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Non riletta


 +       Anime e Anime !

        Mar de Hespanha, il I° settembre 1921

        Istituto Barâo de San Geraldo


 Caro Don Sterpi,


 Sono giunto qui otto giorni stasera, come vi ho scritto da Rio Janeiro, -

è quindi una settimana che sono qui, senza avermi più mosso,

e mi pare di aver visto qualche cosa e di potervi scrivere qualche cosa.

 Fui ricevuto alla stazione dal Sindaco e da quattro altri signori del posto,

e poi giunsero due calessini con su d. Gabriele don Mario don Camillo e il ch.co José,

il fratello di don Dondero. Io ero giunto con don De Paoli.

La stazione dista tre minuti dalla città di Mar de Hespanha,

la quale è fa 2 mila e 500 abitanti nel centro, e forse 5 4 mila con le fattorie,

ove in genere si coltiva il caffè la canna da zucchero, la nostra meliga, il riso e la mandioca,

che è una resa in polvere se ne fa il pane come il pane di patata o una poltiglia

che qui dai pei poveri è il nutrimento quotidiano.

 Don Dondero, accompagnati qui, tre giorni prima di me, d. Mario, e Camillo,

se ne andò subito alla sua parrocchia, dove sta in pensione da una famiglia

perché non c'è casa parrocchiale, e dove ha una chiesa

che non ci può tenere il SS. Sacramento,

benché la arrocchia mi abbia detto che fa 10.000 abitanti.

Egli però penso che esageri, perché anche di Mar de Hespanha mi disse

che la Parrocchia farà 9.000 abitanti, - il che non è, mi pare, e dicono gli altri.

 Don Casa non venne alla stazione perché rimase a guardia della casa,

ché non vi sarebbe rimasto in casa nessuno.

Il ragazzo - unico che è in casa - era venuto col calessino alla stazione.

Dunque, in Casa, cioè tutto l'Istituto di Mar de Hespanha è costituito da un ragazzo

che fa da servitorello, orfano di padre, di forse 13 anni, e noi altri: 6 sacerdoti con me

e il ch.co José Dondero che ha 27 anni. Col calessino mi condussero

alla Chiesa Parrocchiale ove intonarono il Te Deum e diedi la benedizione col SS., -

credo che in chiesa vi saranno state si e no 25 persone donne, ma non che non c'erano.

Mi hanno detto che la funzione si doveva fare più tardi, perché era quella l'ora che qui cenano.

 Dissi poi la Messa delle 7 domenica: ci saranno state 25 donne

e feci 21 prime S. Comunioni e poi una quarantina di altre Sante Comunioni

a ragazze specialmente, qualche uomo c'era in chiesa e basta -

Don Mario disse la Messa cantata dopo e mi riferì che c'era gente;

alla Iª della 5½ c'era quasi nessuno.

 La chiesa parrocchiale è una bella chiesa ad una navata con davanti un bel giardino,

e degna di stare in una città -

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 E la cittadina di Mar de Hespanha è pulita nella sua via principale,

e tutte le case sono ad un piano, elevate da terra, e così qui dove stiamo noi.

 Era a due piani, ma d. Dondero ha pensato che fosse meglio demolire

il piano più alto, che forse abbisognava di riparazioni. Ma non l'ho ancora chiesto

ben chiaro, e qui in casa non c'è nessuno dei tempi che si venne a stare qui,

e poi, ormai, non è più questo che importa -

 Qui non hanno Oratorio festivo, e mi pare che la Parrocchia e il popolo potrebbero

essere curati di più.

 Sabato, domenica e lunedì ebbi parecchie visite: vennero tutti i principali della città,

e il Sindaco ben tre volte: molti complimenti uso Sicilia. Però ho trovato delle persone

molto educate, molto intelligenti, molto benevole verso di noi.

 Qui vi è anche un gruppo di italiani benestanti, e vennero a trovarmi, facendomi

molta festa. Il Sindaco è ottimo signore e molto favorevole.

 La nostra Casa di Mar de Hespanha è come una cascina a cinque minuti fuori

della città e isolata, - ha poco rustico e poco civile ma la parte civile è pulita.

Qui si poteva benissimo con un briciolo di buona volontà aprire una casa

per almeno 20 orfani, e non si è mai fatto.

Ora ne accetteremo subito 5 orfani gratuiti e poi il Sindaco ce ne manderà altri,

forse un 12 a pagamento, a L. 35 mensili, tutto compreso.

E così finalmente dopo circa otto anni, si comincerà.

Spero che i primi orfani si potranno accettare per l'8 settembre, n Natività di Maria SS. -

Domenica Io giunsi venerdì sera, e domenica dopo pranzo giunse qui

anche d. Dondero, che si fermò sino a martedì dopo-pranzo.

Lunedì e martedì li ho riuniti in cappella - abbiamo in casa la cappella col SS. Sacramento -

ed ho fatto a me e a tutti con don Dondero alcune istruzioni sui nostri doveri religiosi.

