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         [Roma sabato] 12 Luglio [191]9

         ore 19

 +        Anime e Anime


 Caro Don Sterpi,


 Passa da Roma Ilacqua, diretto a Venezia, e mi valgo di lui per rispondere

al vostro telegramma che mi significava il ritorno vostro a Venezia e chiedeva disposizioni

per la tipografia e per altro.

 Già stamattina vi telegrafai, prima ancora che ricevessi il vostro telegramma

che io mi trattengo a Roma fino a mercoledì; poi parto per Cassano. Partirò per Cassano

alle 12½ di mercoledì, 16 corr.: a Cassano mi fermerò di sicuro il 17 a sera

(giungo a sera passando a Cosenza) e il 18, e forse anche il 19.

 Il 20 sarò a Reggio, a S. Prospero.

 Mi trattengo a Roma fino a mercoledì perché martedì avrò risposta per gli autografi.

Non intendo fare nessuna domanda prima. Quanto alla Tipografia, vi ho scritto una lettera

a Tortona, inviatami da D. Contardi, che giunse, certo, quando voi eravate già partito.

Ma, come vi telegrafai stamattina, proporrei che si tentasse un affitto della tipografia,

e ciò servirebbe per noi ad esperimento, per vederci chiaro che cosa rende e che c'è dentro.

 Ho ricevuto la vostra dove rispondevate a Don Adaglio; ma io, al momento,

non mi sentirei di firmare più una cambiale per L. 137.000 e ritengo che né Don Bosco,

né Don Rua me la lascierebbero firmare. Voi dite che è un apprezzamento personale,

ma il mondo va avanti metà per apprezzamenti personali,

e anche essendo apprezzamento personale, sento che vale pure qualche cosa

poiché mi pare di averne conosciuto abbastanza lo spirito.

 Oppure vedete se si può combinare una compra, ma in modo diverso

che la Congregazione non sia strozzata domani da una cambiale e per somma così rilevante

Si potrebbe pagare entro 5 anni, a L. 20.000 l'anno? o in proporzione?

- Vedete che mai l'Italia si è trovata in momenti di convulsioni interne ed estere come questi:

- sento di dover andare adagio.

 Sapete che quel fattorino fu processato per direttissima, e, noi presenti,

davanti al tribunale, cambiò totalmente versione? Negò di avere lacerata la cambiale

e di averla gettata in Tevere: non volle dire dove finì, neanche il suo Avvocato,

che io dopo pregai in particolare.

 Fu condannato a tre mesi, ma subito liberato, applicandogli la legge del perdono.

Ora poiché sono 4 i fattorini licenziati dalle Poste, tutti gli altri minacciano sciopero,

se i licenziati non saranno subito riassunti in servizio. Avete capito, dove si va?

 Intanto voi diffidate quella Banca in modo formale, perché oramai è evidente che qui

vi è una associazione a delinquere, e domani la cambiale salterà fuori,

e ci si preparano crucci, se non danni.

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 Alle Poste stamattina hanno risposto al Don Adaglio che il mittente faccia ricorso

e per tutta paga, gli saranno rimborsate L. 10 pel trafugamento della raccomandata.

 Qui noi non abbiamo potuto fare annullare la cambiale a ½ tribunale, perché dicono,

non abbiamo nulla in mano, e tocca al mittente; sembra di essere in Turchia,

e se la danno da Erode a Pilato.

 Caro Don Sterpi, anche questo inatteso episodio della cambiale non potrebb'essere

un avvertimento del Signore di non fare cambiali? Non v'è proprio mai venuto in mente?

Prima di insistere perché io firmi altra cambiale, pregateci bene su.

Che se poi quelli del Consiglio desiderano che firmi la cambiale, io la firmerò,

- come sono dispostissimo ad ogni vostra richiesta e desiderio del Consiglio di spogliarmi

di tutto ciò che tengo in testa mia della Congregazione - e altro non ho -

e ad andare dove volete. Se non c'è il voto almeno di quasi tutto il Consiglio,

quella cambiale, così com'è, non la firmo.

 Vi ringrazio di quanto avete fatto per avere il danaro e la tipografia, ma, più ci prego,

e meno mi sento di firmare una cambiale per più di 100.000 mila lire.

 Del vostro lavoro Iddio vi pagherà; ma vorrei che trovaste un'altra piattaforma

o combinazione per arrivare lo stesso ad avere l'Emiliana. Onde ho pensato ad un affitto,

o ad un contratto che ci dia tempo quattro o cinque anni al pagamento,

accontentandosi ora di un acconto.

 Don Contardi è andato a casa per vedere se può avere quel danaro;

ma delle promesse troppo facili non mi affido.

 Don Martinotti non ci sentirà più da un orecchio: gli hanno tolto il timpano. Va meglio,

ma ne avrà per tre mesi almeno.

 Ho mandato L. 150 alla Conti-Meana.

 Qui tutti bene Pregate per me, e il Signore vi conforti Lui,

se io vi do dispiaceri per il fatto della Tipografia.

Ma spero che saprete combinare tutto lo stesso.

 Vostro aff.mo in G. Cr. e Maria SS.


         Sac. Orione