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[Tortona] 14 Gennaio 1924
Caro Don Sterpi,
Vi ho spedito un lungo espresso venerdì o giovedì che sia con entro una doppia bozza
degli Opuscoli con i prezzi di ciascuno.
Ho pregato che li vedeste, li correggeste come meglio credevate,
tenuto conto dello sconto da accordarsi ai librai e ad altri, e me la rimandaste.
Da allora qui non è giunto più nulla.
L'ultima vostra fu quella in cui mi comunicavate il telegramma di Don Brizio
che diceva di mettere il nome della nostra Opera.
Sabato, da Milano, ho telegrafato a Don Brizio che telegrafasse lui a Roma così:
che i libri suoi di Religione vengono editi a Venezia dalla Scuola Tipografica Istituto Manin
e dalla Libreria Editrice Emiliana a cura dell'Esercito della carità e del lavoro.
Mettere (come Brizio voleva) il nome nostro non ho creduto conveniente.
Ho pregato, e poi ho telegrafato pregando lo stesso Don Brizio
che lui stesso svolgesse la pratica con Roma, così come v'ho detto
Le nostre Suore sono le Missionarie della Carità
e m'è venuto di suggerire questa formula: «A cura dell'Esercito della Carità e del lavoro».
Ora sto aspettando da voi qualche notizia - Siete malato?
Perché mi lasciate così e non scrivete?
Avete ricevuto i cliché di Milano?
Se Brizio telegrafa, comunicate
Andate intanto avanti col lavoro, anche senza nome - Poi ci aggiusteremo -
Saluto, conforto e benedico in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d D P