon giovane, pagargli lo stipendio da Maestro.

 Per altro ho destinato il Don Orlandi di là, appunto perché Don Fiori fosse più libero

per la Parrocchia, come altra volta già ti ho detto. - Quanto a Don Bariani, vedi che,

al momento non posso mandarlo così subito, perché siamo tutti malandati, molto molto,

- ed io non fo' che correre di qua e di là.

 D Piccardo ha un leggero miglioramento nella ferita, ma domani è la settima

e la febbre jeri era cresciuta e persiste a più di 40: è nel culmine della crisi. Pregate.

 D. Montagna è a Pontecurone con suo papà che non ne avrà che per pochi giorni.

 Oggi fui a Pontecurone.

 Don Adaglio ancora malato D Sterpi anche lui non sta bene.

 Qui abbiamo ragazzi con polmonite. Cosa vuoi mai che ti dica?

Prendiamo la croce come Dio ce la manda, e cerchiamo di fare meglio ch'è possibile

la volontà di Dio. La Madonna ci conforti!

 Oggi vado ancora in Alessandria chiamato dalla Michel, e a Cuneo, se potrò;

se no ritorno a dormire nel mio letto, ché, in verità, non ne posso più,

e amerei passare S. Marziano a Tortona, finalmente!

 Sono dispostissimo a fare la dichiarazione per le L.10.000.

Deve essere su carta semplice?

 Vedi tu intanto di dirmi se furono lasciate per testamento con la esplicita volontà

o desiderio che se ne facesse un altare.

Oppure se solo fu detto a voce e se fu un puro desiderio della Defunta. Sarebbe forse bene

che subito tu potessi avvicinare le parenti di Essa e ragionare loro la cosa,

dicendo che ad una campana si metterebbe il nome della Defunta, dal momento che oggi,

per fare un altare adatto alla Chiesa ci vorrà altre 10.000 L. se pure basteranno oggi.

Meglio che concorrano per le campane, e si pubblicherà con ringraziamenti alla famiglia.

 E per la Mitra al Canonico Legé?

 Il fratello di Don Pelizza è rimasto molto edificato che tu abbia condotto su

un Medico, e di ogni cura prestata a suo fratello.

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 Saluto, conforto e benedico in G. Cr. e Maria SS.

 Tuo aff.mo


       Sac. Orione  d. D. P.


 Ho scritto a D. Opessi che mandi su Don Casamassima-

 Io non gli avevo detto di venire da te.