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          [Rio de Janeiro]

          Rua Francisco Eugenio N. 228

          30 ottobre [192]1 domenica

 +         Anime e Anime !


 Mio caro Don Sterpi,


 1/ Come vedete, vi scrivo dall'Istituto che abbiamo a Rio, dove mi trovo da cinque giorni.

Qui mi indirizzerete tutto ciò che avete da scrivermi.

Finora però vi avverto che nulla ho ricevuto da voi, per vostra regola;

 2/ quindi se mi aveste scritto in modo da dover avere già io dovuto ricevere

qualche vostra lettera, vogliate ripetervi, perché temo che alcuno a Mar de Hespanha mi legga

e mi trattenga le lettere, e che non saprei mai ciò che mi avete scritto.

 3/ Stiamo tutti bene, sia qui che a Mar de Hespanha, e anche d. Dondero ( che fu a Mar de Hespanha

otto giorni fa e vi si fermò sino alla mia partenza, martedì, accompagnandomi alla stazione.

 4/ Penso che ora sia disposto a fermarsi in Congregazione, come mi scrisse,

ma non so se convenga richiamarlo di dove è, perché con nessun altro nessuno potrà andare d'accordo

Tuttavia è un buon prete, fisso nelle sue idee come un testardo, idealista al sommo

e ottimista in tutto ciò che gli passa per la testa, e un disastro in fatto di amministrazione.

Vorrà sempre fare come vuole lui. Preghiamo e alimentiamo la lampada!

 5/  Domani avremo qui, invitati da me, il Nunzio Apostolico e l'Arcivescovo

Sebastiano Leme, che è il vero Arcivescovo di Rio, con diritto di successione; il Cardinale è malato,

e neanche più in Sede, ma in una sua villa fuori Diocesi.

Tanto il Nunzio che Mg.r Leme ci sono molto favorevoli, e spero non faremo brutta figura.

 Questo è un bell'Istituto con 250 orfani o derelitti.

Ha una bella entrata, belle camerate da letto, come non abbiamo in nessuna Casa, bel cortile, bel refettorio,

come non abbiamo in nessuna casa, ritirate buone, una grande tettoja, ma molto bella e capace per tutti,

belle scale, bei pavimenti: difetta di scuole e di laboratorî, che sono quasi nulli; ma è in una buona posizione

e vi è un elemento che potremo fare del bene e avere vocazioni se piacerà alla Madonna.

 Non c'è cappella: la faremo.

 Entro un anno vi è una bella casa vicina ove sono 130 bambine (la sezione femminile);

le bambine andranno altrove, e la casa passa a noi per le scuole, officine e camere per i Superiori,

che difettano, e vi faremo anche una bella cappella.

 I ragazzi, tolti una quindicina, sono tutti sui 13 o 14 anni e più piccoli.

 Ci danno 800 mil reis al mese per tre: 400 a d. De Paoli, Direttore e 200 agli cadauno ad altri due:

sarebbero, in nostra moneta, un 2400 lire al mese, e sono puliti di biancheria e provvisti pel cibo bene.

 Vi sono ora parecchi assistenti (giovani) laici che potrei e dovrei sostituire, almeno due,

e questi, se avessimo due bravi chierici o borghesi avrebbero subito 150 mil reis al mese

cadauno, il che vuol dire 450 lire cadauno al mese, perché il mil reis (che è la lira di qui)

vale almeno 3 lire italiane, - e il conto, cioè mille mil reis, vale più (oggi) di 3.000 lire italiane.

Io spero che vi potrò dare un po' d'ajuto, appena abbia pagato qualche debito più urgente,

che abbiamo a Mar de Hespanha.

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 Intanto ho fatto mandare a d. Cremaschi [n. 150] Messe, e gli spedirono L. 1.400

e qualche cosa in più, sono, credo, da 3 mil reis cadauna, - cioè vengono più di L. 9 per Messa.

Ma in Rio, dicendo le Messe fuori, a date ore, e dopo le 7, danno sempre 10 mil reis,

cioè 30 lire e don De Paoli e d. Mario in questi giorni celebrano fuori per poter far su un po' di danaro

e chiudere i buchi di Mar de Hespanha, dove vi sono più di 40.000 lire di debito,

ma metà è con le suore della Michel che ci prestarono 9 conti, cioè 27 mila lire,

ma questo è un debito che non ci strozza.

 Dondero non ha ancora cercato di darmi un soldo, ed io non glie ne chiedo.

 Cercheremo di mandarvi un po' di messe, il più che potremo; era ciò che da anni potevano

e dovevano fare gli altri, ma, quando non c'è l'amore da fratelli e l'unione dei cuori, non c'è più nulla!

 Saprete già che fui a S. Paolo e che quell'Arcivescovo che prima mi trattò come...

poi mi offrì una Parrocchia al Braz, la parte di S. Paolo popolata da decine di migliaia di italiani

e dove è quella casa scismatica della Michel, che ora l'Arcivescovo affiderebbe a noi.

Ho accettato; non vi dico tutte le ragioni, ma ce ne sono moltissime e buonissime.

 Ora l'Arcivescovo stesso con sua lettera mi offre pure un terreno per una Casa di orfani,

e ci vado il 2 novembre, e l'accetterò anche.

 Don Zanocchi mi scriveva nei passati giorni: «Ora che anche mio padre è morto

e non ho più nessuno, potrei anch'io essere missionario?»

Non gli ho ancora risposto, ma avrei pensato di chiamare qui e mettere a S. Paolo, don Zanocchi con don Casa o don Carlo Alferano.

