V012T031 V012P046
+ Roma, 23 Aprile 1914
Non ho tempo a rileggere
Caro D. Sterpi,
1/ Ho ricevuto la vostra con la lettera di Dondero.
2/ Aspetto Rampuzzi, come jeri vi telegrafai.
Mi varrò del suo ritorno per venire su e condurrò con me un fanciullo per Monte Spineto.
3/ Bisognerebbe o pel 29 Aprile o per quei giorni nei quali sarò costà,
preparare pel funerale di trigesima di D Boveri.
Vedete voi dal calendario e avvertitemene subito per meglio regolarmi.
Si potrebbe far venire D. Chiodi la sera prima,
così per le 8 tutto è finito, e i giovani vanno a scuola.
4/ La procura fatela per Don Giuseppe Adaglio di Luigi: egli resta a Roma,
invece può essere che D. Montagna vada poi altrove, e allora occorrerebbe altra procura.
Più presto la procura la mandate, e meglio sarà.
Avete la minuta inviata già, e fatta da questo Avvocato -
5/ Quanto ai fratelli Bianchi venne qui lo Zio e, avanti a D. Risi, si lagnò
che,
avendo dato incarico a me di dire ai nepoti
nipoti quanto, d'accordo col loro padre,
[egli] aveva stabilito per le vacanze, ora essi con una insistenza che sa troppo di resistenza,
facciano sentire una contraria volontà.
Io
non dirò altro che a me parve anche una sgarbatezza, fatta
a me
o
per lo meno, un tratto di poca educazione l'essersi essi servito
d proprio di me
per assumere quell'atteggiamento di protesta.
E ora ho finito, né voglio se ne parli più, ché non c'è peggior cosa
che dare importanza a chi non ne ha.
Quanto
all'alto e basso di Attiglio
Attilio, dirò a D. Risi se vuole fare la commissione.
6/ I conti del Patronato non sono ancora giunti -
7/ Cercate un posto per un giovane di 19 anni, falegname,
che vi verrà condotto dal Collegio salesiano di Novara.
Mettetelo fuori a lavorare e a vivere presso qualche famiglia.
Egli deve mantenersi col suo lavoro. È ottimo lavoratore.
Vedete di fare presto a trovargli il posto.
Lo provino, e poi gli fisseranno la giornata. Non possiamo dire di no
8/ Le pagelle sono giunte: a me piacciono,
benché S. Giuseppe poteva forse risaltare meglio.
V012P047
9/ Quanto al danaro di cui avete bisogno, farò quanto è in me per ajutarvi.
Ho detto di non toccare quel po' di danaro che è costà,
perché mi urgerà da un momento all'altro qui, ove potremmo subire una perdita forte,
se non potessi subito, all'occorrenza, disporne.
10/ Aspetto l'esito delle indagini alle Banche,
e di conoscere se è in vendita quel prato con la Casa, se si potesse.
11 Quanto alla Casa di Tortona, dedotti gli interessi che la riguardano,
(e bisognerà pensare anche come provvedere per questo,
e che gli interessi siano ripartiti per ogni Casa, e non tutto addossato a Tortona)
la Casa di Tortona, dico, deve cercare di bastare a sé stessa,
come già fanno parecchie altre nostre Case.
Ho limitato di assai il numero dei probandi gratuiti:
è limitato anche il numero degli orfanelli che studiano.
Io ho sempre fisso in testa che nella Casa di Tortona ci sia un pozzo di San Patrizio
nella Tipografia e in qualche altra parte -
Dopo tutti questi anni e il lavoro che vedo esserci in Tipografia
e la mano d'opera gratuita di parecchi orfani già abbastanza capaci, -
non so capire come essa sia passiva: sempre passiva: sempre passiva.
Gli altri tipografi-proprietarî pagano i tipografi e i manuali e hanno guadagno:
noi no! Perché questo? La Tipografia dovrebbe almeno rendere il 3½ % del capitale
e fare i lavori della Congregazione e di propaganda in più.
L'anno scorso, con il ricavo di Viguzzolo si sono pagati i debiti di Tortona, -
ora vedo che ricominciamo ad affondare:
e i sussidî che la Casa di Tortona riceve, non bastano! E la carità in elemosine non bastano!
Desidero vederci chiaro: io non ebbi mai un rendiconto di certa parte di azienda della Casa.
Ogni volta che ho fatto sentire un lamento, voi vi siete lamentato,
e mi avete promesso di darmi la situazione, ma poi della Tipografia non la ebbi mai.
Questa mia lettera non è un lamento: è un desiderio.
Io desidererei un rendiconto da vedere chiaro la nostra situazione,
come se voi doveste morire, e dare i conti di tutto.
Avrete bisogno del tempo? ebbene, preparateli per gli Esercizî. Cose chiare!
V012T048
Voi sapete che esistono in me o preconcetti o dubbi od opinioni diverse dalle vostre.
Sarò sul falso? ebbene, desidero ricredermi. È ignoranza? voglio levarmi i preconcetti!
È realta? Non fuggiamola, e vediamo come provvedervi.
Ora c'è la passività di 7.000 lire? ditemi perché.
Io non metto dubbi sui vostri bisogni; vi dico con tutto il cuore che sento di dovervi ajutare
e vi voglio con l'ajuto di Dio ajutare: ma vediamo da quale parte viene il passivo.
Dopo, il Signore ci ajuterà, come ha sempre fatto,
poiché ciò che si fa è per la Sua gloria e per le anime.
Voi sapete da anni come la sento: tutto ciò che va in pane e in panni e in libri
o per i nostri o per i fanciulli poveri, non mi ha mai spaventato.
Se ho due soldi, Iddio solo sa con che gioia li do pei probandi
o per le nostre Case ove sono orfani.
Ho dato più di 1500 lire tra Noto e Cassano: altrettante per Reggio Calabria:
forse altrettanto per la Colonia di qui. Il Signore mi ajuterà anche per Tortona.
Mi ajuterà anche per la tipografia come mezzo da fare un grande bene,
ma voi sapete che ho molte prevenzioni: fatemi la carità di levarmele se potete:
starò meglio di spirito.
Vi saluto nel Signore con affetto senza nube, ma grandissimo nel Signore
Sac. Orione della Div. Provv.za