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          [Roma, li] 22 Febbr. 1933

 +         Deo gratias!


 Mia ottima Benefattrice e dei nostri poveri,


 Il Signore sia sempre con noi!

 Dal rendiconto dato dai giornali di Genova avrà rilevato che la nostra pratica

di Paverano non fu portata alla discussione il 16 corr.

 Ho scritto a Sciaccaluga che andasse non dal Presidente Gardini,

ma dal comm.r Badano per sentire un poco.

 Oggi ho ricevuto la risposta, che Le accludo in copia, perché Ella sia tenuta

al corrente, non potendo ancora venire di persona.

 Scrivo al comm.r Gardini che ho saputo dal rag.r Sciaccaluga

che la condizione da me posta di poter saldare il nostro debito residuo

anche con versamento di somme ha suscitato nella Provincia un timore che non ha ragione

affatto di esistere: mai ho pensato di creare fastidî alla Provincia chiedendole di ritirarsi

da un giorno all'altro le 300 ricoverate.

 Io tratto con ogni lealtà, e questa è la mia forza, dopo Dio; sono qui

per modestamente aiutare Comune e Provincia e mai per creare imbarazzi.

E mi impegno di tenere per due anni le 300 ricoverate alla retta stabilita;

mi dichiaro poi disposto bene anche per dopo, ma senza obbligo.

 Aggiungo che, data la mia lontananza, e aderendo all'invito avuto

dal comm.r Badano, delego Don Sterpi a trattare la faccenda.

E do, in questo senso, disposizioni a Don Sterpi; e gli scrivo che, venendo egli a Genova,

passi da Lei: quattro occhi vedono più di due, - Lei è così al corrente di tutto,

e potrete intendervi bene insieme; - mentre qui io prego e faccio pregare!

 Spedisco la presente per espresso, perché non vorrei che Don Sterpi fosse chiamato

subito per venerdì, e Lei, Sig.ra Queirolo, non avesse ancora avuta la presente.

 Come Le ho scritto nell'altra mia, capisco che dovremo cedere sulle 50.000

per le scorte; finora ho offerto L.30.000 E così, piuttosto che rompere tutto,

direi di tenere per qualche anno in più le loro ricoverate, - è sempre un'opera buona,

e l'ottimo è nemico del bene, ma direi nel Signore di non perdere Paverano.

 Buona Sig.ra Queirolo, che ne dice? Poi tante cose si aggiustano andando.

 È un bene che per ora io non ci sia, perché, dopo di me poi, non c'è più nessuno:

interverrò dopo.

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 Finisco per spedire. Preghiamo tanto!

 Iddio e la Santa Madonna ci assistano e il Beato Cottolengo.

 Ossequi devotamente e la benedico tanto tanto!

 Suo umile servitore in Gesù Cr.


        Sac. Luigi Orione  della Div. Provvidenza