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[Al M. Rev.do Don Sterpi

Orfanotrofio Maschile alle Zattere

Venezia]


 +       [Roma] 29 Marzo [192]0 pomeriggio


 Caro Don Sterpi,


 1/ Ricevo l'abbonamento, e ve lo manderò al più presto.

Parto stassera per Tortona, e non andrò a Nucetto, per adesso.

 2/ Per i mobili di Mirano verrò pensavo di venire io a Mirano,

perché è inutile ora spedirli a Roma, di dove io parto, e qui, come in tutte le altre Case,

desidero che i mobili convengano con quella povertà che noi vogliamo professare,

e che dobbiamo professare da figli della Divina Provvidenza, da poveri

Anche esternamente tutto deve esprimere la nostra povertà,

e che sia la povertà di Gesù Cristo.

 Tutto e in tutte le Case deve spirare un solo spirito:

tutto deve spirare disprezzo dei beni terreni e umani, ed edificazione.

Non vi deve essere nelle Case della Divina Provvidenza cosa che suoni ricchezza o leggerezza:

che sembri spirito di comodità: che trattenga e svaghi l'attenzione della nostra mente,

che deve essere tutta occupata in Dio e nelle anime: né attirare l'affetto dei nostri cuori,

che di Dio solo devono ridondare.

 La maggiore povertà possibile dunque deve usarsi nelle Case e nei suoi fornimenti

e specialmente poi nelle nostre camere.

Su questo punto noi non siamo a posto, cominciando dalla mia stanza a Tortona,

ma mi ci metterò a posto, con l'ajuto del Signore.

 Tutto ciò che sa di comodità e di ornamento deve essere abolito dalle nostre Case; tutto ciò che è necessario a mantenere le forze, sì:

tutto ciò che è spirito di signoria, spirito di comodità,

spirito di ornamento che non giovi ad istruirci e a perfezionarci, no, no!

 Vi sono delle comodità che ajutano a stare oziosi:

che possono deviare (anche solo possono) dallo spirito vero - religioso: queste no, no, no!

 Vi sono certe altre necessarie comodità per malati, per deboli di salute, per vecchi,

o anche per sani, che ajutano a fare di più, queste , ma con senso religioso, e non troppo, sed tantum et propter necessitatem.

 Con questi criterî vi regolerete, nell'inviare a Roma, nel tenere a Mirano,

nel conservare o nel vendere i mobili di Mirano.

E ciò potete fare, senza bisogno che io venga: avete da me carta bianca,

pur riserbandomi di vendere, di regalare o di abbruciare quanto nel Signore ritenessi

necessario o utile per lo spirito della Congregazione.

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 3/ Vi mando lettera di Cottafavi.

Non capisco se ero io che doveva inviare a lui tale lettera oppure voi.

E le 80 azioni corrispondono o no a L. 10.000?

Bisognerebbe fare un passo a Reggio Emilia, mi pare. Che ne dite?

 4/ Il Sig.r Gay è venuto lì senza che avessimo fissate condizioni.

Credo che bisognerà dargli qualche cosa di più che il solo vitto;

e bisognerebbe che voi lo sondaste in bel modo, ma presto.

 5/ Mi fa veramente dolore quanto mi scrivete dei Chierici. Scrivo loro.

 6/ Per Zaccagnini aspettate.

 7/ Quanto al dare il Suddiaconato a tutti i Minoristi io dovrei essere

e sarei più che contento; ma, attento bene nel Signore:

non deve assolutamente essere promosso al Suddiaconato, se non chi piena fiducia,

per il suo passato e per il suo presente, di avere vera vocazione religiosa pel nostro Istituto, e di riuscire religioso di spirito, di preghiera e di sacrificio.

 Si capisce, tutto col divino ajuto; ma, fossero anche Salomoni

o avessero qualunque altra bella dote o qualità, se non sono di spirito umile,

di spirito di pietà, di spirito di sacrificio, non si devono ordinare, e metto la proibizione

che siano ordinati, e voglio sapere, a tempo,

chi sarebbero quelli che devono ordinarsi in sacris,

sapere il giudizio che dà di ciascuno di essi il Superiore locale e voi,

riservandomi di dire di ciascuno o no.

 Ho grande bisogno di ajuto e di alcuni Sacerdoti di più,

ma amerei vedere scomparire le Case della Divina Provvidenza e tutta la Congregazione

piuttosto che permettere l'ordinazione di un qualche chierico poco preparato e poco degno.

Regolatevi in proposito.

 8/ I fratelli Mariani saranno entrambi consegnati al loro padre,

che fu invitato a pagare le 300 lire di arretrati.

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 9/ Sono contento che abbiate trovati sarto e calzolajo.

Teneteci gli occhi addosso, e non ve ne fidate - ,se prima non li avrete conosciuti a fondo.

 10/ Sono stato jeri da P. Guglielmo come ero rimasto inteso con D. Contardi

alcuni giorni fa, per dirgli, che non potendo egli vivere, bisognava rivedere i patti,

o venire ad altra più radicale decisione.

Ma con mio stupore mi rispose che Don Contardi mangià mangia già alla Badia,

e che quindi è già tutto accomodato, e ciò da almeno 20 giorni e più.

Ecco, qui avete un saggio del modo di fare di Don Contardi, che a me aveva detto nulla.

 Oggi scriverò a Don Contardi, ma a me questi scambietti alla greca fanno più male

che una malattia.

 Di tutto (ciò detto) sia benedetto il Signore.

 Altro non ho, per ora.

 Saluto, conforto e benedico tutti, eccetto i Chierici che non si diportano bene -

 Vostro in G. Cr. e Maria SS.


          Sac. Orione  d. D. P.