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          [Tortona] 11 Ottobre 1932

          Deo gratias!


 Mia ottima Benefattrice e Madre de' miei poveri,


 La grazia di Gesù e la Sua pace siano sempre con noi!

 Ricevo la sua gradita del 10 corr. ed ho ricevuto anche l'altra che Ella,

nella sua bontà, ha voluto scrivermi. Anche il Sig.r Pio mi ha voluto scrivere; ma ero io,

e non Loro, che dovevo scrivere per ringraziarLi di essersi compiaciuti venire a Varallo.

E avrei anche già risposto a Lei e al Sig.r Pio, se fossi stato a Tortona,

ma sono stato, invece, più fuori che a casa, e sono tornato jeri sera. Dunque rispondo

a tutte e due le lettere. E prima di tutto, non Le so esprimere la gioja che mi ha dato, Lei,

la sua nipote e il Sig.r Pio d'essere venuti, e sono contento

che siano rimasti soddisfatti del posto. C'è ancora da mettere a posto qualcuno lassù,

e poi da popolare un po' più la Casa di bisognosi di cure, ma, con l'aiuto del Signore,

spero arrivare a tutto, con tatto e pazienza. E intanto, ringraziamo Dio che un posto così

adatto non ci sia sfuggito, - e il Signore dia a Lei ogni più consolante ricompensa!

 Ed ora vengo a ciò che apprendo dalla sua cara lettera e da quella acclusa.

E dico: apprendo, perché io proprio non ne sapevo nulla.

La ringrazio di avermi informato, e Le esprimerò tutto ciò che sento, in via confidenziale.

 In questa iniziativa, per sé, non c'è niente di male, anzi per la verità, si vede la stima

che hanno per Suor Stanislaa e il desiderio che stia bene e possa continuare

a far del bene ai nostri cari poveri. Però mi avrebbero anche fatto piacere a dirmelo:

pensi se io potevo essere contrario! E in questa cosa non c'è proprio nulla di male,

ma è il modo... Talora, anche con tutta la buona volontà, (mi riferisco ad altri momenti)

si può fare una mossa poco conveniente e che potrebbe più nuocere che giovare,

come è già capitato non con le ottime persone che scrivono e che hanno mandato la lettera

a Lei, ma con altre... buonissime fin che si vuole, ma che, nel nome del Piccolo Cottolengo

e sempre intendendo e volendo farci del bene, fanno un po' a modo loro, onde ho avuto

anche qualche dispiacere, ma questo è nulla, - è che il Piccolo Cottolengo, cioè i poveri,

hanno finito di averne più danno che vantaggio.

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 Perdoni, Sig.ra Queirolo, questo sfogo che faccio solo con Lei. Quanto a quest'opera

buona a favore di Suor Maria Stanislaa, - faccia pure quanto Iddio La ispira:

avrò anche questa Sua carità, come se la facesse a me personalmente, -

e Le sarò tanto grato, pregando per Lei e per tutti i Suoi Cari, vivi e defunti.

 Non mi dilungo di più, ma non finirei più, solo che ho molto lavoro in questi giorni

di aperture di Collegî e di Scuole.

 E dica un po': non abuseremo un po' troppo con Suor M. Eustella? Adesso sta già

abbastanza bene, - e, quando sono stato lì, mi ha detto che anch'essa si vergognava,

perché poteva già partire, a ricominciare il suo lavoro.

 Essendo ora anche lì la buona sua nipote, - Ella che oramai mi conosce,

vorrà comprendere che, siamo già tanto, ma tanto confusi di quanto ha fatto e tanto grati,

ma, se permette, non si vorrebbe abusare di più della Sua grande e materna carità.

 E finirò, perché è già il terzo foglio.

 Il Cuore di Gesù Le dica tutto quello che sente il cuore di questo povero prete

verso di Lei, per me e per i miei cari poveri e Suore: e Gesù La ricompensi in terra

e poi in Paradiso!

E Gesù La benedica e La conforti, e la benedizione del Signore sia sempre con Lei!

 Ogni ossequio a Lei, ai nipoti, a tutti, - e mi ricordino nelle Loro orazioni.

 Suo dev.mo e obbl.mo servitore in G. Cr. e Maria SS.


         Sac. Orione  D. P.