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[Espresso]
[Rev.do Don Carlo Pensa
Direttore Orfanotrofio Maschile alle Zattere
Venezia]
Roma, il 6 ottobre 1919
+ Via Alba, 5 - Quartiere Appio ore 17
Caro don Sterpi,
fino a quest'ora, nulla ricevetti da p. Tormene, e mi premerebbe una decisione
per fare la réclame qui nel quartiere subito, diversamente si iscriveranno tutti
alle scuole pubbliche e addio!
Vedete di dirmi voi se accettano o meno, eccetto che già vi risultasse
che mi avesse scritto.
Ho sospesa la mia andata a Messina e a Cassano, appunto per questo.
Vado prima a Messina con una missione del Patronato.
Vi telegrafo quando parto da Roma.
Con me viene in Calabria don Goggi di Carbonara,
a vedere quella parrocchia ad Oppido. Egli è già qui.
Marabotto da giovedì, 2 ottobre, è a sostituire provvisoriamente Zaaruolo,
il Direttore della Giostra, che il I ottobre abbandonò quel posto lui e l'assistente
dopo che quei 30 orfani fecero rivoluzione, a meno non sia lui (come dubita la Spalletti)
che l'abbia provocata.
Otterremo l'esonero di Gemelli e di Remo da mettere colà, provvisoriamente,
intanto che liquiderò quell'Istituto.
Al R. Provveditore presentate di certo Marabotto. Quanto a suo fratello,
egli chiese un poso a Sanremo, e, se non glie lo danno, verrà anche suo fratello;
ma non è sicuro. Per i titoli di Biagio rivolgetevi a Tortona.
Starò pochissimo a Messina.
Altri maestri non saprei chi darvi, a meno non si ottenesse l'esonero di Piccardo,
il ché mi pare difficile, in questi momenti di elezione e di torbidi.
Mi scrive don Pensa che
una troppo lunga lettera per dirmi che vorrebbe
che tutte le suore fossero prese dal Cottolengo.
Io, invece, non sono di questo parere, ed è inutile che mi diffonda nei perché.
Però, se non può fare a meno, chino il capo.
A Santa Chiara ad es., in Alessandria furono la pena e la disperazione del can.co Capra,
e qualcuna anche moralmente fece male.
Non siamo feticisti, perché vengono da un fondatore e da una Casa Santa.
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Se poi si rompe con quelle di un Istituto, si corre pericolo di romperla
anche con quelle dell'altro; tra loro poi se la intenderanno di più, e non ci potrà essere
controllo, come invece vorrei.
Che se, quanto a stipendio, quelle riparatrici chiedono di più,
dite loro che quelle del Cottolengo fanno queste e quest'altre condizioni.
Però sul posto io non ci sono, e, detto questo, vi lascio liberi di fare anche diversamente,
quando in Domino crediate che sia meglio. E ciò farete con grande libertà di spirito,
senza stare lì più a scrivermi o a chiedermi pareri. Io le mie ragioni ve le ho dette.
Solo che don Pensa, quando vuole scrivermi, dica più cose che parole: via la verbosità.
Certo se le Cottolenghine mettono anche forno (da noi promesso alla Congr. di Carità)
ci sarebbe un bel vantaggio, e così se facessero pure la pasta.
Basta; vedete voi, e fate voi, liberamente
Farò cercare il libro su Maometto.
Quanto
ai maestri che non ave
abbiamo noi, bisognerà servirci di estranei
Parlatene ai Cavanis: essi mi dissero che ne conoscevano di molto buoni
sotto ogni riguardo.
Sono stato jeri dal Vescovo di San Severino, non a S. Severino, ma a Treja.
Pel momento non urge inviare colà il personale.
Ebbi due lunghi colloquî col Conte: egli vuole che prima di tutto la Casa del Castello
passi in nostra proprietà. E pensate se non siamo d'accordo.
Sono giunto stamattina col Conte; tutto bene: quel danaro lo lascia a noi,
ma desidera se ne spenda a S. Severino, ed è giusto.
Unisco una lettera della Spalletti, da conservarsi.
Dunque è morto il povero Cipriani Mario?!!
Quanto sono contento d'essere andato a vederlo prima!
Jeri ho celebrato per lui e anche oggi. Chissà se suo fratello lo sa?
Sono stato agli Squarciarelli e a Grottaferrata. Qui i monaci hanno tolto quel locale
(quasi tutto) a don Contardi. Ci hanno messo il loro capo - proto con sua madre.
Sono stato anche alla Colonia, e oggi l'amministrazione passa a don Risi.
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Ho parlato a lungo due volte con Sneider. La Casa è finita:
il nostro terreno è quasi tutto già cintato: la navata è pronta già quasi fin d'ora.
Vi sarà una Novena di predicazione, e
poi in preparazione al trasferimento della chiesa,
e nella navata vi sarà, dopo, l'ottavario predicato dei Santi, uso esercizî spirit.li.
Ho trovato un buon maestro secolare per San Prospero; ma non ha patente,
e così don Felice potrà prepararsi a dare lui il diploma da maestro, se lo vorrà dare.
Ignoro esito degli esami di Bartoli e di tutti gli altri
Se lo sapete voi, fatemelo conoscere qui a Via Alba, 5.
Per quanto vi ho scritto circa la povertà, non dovevate offendervi.
Domani, 7 ottobre, è San Marco, l'onomastico del Conte Soranzo:
spero questa mia vi giunga a tempo per fargli gli augurî: Io ora gli mando un telegramma
diretto all'Orfanotrofio; glie lo farete subito avere.
Al canonico Zappettini di Varese ho telegrafato
che non possiamo presentemente accettare.
Saluto, conforto e benedico in Gesù Cristo e nella Madonna voi, don Pensa e tutti. Aff.mo vostro
Sac. Orione d D Pr
P. S. Tutti salutano, anche don Pedrini, che è qui.
A giorni tornerà pure don Beltrami, come scrisse.
Indirizzo la presente a don Pensa, nel timore che Sterpi sia assente
poiché Pensa nella troppo lunga sua lettera, nulla mi dice di don Sterpi. -
E da Mirano vi siete o si sono tolti tutti? O il Patriarca è ancora colà?
[sulla busta]
Vedo che domani non è San Marco