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[Roma] 12 Luglio [191]9
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Caro Don Sterpi,
Ho ricevuto oggi il vostro telegramma che siete a Venezia. Avrete già ricevuto risposta
oggi stesso, poiché, prima di avere il v/ telegr. vi telegrafai di qui io stamattina circa la tipografia.
Così vi scrissi a Tortona, ma non so se vi giunse a tempo: la diedi a Don Contardi
da portarvi. Egli andò in famiglia perché c'è la divisione della eredità materna, e fu chiamato.
Per vostra regola lascierò Roma alle 12½ di mercoledì, diretto a Cassano.
Mi vi fermerò due giorni, e vi giungerò il 17 a sera, passando da Cosenza.
Don Pedrini è ancora colà, e vi detta a Mormanno la 3ª muta di S. Esercizî.
Vado poi a Reggio.
Scusatemi con i Cavanis: manderò o porterò quanto essi aspettano.
Mi scrivono da Bra che avremo colà gli Esercizî qualcuno che sta in Patriarcato?
Forse qualche Segretario di Sua Eminenza? E il Patriarca va poi alla Villa Soranzo? Possibile che voi con tutto il vostro potere, non siate ancora riuscito a condurvelo? Ma già,
siete tanto tanto assorbito nell'impresa della Tipografia e nella ferma volontà di far firmare
a chi vuole e a chi non vuole la famosa cambiale,
che il povero Patriarca è passato in seconda linea.
Basta, la storia della cambiale sarà anche da contarsi, purché finisca bene.
Sapete che sto leggendo e rileggendo la vita di S. Gerolamo Emiliani?
Non ho trovato che firmasse delle cambiali, ma le faceva firmare dal Signore.
Preghiamo e il Signore ajuterà ancor noi.
Baciate la S. Porpora a Sua Eminenza e riveritemi Mg.r Costantini e Don Ugo
e tutti i Padri.
Vostro aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. Provv.
P. S. Ringraziatemi il P. Rossi che mi inviò il Gazzettino
con la discussione sugli Istituti-Orfanotrofi.