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 +         Torino, il 3 Dic. 1918

          S. Francesco Saverio


 Caro Monsignore e fratello in Gesù Cr. e nella Madonna,


insomma che io non so più cosa dirvi: voi mi coprite di gentilezze

e di favori per la carità di Gesù Cristo che arde in voi,

ed io neanche vi rispondo e vi ringrazio.

Ma ecco che la festa di questo grande Apostolo delle Indie e capo di Missionari

sono felice di cominciarla con Voi: vi scrivo che è notte e mentre si entra nella festa

del grande San Francesco Saverio. Che vi dirò? Che voglio amare molto,

moltissimo il Signore e voi con me, e così la Madonna, e poi andremo insieme in Paradiso. Siete contento? Che vale il resto?

 Si sono un povero peccatore e veramente indegno di essere Sacerdote,

ma per la grazia che spero dal Signore e l'ajuto della SS. Vergine nostra Madre,

voglio lavorare da facchino di Dio e della S. Chiesa e della SS. Madre del Signore

e da facchino delle Anime, e voi farete la stessa cosa, e poi su in Paradiso,

con la Santissima Madonna per sempre e per sempre!

 Non ho avuto tempo a scrivere pel vostro Bollettino,

ma lo farò con gran piacere, e anzi ve ne ringrazio.

E perché non mi date qualche vocazione pel Sacerdozio? Qualche povero ragazzo,

ma di pietà? Io vi preparerò i Sacerdoti pel santuario: li ho presi nei pellegrinaggi

alla Guardia e dalle mani della Madonna della Guardia, e ve li preparo per la Guardia.

E così quando voi chiuderete gli occhi alla terra,

dal Paradiso avrete la più bella consolazione di vedere fiorente di vita di pietà e di zelo

la famiglia spirituale e religiosa dei figli della Guardia. Va bene così?

 Quanto ad ajutarvi per compiere il vostro santo disegno, si, caro fratello,

toto corde vi ajuterò.

 Questa settimana ritorno a Roma: se sapeste... se sapeste: ne ho fatta una grossa

ma in Domino - Vi abbraccio in osculo Christi.

 Vostro aff.mo


           D. Orione


 Ho ricevuto i cliché. Grazie! State tranquillo che vi porterò tutto.

 Ho intenzione di venirvi a trovare presto.