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         Messina, il 29 / Gennajo 1911


 Caro Don Sterpi,


 Ricevo qui la vostra del 27/1 911, da S. Remo.

 1/ È da giorni che scrissi a Mgr Fossà per avere quanto mi dite.

Anch'io non ci credo. Ho ricevuto una sua lettera, non gli ho risposto,

voglio ottenere prima se posso avere da Mgr Fossà le cartoline.

 Non lasciategli più prendere predicazioni: se vi domanda il permesso di confessare

ditegli che avete avuto ordine da me di dirgli di non più predicare e confessare.

 Non fategli più confessare i ragazzi. Informatemi.

 2/ All'arciprete di Lonigo quando andai là ho detto,

(poichè ho capito dove egli mirava) che noi saremmo anche venuti via,

e non ho difficoltà che si venga via; ma in modo tale da non rimetterci

nè materialmente, nè moralmente.

 Mi ha scritto Cremaschi che l'Arciprete vorrebbe trattare con voi: tratti pure con Voi,

così dietro voi ci resto sempre io, anzi mi piace questo -, e gli ho scritto l'altro jeri

che trattasse con voi. Se proprio non ci dicono per iscritto di venircene via,

noi non ci stancheremo finchè ci faranno la guerra alla sordina: questo sistema

non è il migliore per decidermi a toglierci di là poichè non è cristiano. Io cercherò la carta;

la quale però ho letto già l'anno scorso nel febbrajo a tutti i Sacerdoti riuniti in Parrocchia,

quindi essi sanno che cosa c'è di obbligo per noi e per loro; anzi siccome pareva

che cercassero dalle nubi, feci loro vedere le firme. Vedrete adesso che altro vi scriverà l'Arciprete; poichè io ho risposto, voi anche - ora tocca a lui. So che ha scritto a Mgr Fossà;

forse dalla Sua si potrà arguire qualche cosa.

 Noi del resto finora all'Arciprete non abbiamo domandato niente.

 Prima di fare un passo là, vorrei che aspettassimo come la faccenda si mette.

Certo durante la sede vacante, non mi piacerebbe venire via; tuttavia non voglio

stare a lavorare in una vigna, malgrado il vignajuolo: già l'ho detto a parole all'Arciprete

nella mia andata. Se Allasia avesse fatto il suo dovere non saremmo a questi passi.

 3/ Ed ora veniamo ai debiti di Tortona

 Aprite un'ipoteca sulla Casa Collegio di Tortona, possibilmente con la Banca

di S. Paolo; e prima di fare con altri, avvertitemi, poichè altro è il Banco S. Paolo

altro è con altri: dico, per ora, col Banco S. Paolo di Torino. E così spero che finirà

anche codesta dolorosa situazione; e se vedrò che non si potrà col Banco S. Paolo,

allora ditemi quello che vi pare meglio fare: vuol dire che il Signore ci aiuterà.

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 Intanto per gli interessi con quel Sacerdote di Cuneo, andate da D. Vincenzo Torti,

e fatevi prestare L.1000 e pagate là e la Conti e l'altra di Cuneo; ma fate subito.

Capite che è inutile attendere da me qui che navigo Dio sa come che possa ajutare voi altri

con danaro.

 Credo stavolta di avere risposto come meglio potevo, e senza tergiversare.

Io non provo nessun rammarico anche domani si dovesse vendere tutto:

vendere o tenere poco m'importa, basta servire a Dio.

 Io ora non so bene come sto col S. Padre (ma non vi allarmate di questo),

benchè non ho nulla in contrario, (che mi risulti) ma potrei, come Egli mi disse,

scrivergli dicendogli che mi occorre danaro; ma poi? e poi anche me ne dia,

mi pare che Tortona sia in tali necessità da esigere una somma sempre troppo forte.

(al resto risponderò domani) intanto spedisco, diversamente non parte più

 Ricevo la lettera dolorosa della madre di Ferretti;

io non ci capisco bene di che si tratta: ditemi voi qualche cosa.

 Per S. Remo ho scritto stasera a Dondero ciò che deve fare in caso di ispezioni