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[Al Distinto Signore

Sig.r Sterpi Farmacista]


          [Tortona] 14 genn. [192]3

          domenica sera


 Caro Sterpi, [Achille]


 Arrivo ora da Venezia perché di necessità dovevo per interessi gravi venire qui.

Mi sento in dovere, benché con un dolore che Dio solo sa, di avvertirti che don Carlo

da giovedì si trova a letto, all'Istituto Manin, che è a cento metri dalla stazione di Venezia

 Quando, martedì, 9 corr., giunsi a Venezia, nel pomeriggio,

lo trovai alla Tip. Emiliana con un forte raffreddore e tosse. Insistei che si mettesse a letto,

ma sai com'è.

 Il mercoledì pareva che certe pastiglie gli avessero calmata la tosse,

ma il raffreddore continuava, e la sera s'è potuto indurlo a mettersi a letto più presto.

Non risulta che avesse febbre.

 Il giovedì mattino dovevo partire, ma non mi sapevo indurre.

Egli volle dire l Messa, e poi tornò a letto -

Venne il medico che gli trovò 37,2: alla sera aveva 39.

Il raffreddore non gli è ancora passato, e si lagna di avere la testa molto pesante

e sempre carica.

 La febbre, venerdì, fu meno, 37½, sabato 37,2, ma poi, alla sera, ieri, 37½.

Il medico aveva trovato quel suo solito attacco ai bronchi,

e poi qualcosa all'apice d'un polmone.

Jeri però disse che lo trovava meglio; ma, viceversa, la febbre poi si elevò a 37½,

come ho detto.

Gli ordinò qualcosa per scaricare la testa, che prese jeri sera,

ma stanotte (mi diceva questa mattina) che non aveva potuto riposare.

 Non vuole prendere né latte né uova, ed è un gran guajo.

Io ho un timore: che quel suo male di testa possa preludere a meningite. Che ne dici?

Domani avrò un telegramma, e, se non c'è miglioramento, mi butto in treno per Venezia.

Gli ho messo ai fianchi don Pensa.

 Oh se tu potessi fare una corsa a Venezia, che piacere mi faresti!

Scrivo a te, non a tuo papà.

 Spero che l'indirizzo tuo che ho sia giusto.

Non sarà nulla, ma vivo in grande trepidazione. Che Dio ci ajuti!

 Ho scritto alle Case che si preghi per tutte.

 Non vorrei gettarti sossopra, ma, come si fa?

Neanche vorrei poi avere il rimorso dopo, di avere taciuto.

 Se è nulla, meglio, ma chi ama teme e trema sempre.

Appena ho notizie, ti scrivo o telegrafo.

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 Scusami, caro Sterpi, e confortiamoci a vicenda, e abbiamo fiducia nella Madonna.

 Benedico te, tua moglie, i tuoi bambini -

 Tuo aff.mo


           D. Orione