V009T057 V009P059



 +         [Roma, li] 14 Febbr. 1933


 Mia ottima Benefattrice e Madre de' miei cari poveri,


 Ricevo la gradita sua lettera e La ringrazio di cuore.

 Sono veramente felice di averLe portato gioia e conforto.

 Preghiamo e confidiamo nel Signore!

 La sua osservazione è giustissima e piena di saggezza.

 Non posso scrivere molto, ma voglio subito significarLe qualche motivo

per cui mi sento indotto a quella condizione.

 Ho riflettuto che, dopo aver versato alla Provincia un milione in contanti,

mi resterà da pagare la spesa di trapasso e altre tasse, dalle quali non potrò sfuggire.

 Acquistando dalla Provincia neanche si può far apparire meno della somma,

che sarà, prevedo, di L.1.650.000, benché io, finora abbia offerto solo 1.630.000 L.

 Mi pare di averlo detto anche nell'altra mia che sarò obbligato ad aumentare.

Anzi Don Sterpi, sentita la lotta indegna, subdola che qualcuno ci fa,

e una certa espressione uscita da persona che può farci del male alla Provincia,

e far andare a monte tutto, mi telegrafò che elevassi subito la somma ad un milione

e seicento cinquanta mila, - tenuto presente che le scorte sono un buon margine,

e noi ci possiamo stare entro comodamente. Ma ho voluto tentare ad offrire,

- per ora, solo L.30.000 in più, - poi vedremo. Spero che non si romperanno i ponti

per quello. Preghiamo!

 Ma a Paverano manca la lavanderia, la Provincia fa lavare non so dove.

 Ho chiesto al comm.r Gardini che mi sia concesso di farla preparare

avanti che si entri da noi, perché è cosa di prima necessità; quindi oltre le tasse di trapasso,

avremo subito la spesa della lavanderia, e si fa presto, tra una cosa e l'altra,

ad arrivare alle 200.000 lire.

 Quando si entra in uno stabile c'è sempre qualche lavoro da fare,

ripuliture, qualche restauro; - sapendo di venire via, chissà da quanto tempo la Provincia

ha trascurato Paverano.

 Ed ecco che penso che faranno presto a volar via qualche decina di mila lire.

 Aggiunga che, per tre mesi, non mi daranno nulla, e dovrò far fronte

al mantenimento di 300 ricoverate e del personale.

 Quindi ho reputato che fosse anche prudenza tenermi sul più sicuro,

che non sbilanciarmi, pure tutto affidandomi tra le grandi e materne braccia

della Divina Provvidenza.

 E infatti la Signoria Vostra avrà rilevato che in fine dell'Artic. 2do è detto:

«Sarà tuttavia in facoltà del Sac.te Luigi Orione di liberarsi del debito residuo

di L.630.000, - e di parte di esso col versamento di una o più somme in contanti».

  V009P060


 Se la Divina Provvidenza dunque manderà, ecco che avremo sempre

la facoltà di liberarci del debito e di non ritardare.

 Quanto poi al pagamento a rate trimestrali posticipate, - il comm.r Gardini

e il comm.r Badano mi dissero che la Provincia fa così con tutti,

e che non potrebbe fare diversamente.

 Non dovendo provvedere a biancheria etc. ed avendo quelle scorte abbondanti

e la casa con tutti gli impianti di luce, cucina, mobili etc., - con L.3.25 a testa, al giorno,

e un po' di Provvidenza che verrà, spero che ce la caviamo, perché non avremo le spese

vive e forti che la Provincia ha con tanto personale a pagamento e tanta burocrazia.

 A voce mi spiegherò più e meglio. Ora sì, Lei dice benissimo: è la Madonna

che deve fare la guardia!

 E sia tutto gloria a Dio, a consolazione di Lei, mia buona madre de' nostri poveri,

e a bene dei nostri fratelli più bisognosi e più abbandonati.

 E concludo: Deo gratias! Tanti rispetti ai suoi cari nipoti, che Iddio li conservi

in buona salute. E anch'io sono più che certo che saranno contentissimi,

quando sapranno che si è giunti in porto.

 Si, La benedico di gran cuore! e Iddio La Benedica!

 Suo obbl.mo e dev.mo servitore in Gesù Cr. e Maria SS.


         Sac. L. Orione  d. Div. Provv.