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 +         Avezzano, 6 Aprile 1915


[Al M. Rev.do Don Carlo Sterpi

Direttore della Casa Div. Provvidenza

di Tortona]


 Caro Don Sterpi,


 Ricevo la v/ lettera con quella dei nostri di America,

e anche ricevo ora il nostro caro giornaletto -

Sono molto contento del giornaletto, e anche di ogni altra buona notizia.

 Io sto bene, ma non posso più lavorare come prima, perché mi sento un poco stanco.

Il giorno di Pasqua l'ho passato bene col Signore e con questi cari figliuoli:

sono rimasto qui con quelli che proprio non avevano più nessun parente

nessuna casa che li accogliesse neanche per quel giorno.

 Parecchi, li ho mandati a Roma nelle nostre Case, i più alti;

io sono rimasto qui con i più piccoli,

e al dopo pranzo siamo andati a trovare la Madonna SS. del Fucino

innalzata dal Principe Torlonia quando finì di prosciugare il lago.

La Madonna SS. è scomparsa nel grande canale d'acqua la mattina del terremoto,

ma noi ci siamo inginocchiati là davanti al piedestallo

ove ha lasciato ancora i Suoi piedi benedetti,

a pregare per tutti che sono morti e per tutti che sono rimasti vivi.

 Oh io non vorrei lasciare a tutti i nostri altra cosa di più caro che l'amore di Gesù

Cristo Nostro Dio e alla Madonna SS. e al Vicario di Nostro Signore e alla Santa Chiesa!

 Da qualche tempo io non so più scrivere senza metterci in mezzo il nome

della SS. nostra Madre, e sono sempre tanto ma tanto confortato

ogni volta che posso pregare o invocare o almeno guardare a qualche immagine

della Madonna!

Questa divozione la devo al venerabile Don Bosco

e così il mio grande amore al Papa e alla SS. Eucarestia.

 La nostra piccola Congregazione deve con me essere sempre tenuta ai Salesiani

per questo insigne beneficio.

Le nostre idee sono una eredità avuta da Don Bosco.

 Vi raccomando i Chierici e probandi: fate che crescano con lo spirito di amore di Dio

e della Madonna SS. e della Santa Sede.

 Ho letto oggi, mentre mi sbarbavano[,] la lettera di D. Dondero.

Ringraziamone il Signore! essa è già molto meglio di tante altre!

Io del resto, non meritavo che di quelle e peggio.

Quella di Don De Paoli non ebbi ancora tempo a leggerla. Lo farò domattina, dopo la Messa - Mi trovo un poco stanco: i miei fianchi non mi reggono più:

molte volte piango da me perché mi sento debole e molto stanco e non posso più lavorare;

ma sono contento lo stesso.

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 Mi sarebbe rincresciuto di essere morto fra le montagne dell'Abruzzo

senza vedervi più nessuno e senza che sapeste dove era finito,

non per me, che fa lo stesso, ma per voi altri, per non darvi dolore

ma ora questo pericolo non c'è più; la Madonna SS. mi ha sempre ajutato -

 Vi rimando la lettera di Don Dondero.

 A Pasqua non potei scrivere né a Reggio Emilia né a Reggio Calabria

non a Messina né a Gerace né a Cassano né in America né a Monte Spineto

Altrove ho scritto per tutte le Case.

 Vi saluto con molto affetto in Gesù Cristo e benedico tutti

 Aff.mo vostro


          D. Orione


 Ditemi di preciso quando è in questo mese l'anniversario della mia prima messa

C'è nella cartella vecchia della benedizione. Credo il 5 / 4

 Rimando le lettere di quei d'America: le potrete stampare tutte due,

togliendo quanto ho cancellato -

 Non rileggo la presente -

 Stampare nel foglietto quanto nelle due lettere dal Brasile

non è cancellato con righe mie sopra - Poi Così anche quei figli saranno contenti -