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          Roma, 19 Maggio [1]912


 Caro D. Sterpi,


 1/ Ho fatto buon viaggio, grazie

 2/ Ringraziamo il Signore e la SS. Vergine e S. Giuseppe se davvero avessero

disposto un po' di provvidenza così pagheremo i debiti di Tortona, specialmente

il macellajo e le cambiali

 3/ Propendo anch'io a credere che abbia lasciato, poiché lo ebbe come lasciato

già dalla volontà del marito.

 4/ Ciò solleverà forse mali umori in tutta la parentela; io me ne accorsi la mattina

dei funerali, ché, andato alla stazione, e fattomi incontro alle due sorelle e salutatele,

con mia grande meraviglia mi guardarono fredde, per non dire alterate, e non risposero

al saluto, né l'una né l'altra -

 Così l'Avv.to Valerio di Villavernia si diportò non bene con me: anch'egli

per ben due volte, salutato, a Tortona e poscia a Viguzzolo, finse di non vedermi

e non rispose, - pure guardandomi

 5/ Io forse non vi raccontai ancora tutto questo; allora supposi per un momento

che il dolore li avesse tutti imbecilliti o pietrificati, ma tra me pensai che essi,

in quei due giorni, dovevano avere essere forse venuti a conoscenza delle disposizioni

testamentarie, e che fossero alterati con me pel lascito

 A Genova doveva essere stato già il fratello primo della morta,

il Marchese Alessandro, che lasciò Torino per Roma, quasi subito, ove abita,

e forse passando da Genova, avrà potuto vedere; o sarà stato incaricato di vedere

il testamento, e riferire. Oppure la Pina, se già sapeva, può essere che abbia parlato,

e sia stata messa su dagli altri per tenere con me quel sussiego.

Ora, se la morta lasciò a me.