È un sacrificio, lo so, ma S. Benedetto non si privò di S. Mauro e di S. Placido per estendere

e dare spirito buono e vita sicura al suo Ordine?

 Lo farei Superiore delle Case del Brasile, e anche dell'Argentina, dove vado il 7 corr.,

chiamatovi da d. Maurilio, che ha già trovato per noi un buon posto a La Plata

(a due ore da Buenos Ayres) e forse una Casa anche in Buenos Ayres.

 Adesso io vado a vedere i posti, e poi Iddio e la Madonna ci ajuteranno, voi state tranquillo,

noi lavoriamo nell'amore di Dio, della Madonna, della Chiesa e delle Anime, e avanti!

Lasciandomi venire in America bisognava ben pensare che non poteva andare che così:

basta che ci troviamo riuniti in Paradiso, che importa essere divisi su questa terra?

E poi non siamo sempre uniti in Gesù Cristo? Forseché la distanza affievolisce la carità?

 Lo sviluppo delle nostre Case qui esige che ci sia qui uno anziano e ben nostro,

che sia venerato da tutti e unisca tutti.

 Una signora di Rio ci lasciò per testamento un gruppo di casette, forse per un 40 conti, oggi.

 Qui ap cioè a Mar de Hespanha apriremo un noviziato, ed, oltre a Rio e S. Paolo,

ho la proposta per aprire almeno altre 4 case qui in Brasile, più il Seminario di Teresinha

per cui quel Vescovo mi telegrafa che viene apposta qui lui, ma che non potremo prendere.

 Don Zanocchi potrà, in parte, essere sostituito dal can.co Perduca

(la parte direzione suore e nostri probandi) e in parte può sostituirlo don Montagna.

Ditemi il vostro parere, francamente ma non fatemi aspettare le lettere 3 mesi! Perbacco!

Sono tre mesi che sono partito e non ho ricevuto una vostra parola!

 Guardate che ho veramente bisogno di quei tre o quattro che vi ho chiesto, per carità:

guai se non venissero! Io ho un impegno tale con quei di Mar de Hespanha,

che non è possibile alcuna proroga. E a metà gennajo si aprono le scuole!

E bisogna che essi già sappiano la lingua da poter fare scuola.

Vedete, caro don Sterpi, di non farmi fare brutte figure.

  V014P121


 Ecco, io adesso devo andare in Argentina, e, se non giunge nulla prima del 7 corr.

vado là cieco: ci vogliono sei o sette giorni ad andare, altrettanto a venire:

un 16 15 giorni che mi fermi là, e viene dicembre e tornerò qui senza ancora sapere nulla!

Ma vi ho coperto di lettere, potevate bene mano mano farmi scrivere

o da Piccardo o da qualcuno dei nostri qualche cosa di ciò che qui preme!!

Basta, la Madonna aggiusterà tutto!

 Sono anche contento che abbiate fatto così per mortificarmi,

solo mi spiacerebbe che non ci trovassimo preparati per Mar de Hespanha,

né si potrebbe più stare là, neanche un giorno di più, e si farebbe la figura più brutta e più sleale,

dopo 7 anni che aspettano, non solo senza vedere nulla, ma vedendosi distrutto tutto,

con un vandalismo che non ha vocaboli.

Eppure furono tanto buoni che mi hanno aspettato ed hanno sempre confidato e sperato, povera gente!

 In questi giorni vi scriverò ancora da S. Paolo, prima di imbarcarmi per l'Argentina,

e poi vi scriverò dall'Argentina.

 Credo che la Michel sia rimasta contenta del come si va mettendo a posto

quella sua casa scismatica di S. Paolo: è veramente una strega quella là, ma Iddio la metterà a posto anche lei.

 Sono giunte 4 suore della Michel. Da esse ho saputo che voi in settembre siete stato a Roma,

ma non mi portarono altro che poche parole di d. Zanocchi.

 E di Piccardo il piccolo che ne è? E del ch.co Mincarelli?

Quanto ci soffro di saperlo finito! Povero figliuolo!

 E voi, come state? E don Pensa? don Jati? È un pezzo che siete stato a Tortona?

 E a Roma, come vanno? E il Patriarca, come sta? E P. Tormene?

Datemi tutte le notizie che potete, ma senza affaticarvi -

 Avete fatto ordinare qualcuno?

 E i chierici come vanno?

 E i preti? D. Gatti mi ha scritto da Venezia: avete fatto bene a tirarlo un po' lì.

 E a Mestre? E a Cassano? E a Prunella? E l'eredità Di-Lorenzo?

 E col Vescovo di Noto?

 E a Grottaferrata chi c'è? E agli Squarciarelli?

 E il ch.co Piccardo, il mio antico segretario, è bravo, e vi ajuta?

 Basta: lasciamoci nel Signore! Pregherò Iddio sempre per p voi,

che Egli vi conservi, vi conforti, vi sostenga -

 Saluto, conforto e benedico voi e tutti

 Aff.mo in G. Cr. e nella Madonna.


         Sac. Orione  della Div. Provv.za


 D. De Paoli, d. Mario e il ch.co José Dondero che sono qui, vi salutano tanto -

E anch'io vi saluto ancora una volta, e pregate per me!


         31 ottobre 1921


 Penso che un anno jeri ero a Venezia pel funerale di quel caro Comm.r Pesenti,

e un anno domani eravamo a Roma per la Consacrazione della Chiesa d'Ognissanti.