V014T023 V014P032
+ Tortona, mercoledì mattino
31 Marzo 1920
Caro Don Sterpi,
Giunto a casa jeri sera trovai questa lettera di Mg.r Cottafavi.
Gli faccio rispondere subito da Don Bariani, in data di jeri che Voi eravate
andato in Calabria, e che farà seguire la lettera, che ha aperto in vostra assenza.
Così c'è tempo a riflettere un momento; ecco intanto che da L. 10.000 mila
(mi pare fossero tante) ora 80 azioni del valore nominale di L. 50 non fanno che 4 mila lire.
Bisognerebbe cercare subito (e se sapete dove sono, scrivetemelo)
la
le lettere o la lettera con cui Mg.r Cottafavi
diceva che erano L. 10.000.
Mi pareva che, anche ultimamente, voi mi parlaste di L. 10.000 che erano a Reggio Emilia.
Se si trova la sua lettera, è venuto il momento di mettere lui contro di lui
e dirgli de ore tuo te judico, sia pure in bel modo, e tenere forte.
Scrivetemi subito qualche cosa; io intanto cercherò la lettera di Cottafavi,
ma non so dove mettervi su le mani, tanto più che Don Zanocchi è in Alessandria.
2/ Vi mando una lettera di Don Ferretti.
A me scrisse Marabotto che Giacomino gli fa piuttosto bene al Manin,
e che lo stesso Giacomino starebbe volentieri al Manin E allora chi mandare?
E chiede anche un altro per la cucina e per le provviste.
E non saprei proprio su chi mettere le mani.
3/ Ora io dico, se altre Suore non ci sono,
col tempo si potrebbero mandare anche le nostre Suore; ma, di che vivono?
Esse potrebbero forse risparmiare una persona facendo loro la cucina e le provviste,
e potrebbero mandare il vitto fatto per due persone, e pensare al bucato;
ma dovrebbero essere totalmente divise.
Ma, ripeto, di pronte, subito, non ne avrei.
Tuttavia mi ricordo che, una volta, voi me ne avete parlato di metterci le nostre.
Quanto
a Cirmeni, esso
preferirei, invece di scrivergli, venirgli a parlare, -
anche perché voglio che appoggi bene l'Opera di Mg.r Costantini.
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4/ Avrete ricevuta la lettera che vi spedii da Roma, nel partire,
con entro due parole pei Chierici.
5/ Sento che voi scrivete di qua e di là, all'Arciprete di Molino dei Torti, a Don Botti
e ad altri: no, non mi date dei dispiaceri, non voglio di queste cose.
6/ Dite a Pensa che mi risponda in merito a quanto gli ho chiesto,
se dovevo mandargli quei due giovani di S. Oreste, alti,
anche perché ora devo decidere dove metterli.
Non si sa ancora l'esito di Vincenzo e di Castegnaro,
ma pare siano andati male i loro esami -
Saluto, conforto e benedico Voi e tutti -
Aff.mo in Gesù Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. Pr.
Stamattina ho fatto qui la Pasqua ai giovani che furono preparati con triduo
di Esercizî da Don Botti.
Vanno a casa giovedì santo mattina, domani cioè.
Oramai, come dal discorso di Nitti, è deciso l'aumento del pane:
mettete le mani avanti con la Congregazione di Carità.
Vedete che a Roma non mi fu possibile parlare col Sig.r Giovanni
per la denuncia del patrimonio - Parlatene subito voi col Patriarca,
tanto più che ho fatto vedere a un notajo quel testamento, del Sig.r Giovanni
ed è impugnabile, perché dice: «lascio a Don Pietro La Fontaine per quelle intenzioni
che a lui ho detto».
Per queste parole è impugnabile e nullo perché lascia supporre
che dietro ci sia una terza persona, a cui dare, e che non è manifestata nel testamento -
Ciò che non si può.
Bisogna che al Sig.r Giovanni non scriva direttamente,
perché potrebbe fare leggere da altri la lettera del Patriarca, ma che la dia a Voi
da portargli, e così gli parlerete anche, e si sanno meglio le cose -