V011T154           V011P216



          Roma, il 18 / IV [1]913


 Caro D. Sterpi,


 Ho mandato la copia all'Avv. Brezzi di Alessandria subito. Voi potreste andare

da lui, sta vicino a S. Alessandro, davanti.

 Egli sapeva già da me prima della lettera del Prefetto -

 Si vede che il Prefetto non si è tenuto pago della vostra lettera

 Voi, sentito Pincetti, andate, prima di rispondere anche da Brezzi,

al quale ho già annunciata la vostra visita.

 Potreste sentire anche Canegallo. Riferitemi poi subito.

 Domandate se sia il caso di rispondere a voce.

 Intanto fate portare via dalla Casa, o almeno dal vostro Ufficio tutte le carte

che si riferiscono a detta mia eredità. Potrebbe anche tenerle Don Gatti.

 Avvertite anche subito il fratello del Professore del deperimento.

 Preghiamo: Dio ci assisterà -

 Di D. P. ne seppi tante qui a Roma, per cui nulla più spero: è da più anni

che vuole fondare un Ordine -

 Preghiamo e usiamogli carità. Se vi domanda danaro, dite che mi scriverete,

affinché il suo non diventi una specie di ricatto

 Pregherò per voi.

 Aff.mo in G. C.


           Sac. Orione D. P.


 P. S. Che più ampie spiegazioni? Vogliono capere in sermone?

 L'unica spiegazione è dire che voi non quello stesso che già avete riferito

al Prefetto: mi pare.

 Tacere però di questa faccenda.

 Domani sera e domenica sino al pomeriggio sono a Viterbo: presso

Mgr. Enrico Salvadori, Collegio Convitto

 Domenica sera sarò a Roma.

 Sino a mezzodì Brezzi è in ufficio. Io gli scrivo se non converrebbe che la erede

facesse essa annullare il legato: purché si sia sicuri che erediti essa sola;

ma intanto che rispondere?