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Riservata

          Anime e Anime!

          Bs Aires, 5 Dic.bre del [19]36


 Carissimo Signor Pio,


 Ho ricevuto la gradita sua del 27 Dic.bre. Deo gratias! Oh si! rendiamo grazie

sentitissime al Signore, e poi subito, siano rese grazie da me e da tutti i Figli della Divina

Provv.za, a Lei caro Sig.r Pio, che con tanto tatto ha saputo condurre in porto,

tra non pochi scogli, una pratica si importante e delicata.

 Lei, mio buon amico e benefattore, non poteva darmi per le feste natalizie

un annuncio, e gaudio più gradito. E come sarà contenta dal cielo quella santa donna

di sua zia! Subito il mio pensiero è andato alla gioia che deve aver provato la sua zia,

caro Sig.r Pio. Oh stia sicuro che Iddio la ricompenserà ben largamente

della laboriosa fatica: - e mentre in Ispagna si distruggono tante chiese, la Chiesa di Gesù

Cristo e i buoni genovesi le saranno sempre riconoscenti, di averne salvata una,

che ha pure qualche memoria storica, che non va dimenticata. L'aver Lei spontaneamente

e volontariamente dichiarato che assumeva l'impegno che l'edificio non sarebbe stato

adibito ad uso sconveniente e contrario alla morale, fu atto che la onora altamente,

fu un agire da vero buon cristiano, da degno figlio della Chiesa e di Genova.

Quanto poi fosse cristiana la parte fatta dagli altri, lasciamolo giudicare dal giusto giudizio

di Dio: noi, caro Sig.r Pio, preghiamo per loro in silentio et in spe: perdoniamo e amiamo

i nostri nemici, e facciamo del bene a chi ci fa del male: - così ci ha insegnato Gesù Cr. -

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 Lei mi dice di tornare; ma mi permetto di aprirLe il cuore, fraternamente, io penso:

se, dopo più di due anni che sono assente, e tanto lontano, lo spirito di malevolenza

è ancora così forte, che bastò un semplice sospetto per farli trascendere a una dichiarazione

così poco cristiana, - che sarà quando io sia tornato e rivedere i miei poveri di Genova? Perché, lo creda, caro Sig.r Pio, tanta ostilità non ha altra vera origine che d'aver io

lavorato, con la grazia del Signore, ad innalzare un Santuario alla Nostra Celeste

Guardiana, e aperto a tanti poveri le Case del Piccolo Cottolengo di Genova. Tutto l'altro

sono pretesti, per nascondere lo spirito malo e una passione, che abbisogna di mettersi

una maschera. Tuttavia tornerò, appena possibile, tutto fidato nel Signore

e nella vostra benevolenza. Del resto Gesù si ama e si serve in Croce e crocifissi,

e la Santa Madonna mi sosterrà: per quanto miserabile peccatore, sono un suo figliuolo!

 Qui tutte le sere, riuniti, preghiamo per la nostra grande benefattrice,

la vera madre del Cottolengo Genovese, e il 24 Nov.bre abbiamo fatto il 2do XXXmo. Appena sarà concesso dalla legge, La voglio far trasportare col suo figlio Luigi a Paverano.

Io me La vedo da tutte le parti, e Le dico in confidenza che io mi sono accorto qui

quando essa moriva, ed ho pensato subito fosse Essa che moriva.

 Caro Sig.r Pio e buona Sig.na Elisa, scriverò ancora per Natale: non posso più

scrivere alla vostra zia, scriverò a Voi, e Voi pregherete per Don Orione.

 Grazie a Dio sto bene e lavoro, eccetto al cuore, per i grandi dolori sofferti,

perché non si è di sasso. Voi non ditelo ai miei.

 Io sempre Vi ricordo e prego per Voi. Vi mando tutte le benedizioni.

 Abbiatemi come un fratello vostro.

 Aff.mo


           Don Orione.


 Converrà tenere segreto l'acquisto con molta prudenza.