V010T207 V010P247
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G P A M ! Messina 8 / X - [1]909
Caro Don Sterpi,
La vostra lettera mi fa comprendere che voi e D. Ravazzano
non
capite la mia situazione, o pensate che io schezzi
scherzi mentre affogo.
1/ Ho domandato almeno 6.000 lire,
e l'ho scritto in modo tale che non mi sentirei di scrivere più una seconda volta così
perché poi si sta male.
Io attendo il danaro se c'è, e me lo può mandare;
diversamente sia fatta la volontà di Dio: Dio ci penserà!
2/ Desidero conoscere la mia situazione con lui circa i conti;
voi
nella vostra mi dite che egli vi ha lasciato di telegrafarmi quanto
avete ho ricevuto.
Ebbene io da voi non ebbi questo telegramma,
e poi desidero i conti chiari e distinti, e questo indipendentemente dalle mie necessità,
ma perché anch'io, e anche lui lo sa che glielo detto, - ho bisogno di dare dei conti -
Se li sapete voi mandatemeli voi.
3/ Quanto al nipote del Prevosto
sapete che a Roma non si può dare il vitto che si ha da noi con 45 lire mens.li
là tutto è caro, e fare delle differenze non si può;
poi quella Casa non può essere uno studentato;
e subito si cambierebbe andamento a tutta la Casa.
Saluto e benedico nel Signore -
Scrivete subito una lettera di conforto a D. Placido, dicendo che andrete al più presto.
Dev.mo
D. Orione