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 +        Roma, il 29 / 1 - [1]916 sera


 Carissimo Don Sterpi,


 1/ Ricevo la v/ del 27 corr. con unite le lettere Zurletti e Cordella,

e i voti dei nostri cari Chierici di Bra.

 2/ Domani, domenica alle 13 parto per Cassano Jonio,

dove conduco due bravissimi figliuoli che vogliono farsi chierici, e ritorno subito a Roma,

dove sarò nel pomeriggio di martedì, I di febbrajo.

 3/ Spero nella settimana di venire a Tortona,

dove vi condurrò un bravo figliuolo di Sora, che ha già il diploma di maturità

e vuole farsi chierico. Ho già il biglietto pronto anche per Tortona.

 4/ Capisco le vostre difficoltà per provvedere ad Ameno, -

preghiamo e la Madonna e S. Antonio ci ajuteranno.

 5/ Vi risponderò anche per Franceschini, - ora non lo so -

forse risulta ancora a Roma a San Giovanni, ma farò la variazione, e ve ne avvertirò.

 6/ Se la Marchesa non si sente di venire, non bisogna sforzarla.

Se voi volete intanto andare a Genova, andate pure; ma non fingete di sapere niente,

che non va bene: andiamo diritto. Dite pure che vi mando io per sapere se essa ritorna o no.

 Dove potete e fin dove potete farle del bene, fate e dite pure nel Signore;

ma poi, se capite che non fosse una tentazione, ma mancanza di spirito o amor proprio,

lasciate andare.

 Venendo, alle figlie parlerò chiaro io, = non temete, ché Dio mi ajuta -

andiamo avanti con semplicità e sincerità.

 Quanto alla roba, potreste andare voi stesso direttamente a vedere se c'è ancora:

non c'è nulla di male, e si deve fare.

 Sarebbe bene che al mio ritorno già io sapessi qualche cosa di chiaro e definito,

per regolarmi con quelle figliuole e fare la nuova Superiora o qualche cosa di simile.

Quindi a Genova venendo non mi fermo; - ho scritto alla Marchesa due volte.

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 Nella prima lettera dicevo che mi sarei fermato per vedere il Padre;

ma poi ricevetti subito l'altra con cui essa si ritirava, alla quale anche ho risposto come sapete.

Non ho ricevuto nulla: non c'è ora più ragione di andare dal Padre Bouvier da parte mia.

 E se anche essa ritorna, capirete che ci sarà da fidarsi sicut in quantum:

potremo lasciarla, tutt'al più, a rendere «ordinatissima» la Casa di S. Bernardino.

Ma ho timore che il troppo ordine spenga lo spirito: anche il diavolo può essere ordinato.

 Ho bisogno di un'anima umile e piena di carità e di spirito di lavoro per salvare anime,

e umile e umile.

 7/ Il Patronato in settimana vi concederà, spero, l'autorizzazione che chiedete,

e ve la porterò io. Parlerò con Don Adaglio, e combineremo per le pensioni.

 8/ A Sanremo già ho mandato un Sacerdote polacco,

che accompagnò l'altro jeri a Cuneo quattro orfani, dei quali uno veramente ottimo,

e gli altri tre fanno la 3ª Elem.re. Così ho accontentato anche Don Montagna.

 9/ I voti dei figliuoli di Cuneo sono veramente brutti -

Vuol dire che, venendo, combineremo pel loro meglio in Domino.

 10/ Andate pure a parlare al Rev.mo Canonico Boveri per Vaccari e Bottazzi:

ditegli che è una grande carità che egli mi farà

Gli ho scritto da Avezzano il 13 Genn., ricordando la Sua carità

e mi rispose una bella lettera offrendosi a fare qualche cosa.

 11/ Alla Zurletti rispondete di sì, con una lettera da presentare,

e altra lettera personale ad Essa con più effusione di nostra gratitudine.

 12/ Vi rimando i voti dei Chierici, e la lettera le lettere Zurletti e Cordella,

da conservarsi.

 13/ I L'Arcivescovo di Coscenza ora non abbisogna più di domestico.

 14/ Arrivederci presto; però a Roma mi fermerò sempre qualche giorno,

ritornando da Cassano.

 Aff.mo in G. C. e Maria SS.


          Sac. Orione  d. D. P.