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        [Tortona]12 Ottobre 1932


 Mio caro Don Risi,


 La grazia di N. Signore Gesù Cr. e la Sua pace siano sempre con noi!

 I Ti manderò il Ch.co Tranquilli, e lo affido, dopo Dio e la SS. Vergine,

alla carità tua e degli altri Sacerdoti nostri confratelli, - e vi prego di averlo

non quale un servo qualunque, ma come un confratello nostro carissimo;

ajutatelo in ogni buon modo, confortatelo, formatelo a spirito e vita religiosa.

 II L'affare del terreno non ti posso ora più tacere che mi ha addolorato

profondamente. Prego te e Don Fiori di permettermi di dirvi che, su questo riguardo,

ho avuto la sensazione della triste realtà, che cioè a Roma, è stato peggio

che se non avessimo avuto nessuno! Almeno si poteva dire: non c'era nessuno!

Ma c'eravate tutti! E nessuno se ne incaricò, perché... perché eravate come degli assenti

dalla vita di Roma, non sapevate nulla, anche di ciò che vi stava tanto vicino e che

interessa vitalmente la Parrocchia e la Congregazione! E così si lasciò scadere fin il tempo

per far ricorso- ed è ben grave!

 Ci avete riflettuto, o fratelli e figli miei, ci avete ben riflettuto?

Il danno della Parrocchia sarebbe, certo, grande, se non si ottenesse una revoca,

e il danno della Congregazione sarebbe di alcuni milioni.

 E la vostra responsabilità davanti alla coscienza e alla Congregazione?

Ed io ero stato a Roma ancora a tempo, il 26 Agosto, ma nessuno mi ha detto nulla!

Ed eravate tutti a Roma! Sono proprio tanto addolorato! E ora ve ne interessate? Pregate?

fate pregare almeno? E d'altro che fate?

 Se sta vero che col 28 corr. si cambierà il Governatore, cadrà anche Moretti

da Consultore al Campidoglio, ed essi non avranno più voce viva, e allora?

Sarà tutto perduto!

 Vedete di andare subito da Moretti e di darvi attorno.

 Vedete di riparare al danno che sarebbe enorme.

 Non perdetevi più in piccolezze, in pettegolezzi, ma attendete seriamente

alle nostre cose vitali, a ciò che è sostanza, che è di prima necessità e di urgenza e gravità.

Invece che stare, di frequente, a bisticciarvi o a parlare a tavola della bontà dei vini,

invece che andare di qua e di là, permettetemi di dirvi nel Signore che dovete interessarvi,

ma sul serio dell'andamento della vita della Parrocchia e fare quanto è umanamente

possibile perché e la Chiesa Parrocchiale e la Congregazione

non subiscano un danno così colossale.

E in questa speranza e fiducia vi conforto e benedico in Gesù Cr e nella Santa Madonna.

 Pregate


P.S. A giorni Don Perciballi dovrà recarsi a Messina, - gli scriverò.

 Il Ch.co Tranquilli verrà domani o dopo.

 Non compromettetevi col Ch.co Silvani, basta l'altro.