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 +       Messina, 16 / Maggio 1910


 Caro Don Sterpi,


 Ricevo la vostra con l'acclusa di Cribellati; se non se ne può più liberare,

allora resta inutile che io vi dica o no. Non ci vedo ben chiaro in questa faccenda,

e, comunque, conviene togliere ogni potere a quei ragazzi di Cuneo, che non affidano tanto

 Non so come legalmente potessero svincolarci, se chi si vincolò non ha procura.

 Tuttavia se c'è carta scritta, con obbligazione, si faccia pure il contratto,

benché mi rincresca tanto tanto diminuire quel terreno.

 Spero che non sarà tanto quello che si vende.

 Ho ricevuto una bella lettera dal Canonico, il quale però insiste per l'Oratorio,

di cui non è contento.

 Sarebbe bene che ci andaste a Cuneo. Anche vendendo, il danaro resti vincolato

e depositato ad una banca sicura.

 Datemi notizie frequenti. Desidero che presto andiate a Roma: tenetevi pronto:

e sarei contento prendeste il biglietto per Noto e veniste giù, anche una semplice corsa;

anche per parlare di tante cose. - Ma prima sbrigate l'affare di Cuneo.

 Non badate se in principio della presente sono stato acre.

 Dio vi benedica!

 Aff.mo


          D. Orione


 Oggi c'è qui Lighenza. [Ligenza]

 Mandate gli interessi subito alla Conti; è da un pezzo che aspetta!