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   G P A M !       Messina 8 / X - [1]909


Caro Don Sterpi,


La vostra lettera mi fa comprendere che voi e D. Ravazzano

non capite la mia situazione, o pensate che io schezzi scherzi mentre affogo.

1/ Ho domandato almeno 6.000 lire,

e l'ho scritto in modo tale che non mi sentirei di scrivere più una seconda volta così

perché poi si sta male.

Io attendo il danaro se c'è, e me lo può mandare;

diversamente sia fatta la volontà di Dio: Dio ci penserà!

2/ Desidero conoscere la mia situazione con lui circa i conti;

voi nella vostra mi dite che egli vi ha lasciato di telegrafarmi quanto avete ho ricevuto.

Ebbene io da voi non ebbi questo telegramma,

e poi desidero i conti chiari e distinti, e questo indipendentemente dalle mie necessità,

ma perché anch'io, e anche lui lo sa che glielo detto, - ho bisogno di dare dei conti -

Se li sapete voi mandatemeli voi.

3/ Quanto al nipote del Prevosto

sapete che a Roma non si può dare il vitto che si ha da noi con 45 lire mens.li

là tutto è caro, e fare delle differenze non si può;

poi quella Casa non può essere uno studentato;

e subito si cambierebbe andamento a tutta la Casa.

Saluto e benedico nel Signore -

Scrivete subito una lettera di conforto a D. Placido, dicendo che andrete al più presto.


Dev.mo


           D. Orione