 Tanto a Rio come qui ho trovato don Dondero molto impacciato e freddo,

- io non ci ho nessuno fiducia, e penso che, se egli non chiede di ritornare,

sarà bene che io lo ajuti nello spirito il più possibile, ma che se ne stia pure dove vuole,

piuttosto che venire con quell'amor proprio e testardaggine che ha.

Nel parlare ha sempre osservazioni da fare o da appuntare qualche cosa,

se pur non contraddice; deve esser ben una dura e brutta vita per chi è obbligato

a vivere con lui! Qui fu trattato con tutta la più grande, paterna e fraterna carità;

ma il suo fare era quello di don Albera e poi di don Piana, e peggio.

 Mi ha detto che tornerà lunedì questo, e sarà sempre trattato con grande amore

in Gesù Cristo, però è ben doloroso per un padre quando per trattare con i figli - se figlio è - deve metter su tre paja di guanti!

 Questa mia lettera desidero che resti e vada nell'Archivio della Congregazione.

d. Dondero non mi ha invitato ad andare dove sta, e avendosi don Casa invitato da sé,

ha risposto in modo che sapeva di negativo, - e allora io ho aggiunto:

«certo se egli non ha casa e sta lui in pensione, non ha ove metterci», e ciò dissi

anche per togliere d. Dondero d'imbarazzo.

Abbiamo passeggiato una mattinata insieme, ma ci ho cavato poco,

e non mi disse nulla dei suoi sentimenti, io solo ho cercato di avvicinarne il cuore

e di mostrargli un grande affetto in Gesù Cristo.

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 Qui abbiamo molta terra, ma da essa non si cavano di netto che 3 conti circa all'anno,

e ne hanno almeno 10 conti di debito.

Il conto è come da noi 1000 lire. Quindi qui vi sarebbero L. 30.000 da pagare

(il conto ridotto ora col cambio in moneta italiana darebbe circa L. 3.000), delle quali

L. 21.000 (cioè 7 conti sono di debito con le suore della Michel per danaro prestato)

Gli altri 3 c conti (9 mila lire italiane) e forse più di 3 conti, sono di debiti con fornitori

e con Orione Eduino; con questo poi non so ancora ben di preciso quanto è,

ma state sicuro che lo saprò presto.

Sui tre conti che questo terreno rende di netto in caffè, zucchero (dalla canna da zucchero)

meliga e riso e mandioca deve vivere il personale che è qui

e devono vivere i 5 orfani che prenderemo (che dovremo prendere gratuiti

per Convenzione fatta di recente (e fu provvidenziale che ora col Sindaco si sia potuto

convenire così, perché i patti di prima erano molto più gravosi

(obbligo di tenere un Istituto di Educazione e istruzione secondaria

dalle Elementari sino all'Università - così aveva stabilito d. Dondero) - e anche sui 3 conti dovremo dovranno vivere qualche persona addetta ai servizî della casa -

 Ora ad es. il pranzo e la cena ce la fanno le suore della Michel che abitano

pur troppo, troppo vicino al nostro Istituto - (hanno qui vicino la casa di Noviziato, -

finora non capitò nulla, ma la leggerezza di d. Gabriele che vi andava a dire Messa

e che per ogni piccola cosa vi andava durante la giornata, fece già parlare un po' il paese) -

 Ora poi vi manderò don Camillo, il quale farà almeno questo, ed è serio, spero.

Bisognerà venendo gli orfani, prenderci un cuoco in casa

Mi direte: come si può vivere e vestirsi in 7 già fin d'ora?

Ecco: c'è la Parrocchia (la quale è all'entrata della città, dalla parte a noi opposta

e verso la s stazione e non ha casa parrocchiale -

La Parrocchia ora è affidata a don De Paoli, ma spero farla affidare a don Mario,

il quale resterebbe qui Parroco e Superiore anche della Casa.

 La parrocchia rende 6 conti all'anno comprese le messe del parroco,

e così sarebbero 9 conti, come 9 mila lire da noi, e 27 mila circa in moneta italiana;

ma qui la roba vale di più che da noi, e in proporzione.

Con queste 9 mila lire si dovrà vivere e pagare i debiti poco per volta.

 Mg.r Arcivescovo di Marianna cui scrissi appena giunto a Rio mi rispose

con una bellissima lettera, e diede a tutti noi tre giunti ogni facoltà di confessare e predicare -

E questo fu una provvidenza, specie per Camillo, per quando saprà il portoghese

e avrà fatto con don Mario un po' più di teologia.

Non vado subito a Marianna perché Mg.r Arcivescovo dal 28 agosto uscì in visita, -

vi andrò entro settembre.

 Qui noi ora facciamo tutte le pratiche di pietà come in una ordinata casa religiosa; meditazione la mattina poi orazioni in comune e le Messe,

ciascuno o in Parrocchia o in Istituto, o al Noviziato della Michel

o all'Ospedale tenuto pure dalle Suore della Michel -


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 Qui le suore della Michel, come pure quelle di Rio, mi pare facciano bene

e siano serie; chi faceva il giullare era don Gabriele -

Sulla condotta dei nostri sacerdoti di qui e di José non c'è nulla che ci possa vergognare.

