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[Al Rev.mo Signore

Il Sig.r Don Risi Parroco alla Chiesa d'Ognissanti

Via Appia Nuova, 130 Roma]


      [Tortona] 4 Genn 1929

      Anime e Anime!


 Caro Don Risi,


 Grazia e pace da N. Signore!

 Ricevo tua gradita del 3 corr.

 Rispondo breve, ma subito. - Vedi di sentire bene quel Chierico del quale

ti ho inviata la lettera, e così tutti gli altri, uno ad uno.

 Sentili bene su tutto.

 Vedi di rileggere quella lettera, dove c'è qualche cosa di ben più grave;

assolutamente bisogna ordinare quella Casa.

Ordina poi che le spese si facciano insieme, e spiegagli bene con carità sì,

ma con persuasione forte che egli ha una responsabilità tremenda davanti a Dio

e alla Congregazione.

 Il giorno di Santo Stefano ho dato l'abito da Chierico,

(la funzione si compì solenne nel Duomo di Voghera dall'Arciprete coram Sanctissimo,

e immenso popolo) a 12 probandi, tra i quali a Scovenna.

 Avrei voluto aspettare che gli avessi posto l'abito tu, ma egli era tanto visibilmente

desideroso di ricevere l'abito, che ho creduto di accontentarlo.

 L'altro venne, invece, a dirmi che desiderava aspettare, e io gli ho risposto:

«sì, prega e sta' buono».

Buono sta, ma non ci vedo quello spirito di pietà e di bontà che c'è in Scovenna.

Scovenna ha meno ingegno, ma fa quello che può nello studio, e ci si vede la vocazione.

Questo figlio prepara consolazioni ai suoi genitori, a te e a me. Però, benché sembri

robusto e ben piantato, ha bisogno di qualche riguardo e di essere sostenuto,

perché è anemico e soffre d'intestini forse: l'altro jeri bevette un bicchiere di acqua fredda,

e gli venne la febbre a 39, e poi stette male due giorni. Anche in altro bisogna usare

riguardi: a Risi per un verso e a Scovenna per l'altro; ma sono figli che non si lamentano,

e sarebbe per me un vivo dispiacere se Risi non si desse a Dio,

- perché ha doti che potrebbe essere un Missionario e un Vescovo.

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Bisogna pregare per lui. Tu scrivi all'uno e all'altro, confortandoli tanto.

 Credo che Risi si trovi nell'età della crisi del senso, - ha bisogno di aiuto:

se vince la battaglia, vince la partita della vocazione.

I Sacramenti li frequenta, ma si nota che ha bisogno di confessarsi con molta frequenza.

 Ti prego di non essere avaro di buone lettere con i tuoi nipoti, specialmente con Risi.

Adesso sono molto presi dallo studio, ma per questo è un bene anche per preoccuparli

pel lato morale: essi ora sono molto contenti dell'insegnamento;

credi: si fanno grandi sacrificî. Come si vada avanti non lo so: ora vedo proprio ogni giorno

la Mano di Dio che sta aperta sopra di noi.

 Di' ai nostri Sacerdoti che la Piccola Opera va diventando un miracolo di tutti

i giorni; mai come oggi mi vedo costretto a confessare che è tutta opera della Mano di Dio.

 A Genova ora apriremo una 5ª Casa di con 36 mila mq. di terreno, con su tre case

coloniche e una villetta.

Oltre le 4 Case di Quezzi, di Marassi, di Pammattone e di Salita Angeli sarà quindi

una 5ª Casa composta a sua volta di 4 Case: è tutto pagato, e proprietà nostra:

e più i poveri crescono e più Gesù ci pensa. Vedessi quante miserie

e insieme quanta felicità!

I re nei loro palazzi non sono più felici dei nostri storpi, ciechi, epilettici, sordo - muti

e delle nostre povere deficienti e vecchie malate. Domenica fui a Genova in mezzo a tanti

bambini e bambine, orfanelle e derelitte, tolte dalla strada e peggio.

Se avessi veduto che felicità e quanta gioia in quei piccoli innocenti.

Nessun figlio o figlia di re poteva essere più contenta!

 E la Divina Provvidenza ci pensa!

Ed è proibito ai giornali di parlarne, eppure a loro nulla manca, e ne danno ancora a noi!

 È proprio il Signore!

 Vi raccomando, cari miei figli, di amare molto molto il Signore, e di amarvi molto molto in Domino tra di voi proprio da fratelli.

 Se credi, leggi parte di questa lettera a tutti.

 Gesù vi conforti di ogni benedizione!

 Tuo aff.mo in G. Cr. e Maria SS.


      Sac. Orione  d. D. P.