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         mattino di sabato

         [Tortona] XIX ottobre 1918


 Caro Don Sterpi,


 1/ Ricevo la vostra lettera del 16 con le lettere unite di Marsaglia

e del Di Rocca Giovine

 2/ Sembra di essere in Africa: le lettere ci mettono tre giorni da Roma a Tortona

e tre giorni da Tortona a San Remo!

 3/ Voi avrete ricevuto la mia lettera che mandai dal siciliano

che vi prego di leggere tale e quale al canonico, perché desidero che egli sappia ben chiaro

qual'è il nostro spirito e modo di vedere.

 Se egli non ha fiducia pel suo patrimonio materiale,

- io non devo averne pel nostro patrimonio morale (cioè spirito della Congregazione

e personale) che non vada là a guastarsi in un ente morale, diventando comodo

e non più totalmente dipendente dalla Congregazione

 4/ La Michel fu qui l'altro jeri: jeri andava a Vercelli a parlare con l'Arcivescovo:

telefonerò per vedere se è a casa.

 Prima però 1/ e di andare da Marsaglia a chiedere

e di dire alla Michel che il danaro si impiegherà più nella casa che nel terreno,

bisognerebbe sapere se il Conte è disposto ad ajutare e per quanto,

perché se posso farne a meno di mettere le suore vicine, lo farei molto ma molto volentieri.

 Il terreno Scotti (certo per dimenticanza) voi non l'avete notato sullo schizzo

col nome Scotti quindi non posso capire dove è, e da che parte.

 Non potreste anche alla buona rifarmi lo schizzo: io poi ho qui quello ben fatto,

e subito mi so regolare.

 O andrò io o andrete voi a Sanremo

 Adesso vedete di concludere prima con Margiotta.

 Farmi fare uno schizzo dall'Avv.to Pincetti va alle lunghe:

oggi è sabato, e non posso pretendere che dia oggi il tempo a me:

voi fate i nuovi patti: fate che siano di ferro