Il ch.co José da tempo non faceva più la Comunione, ora si è già messo a posto.

È un ottimo chierico per attitudini ed è il nerbo della Casa; è anche molto docile

e affezionato, e spero bene. Da una parte ha bisogno di essere condotto in Italia, -

e dall'altra non so come faranno qui, via lui. Perché don Casa è furiosetto e non atto

ad amministrare, e poi vorrei mandarlo con don De Paoli a Rio, se vi si prende

quell'Istituto di 260 orfani, il che è facile, ritenendo qui d. Mario, d. Gabriele

e d. Camillo. Avrò certo bisogno di qualche buon chierico qui che insegni - Preghiamo!

 Qui la mattina diciamo insieme tutte le o Ore e Vespro e Compieta - e, dopo pranzo,

sempre possibilmente insieme Mattutino e Lodi.

Da quando sono partito da Genova non ho più lasciato l'Ufficio,

ed ora ho travato anche un buon Breviario.

Così diciamo insieme il Rosario e le orazioni della sera.

Abbiamo celebrata le festa della Guardia con benedizioni e canti

e vi era anche don Dondero.

Mai forse la Guardia ebbe una festa più bella e più dolce così lontano!

Abbiamo messo l'Immagine sull'altare - Qui sull'altare c'è c'è una bella Madonna

della Provvidenza, un terzo di quella nostra di Tortona, fatta fare da D. De Paoli

in Inghilterra.

 C'è molta unione oggi in Casa e grande gioia di trovarci insieme

e molta buona volontà e disposizione di lavorare in tutti, anche in José; chi tentenna

e non tira è don Gabriele; mi accennò a voler ritornare a Genova, ma spero che no.

Qui mi faccio tutto a tutti per dare a me e a loro Gesù Cristo.

 Fino ad oggi nulla lettera ho ricevuto da voi né da altri di costà o d'Italia.

Ho scritto ala Madre e a Mg.r Capra, e cartoline qua e là. Stiamo tutti bene. Jeri sono giunti

i bauli, e oggi ho messo fuori tutti quei libri.

Scriverò, e faremo uscire l'Opera della Divina Provvidenza.

 Mio intendimento è di aprire qui - la casa si presta - un probandato,

e lasciarvi don Mario che appunto sarebbe poi il Maestro dei Novizî del Brasile.

Pregate e fate pregare! Con d. Dondero state tranquillo che né spegnerò il lucignolo

che fumiga né romperò la canna che è fessa: ma cercherò sempre di vincerlo

con la carità di Gesù Crocifisso. E per Gerusalemme sono partiti? E il Vescovo è andato

in Sede? Lo avete provvisto di quanto abbisognava? E a Noto? Avete ricevuto la procura

di don De Paoli?

 Tutti vi salutano - Come state? E d. Jatì dove è e come sta? E A Cassano chi c'è?

 E a Venezia come vanno le cose? Vi hanno poi rimborsato il danaro del nostro viaggio?

 Vi conforto tanto tanto tanto - Curatevi, curatevi! - Vi benedico e con voi tutti.

 Tanti, tanti saluti e benedizioni a tutti i nostri, a don Pensa, a tutti i sacerdoti e chierici. Baciate la S. Porpora al Patriarca, cui scriverò.

 Aff.mo in G. Cr.


          Sac. Orione  d. D. P.

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 Ho invitato d. Dondero a venire con me a Mar de Hespanha dall'Arcivescovo,

ad accompagnarmi (prima che ricevessi dall'Arcivescovo la lettera che il 28 andava

in visita), ma si è rifiutato.

 Ho detto a tutti riuniti in cappella che il dopo pranzo ci saremmo riuniti

ad un po' di consiglio di famiglia perché mi illuminassero sulla situazione,

ma mi disse che non ci avrebbe preso parte, e quindi non l'ho fatto.

 Sono venuti passati qui i Maristi a Mar d e hanno portato via tre bravi fanciulli,

sotto i miei occhi, - e qui non hanno il fiuto per le vocazioni, e non c'è un probando!

 E voi per le vocazioni, cosa fate?

 E la festa della Madonna della Guardia com'è andata? Spero bene.

 E le Suore fecero gli Esercizî?

 Sento che Mg.r Scapardini, già Nunzio al Brasile, fu fatto Vescovo di Vigevano -

È un po' poco, in verità, mi pare.

 Circa l'Istituto da prendere a Rio quei signori non mi hanno ancora scritto, ma non è ancora tempo - Vi informerò appena ci siano novità - Finora non sono stato che a Rio e qui.

 Dondero della Parrocchia di S. Antonio ha la provvisione per un anno:

qui si fa sempre così - E d. De Paoli ha per un anno questa. Si danno di anno in anno.