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 [+]         Anime ed Anime !

          Tortona, il 30 Genn. 1930


 Caro Don Silvio, [Parodi]


 La grazia e la pace del Signore siano sempre con noi!

 Rispondo alla gradita tua del 28 corr.

 I D'ora in avanti non accoglierai, né per poco né per tanto, in codesto Istituto alcuno,

senza che Don Sterpi od io te ne diamo il permesso. Dico nessuno,

quindi né Sacerdoti della Congregazione né Suore, né Benefattori, né altra gente.

 A Don Risi o ad altri, che te li mandassero,

dirai che, pur con rincrescimento, ma te l'ho vietato.

 E così evita di invitare a pranzo o a cena anche gli stessi nostri;

ma quando vedi che essi venissero a capitarti in Casa, trattali, e a pranzo e a cena,

con vera cordialità e fraternamente in X.sto.

 Quanto all'Ing.re Brasile, trattalo come sempre si è fatto sin qui.

 Codesto piccolo Istituto ha una finalità tutta sua propria,

è poi piccolo e perché piccolo basta qualche persona in più per dare una nota diversa

alla Casa che non fa bene.

 I chierici non vanno mai disturbati, né distolti da loro scopo, neanche indirettamente,

sia pure in occasioni di feste

 Volentieri ho lasciato costà Don De - Paoli, [De Paoli] perché Missionario,

ma anche perché mi sapesse riferire le sue impressioni sull'Istituto; -

e speravo che, riportandone buona impressione, avrebbe servito a trapiantare

nella Casa nuova di formazione in Brasile, a Nicheroy, [Niteròi] lo stesso spirito.

Invece Ma, invece, nella relazione, che mi fece jer l'altro,

mi disse che si aspettava di più dai Chierici di Via Sette Sale, e che

«mi prepari ad avere disinganni e dolori, non minori di quelli dell'anno passato» Possibile?

 A lui è sembrato che tu lasci troppa libertà ai chierici;

che la disciplina religiosa sia più apparente che reale:

che i doveri non siano fatti con quello spirito religioso che si deve,

né la coscienza è educata al dovere: non ci sarebbe lavoro fondo di vera formazione.

Né tutti si applicano; tutti, invece, corrono alla porta, mentre ora c'è quello di S. Oreste...

 Vedi un po', e sappiti regolare.

 Egli mi ha pure fatto presente che, mentre in tutte le altre Case

tutti i Chierici lavorano anche, invece costà non avrebbero essi che da attendere

allo spirito di pietà e allo studio, - eppure più di uno non pare che l'abbia capito,

né che mostri desiderio di capire i sacrificî che la Congregazione fa;

ma, sopra tutto, non sentono quell'amore di Dio religiosamente,

per cui siano indotti, per la bontà e luce dello spirito, ad essere o a diventare

quali la Congregazione li attende. Non c'è impegno.

 Questo è il sunto di un lungo ragionamento che egli mi fece l'altro jeri.

 Ripeto: vedi un po': siamo ancora a tempo forse, sotto ogni riguardo.

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 Non ti so dire la impressione che ne ho avuto.

Egli non disse di tutti così, ma di alcuni sì; così mi disse che c'è della leggerezza,

e che qualcuno si perde a far altro di ciò che deve fare.

 Manca la delicatezza di coscienza nella esatta osservanza dei loro doveri.

Raccomandati alla Madonna SS. e poi con carità, ma con energia insieme,

dove c'è da mettere a posto qualcuno, mettilo, o allontanalo: meglio ora che dopo.

 2/ Ed ora vengo a quanto mi hai scritto.

 Ho ricevuto l'altro jeri una raccomandata espresso da Mg.r Vescovo di Fossano,

nel senso che disse a voi.

Io gli ho risposto come vedi dalla copia che ti accludo, e che tu farai leggere a Don Risi;

finora non ho avuto risposta dal Vescovo.

 3/ A Don Risi leggi anche quella parte di questa che riguarda,

il non mandare più gente alle Sette Sale.

 4/ E quelle due specie di Suore che ti ha mandato,

se ne sono andate o sono ancora lì? Spero che se ne siano andate:

non è proprio Casa da metterci delle Suore o ex Suore strambe, -

già avete la cuciniera e la lavandaja.

 5/ Don Perduca sempre lo stesso, -

da Don Tricerri andrò domani

 Saluto, conforto e benedico te e tutti

 Aff.mo tuo in Gesù Cr. e nella Santa Madonna


        Sac. Luigi Orione  della Div. Provv.za


 Dirai a Marengo che ho ricevuto e gradito la Sua lettera.